Nel cuore del centro storico di Torino, un anno di "luoghi comuni"

La residenza temporanea di Porta Palazzo traccia il bilancio dell'attività 

Parole chiave: accoglienza (23), ufficio pio (2), porta palazzo (4), co-housing (1), solidarietà (43)
Nel cuore del centro storico di Torino, un anno di "luoghi comuni"

Torino, piazza della Repubblica, Porta Palazzo. Il luogo che per antonomasia ha negli anni raccontato le storie dell'emigrazione e le difficoltà di una città in crescita e in trasformazione, oggi è testimone di un anno di attività per un progetto rivolto ai tanti che vivono per qualche ragione un'emergenza abitativa. E’ la Residenza Temporanea Luoghi Comuni Porta Palazzo: nata dal Programma Housing della Compagnia di San Paolo in collaborazione con l’Ufficio Pio, la struttura di via Clemente Priocca 3 (proprio a ridosso di Piazza della Repubblica) mette a disposizione 27 alloggi ed è gestita dal consorzio Kairos, una rete multi-settoriale d’imprese sociali impegnate in attività e servizi di welfare.

"L’idea su cui si fonda Luoghi Comuni - spiega Guido Geninatti responsabile del progetto, è di offrire una sistemazione temporanea a chi si trova in una situazione di bisogno abitativo (ad esempio per la perdita del lavoro, o per una separazione…) e non è in grado di stare sul mercato della locazione privata. Ma il progetto si rivolge anche a lavoratori studenti e i professionisti fuori sede. Per chi intenda soggiornare per un periodo superiore ad un mese sono necessari un colloquio conoscitivo con lo staff, la valutazione della compatibilità con il progetto e i reali requisiti economici. Non solo: la Residenza Temporanea, a fronte di prezzi calmierati per l'utilizzo degli spazi, chiede comunque il coinvolgimento attivo di chi questi spazi li abiterà".

"Luoghi Comuni - aggiunge Andrea Biondello, direttore della struttura - vuole essere infatti una casa orientata alla conoscenza reciproca e lo scambio, coinvolgendo gli abitanti nella cura e nell’organizzazione delle attività. Luoghi Comuni è infatti non solo abitare, ma anche condividere: gli spazi comuni a disposizione di tutti gli abitanti, sono anche il luogo di apertura al territorio e alla città, dove interno ed esterno si incontrano e si confrontano e dove si realizzano eventi, si possono vedere mostre o dove semplicemente i vicini possono venire a conoscerci". I numeri sembrano dare ragione al progetto: la residenza in un anno ha ospitato 136 beneficiari, il 60% costituito da persone in stress abitativo che hanno usufruito di una tariffa agevolata e 40% da lavoratori o studenti. L’età media degli abitanti è stata di 31 anni, mentre la provenienza e la composizione è stata del tutto eterogenea, dando la possibilità di vedere e sperimentare un grande mix sociale e culturale. La prevalenza degli ospiti è stata di genere maschile, mentre i lavoratori, dipendenti e autonomi, e gli studenti sono stati i principali occupanti degli appartamenti. Molti i professionisti, (dall’odontoiatra, all’operaio, dalla cooperatrice internazionale all’impiegata). Tutti gli abitanti in difficoltà hanno trovato una nuova sistemazione stabile in meno del tempo massimo di permanenza consentito (la permanenza media è stata di circa 5 mesi), riuscendo a inserirsi di nuovo positivamente nel normale mercato della casa.

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