Mons. Nosiglia: "Non vi lasceremo soli"
Il grazie dell'Arcivescovo di Torino alle famiglie e alle comunità
«Care famiglie e comunità
che avete accolto con generosità e impegno l'invito ad accogliere i
nostri fratelli e sorelle rifugiati, scrivo per ringraziarvi. Con la
vostra disponibilità voi state testimoniando a tutti che cosa
significa vivere l'Amore più grande, il dono di Dio che ci fa tutti
fratelli.
Ho ricevuto tante lettere ed e-mail, e sono rimasto commosso, perché
ho pensato subito a quanto è vero che «Dio ama chi dona con gioia»,
come ci ricorda San Paolo. E so che il Signore ricolma di benedizione
coloro che agiscono così come voi fate. Il vostro è anche uno stimolo
forte per i vostri figli e per tutti i giovani, perché insegna loro
che cosa è davvero importante nella vita. Questo accogliere chi ha
bisogno è una “proposta educativa” molto concreta e che va contro
corrente rispetto a una cultura che «insegna» ai giovani solo a
soddisfare i propri desideri, e a credere che al mondo ci siamo solo
noi e “i nostri”.
Non vi lasceremo soli.
Saremo con voi a gestire l'accompagnamento di coloro che
accoglierete
nelle vostre case o comunità. Vi saremo accanto, per affrontare
insieme le necessità o risolvere ogni eventuale difficoltà. La
Caritas, la San Vincenzo, l’Ufficio Migranti e tante altre
associazioni e gruppi che operano nelle parrocchie hanno già attivato
attorno a voi e con voi una “rete di prossimità” che sostenga la
vostra generosità impegnando i volontari che già agiscono con frutto
sul territorio.
Ringrazio sentitamente quanti in questo periodo fanno pervenire
contributi anche finanziari per sostenere questa iniziativa. E anche
qui mi sorprendono tante persone, famiglie e comunità che avrebbero
bisogno loro di ricevere aiuto e che si preoccupano invece di pensare
a chi sta peggio di loro. Ho ricevuto offerte da bambini e ragazzi che
svuotano il loro salvadanaio, pensionati che con sacrificio inviano un
piccolo contributo. Ci sono parrocchie che, non potendo accogliere
direttamente, fanno una colletta inviando poi il ricavato; gruppi di
famiglie che decidono di tassarsi per un contributo mensile;
professionisti o imprenditori che rinunciano a parte dello stipendio
per donarlo. Persino, e devo proprio ricordarlo, sono arrivati soldi
da alcuni senza fissa dimora, che hanno “girato” parte delle elemosine
ricevute!
Grazie dunque e continuiamo così ad aiutarci tutti insieme, perché il
bene fatto senza ricevere niente in cambio è l'investimento più
prezioso anche per noi, per le nostre famiglie e comunità.
Io prego in ginocchio per tutte queste persone, per tutti voi;
ringrazio la Provvidenza del Signore, perché vedo in tutto questo un
segno grande e commovente: i nostri occhi non sono chiusi al bisogno
dei fratelli, i nostri cuori sono sempre capace di aprirsi a un
abbraccio d’amore.
Dio vi benedica e vi conceda pace.
+Cesare
Vescovo, padre e amico»
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