Nosiglia a Traves per i 20 anni del “Sentiero Frassati del Piemonte”
Il 16 luglio la celebrazione dell'Arcivescovo è stata occasione per richiamare l'esempio del beato - Una croce e una targa alle lunelle
Dalle 10 di domenica 16 luglio, su Punta Lunelle(m.1382) una croce in ferro battuto svetta su Traves e le valli circostanti, nella provincia di Torino. Ai piedi la targa, ancorata dal Cai, sezione di Lanzo, e da amici di Traves che ricorderà a quanti compiranno l’ascesa il significato della giornata a 20 anni da quando, il 7 luglio 1997, si inaugurò il sentiero Frassati Piemonte che dall'abitato giunge al colle. Questo percorso fu anche l' ultima ascensione del Beato, documentata con foto domenica 7 giugno 1925, a circa un mese dalla morte, il 4 luglio. Ed è il commento autografo sull'immagine a fornire la chiave d'interpretazione delle escursioni di Pier Giorgio: «Verso l'alto», sentito anche come vicinanza a Dio. Lo ricorda la targa: «Il primo pensiero del Beato Pier Giorgio Frassati, giunto in vetta, era per i caduti in montagna. Egli invitava anche gli amici a pregare insieme: De profundis clamavi ad te, Domine. Domine, exaudi vocem meam..» Così don Luca Ramello, direttore dell’Ufficio Giovani sulla vetta ha esortato a pregare ricordando in special modo i giovani caduti, sulle strade o in guerra, e affidando il percorso di ciascunoalla Madonna del Carmine, nella festa a lei dedicata proprio domenica 16.
Ha poi benedetto la croce, realizzata dall'artigiano Angelico Sibona, (1,50 metri e di 15 Kg), trasportata nell'ultimo tratto dell’ascesa dai giovani. Accanto a giovani dell'Azione Cattolica di Torino alcune famiglie e i Rappresentanti di Traves (Comune, Alpini, Volontari antincendi boschivi), di Pugnetto e Mezzenile, di Lanzo (CAI, nelle sottosezioni di Viù, Cantoira, Val Grande) di Cirié, Nole, e della Giovane Montagna. Giovani giunti da Trento o dalla Basilicata e Calabria, richiamati dalla figura del Beato. Nella celebrazione in vetta don Ramello ha ricordato tre parole, care anche a Pier Giorgio Frassati: montagna, croce, amici. «Amava la montagna per la tensione a salire, aspirando al bene, al buono, al bello. Odiando la mediocrità, puntava a fare tutto con il massimo della precisione». «Il giovane Frassati», ha proseguito, «ci ricorda che il risultato non è nella meta ma nella tensione: con fedeltà. E la fedeltà del cristiano è la croce, il sentiero della vita, dove non si può restare soli se si ama. Per migliorare sempre sono importanti gli amici. In paradiso si va in cordata».
Nel frattempo a Traves dalle ore 10 con l'arrivo del Vescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia, la festa è entrata nel vivo. Accolto dalla banda musicale di Traves, diretta dal maestro Virginio Perino, dal benvenuto del sindaco del paese, Osvaldo Cagliero il Vescovo ha celebrato la Messa sul palco coperto, allestito nel campo sportivo. Con lui hanno concelebrato: don Silvio Ruffino, parroco di Traves e di Mezzenile; don Giancarlo Airola, collaboratore di don Claudio Pavesio e referente per la Pastorale giovanile dell'Up.31- Alte Valli; don Celestino Tomasi, giunto dal Trentino. Nell'omelia il Vescovo è tornato al «sentiero», in salita perché in montagna bisogna salire per andare sempre più su. Pier Giorgio amava le vette, per lui il Dio era il Dio delle vette; più andava su e più lo incontrava. «Pier Giorgio», ha rocordato mons. Noiglia «è arrivato alla vetta, alla santità, attraverso la vita normale di ogni giovane. C'è una cosa bellissima che affascina tutti i giovani e gli adulti che conoscono Pier Giorgio Frassati: è questa quotidianità, questa normalità di essere un giovane aperto all'amicizia, allo sport, alla montagna, alle cose concrete di ogni giorno. Quanto è bello questo: ci fa capire che è nel quotidiano che siamo chiamati a vivere giorno per giorno, in onestà di vita il Vangelo e comunque la nostra fede che nasce da noi, dalle nostre coscienze. Chiamati ogni giorno a superare la mediocrità con impegno e responsabilità, è molto bello confermare, dopo venti anni dall'avvio presso questa comunità di Traves del sentiero Pier Giorgio Frassati, questo bel segno. È un segno di speranza, di forza di cui ha tanto bisogno il nostro popolo, la nostra gente, ciascuno di noi, perché la paura, il timore, le preoccupazioni e le difficoltà che stiamo attraversando non possono abbatterci mai. Niente ci deve impedire di rapportarci insieme, nel nostro dovere perchè Dio è con noi. Dà a ciascuno la possibilità di accogliere e di inseguire continuamente il bene, che alla fine vince sempre».
Accompagnati dalla banda musicale e dagli alpini di Traves e Pugnetto, al termine della celebrazione il gruppo ha raggiunto il vicino imbocco del Sentiero Frassati, dove è stata scoperta e benedetta una bacheca che spiega il cammino e richiama la figura del Beato. Una targhetta ricorda Paolo Reviglio, amico del giovane Beato e ideatore del sentiero.
Accanto a numerosi travesini, al sindaco di venti anni fa, Edoardo Perino, il presidente della Società storica delle Valli di Lanzo, Ezio Sesia, il presidente di Ac di Torino, Matteo Massaia, il coordinatore nazionale Sentieri Frassati Antonello Sica. Nella «provvidenziale giornata» come l'ha definita il parroco don Silvio sono emerse partecipazione e collaborazione tra le varie associazioni locali e non. «È la cordata di Pier Giorgio», Germana Moro, responsabile dell'Associazione nazionale Pier Giorgio Frassati di Torino, «L'amore per lui si è concretizzato in un evento, arricchito dalla parte di ciascuno»
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