"Dolore e gioia in papa Wojtyla". Le parole di J. Navarro-Valls al Santo Volto

«L’Amore che salva – dal Volto del Sofferente ai volti della sofferenza ». È il tema del convegno internazionale organizzato dall’Ufficio di Pastorale della Salute della diocesi di Torino, promosso dal Pontificio Consiglio
per gli Operatori Sanitari e dall’Ufficio nazionale per la Pastorale della Salute, che si terrà a Torino il 22, 23, 24 maggio in occasione dell’Ostensione 

Parole chiave: sindone (73), santo volto (10), wojtyla (4), papa (648)
"Dolore e gioia in papa Wojtyla". Le parole di J. Navarro-Valls al Santo Volto

Joaquin Navarro-Valls, è un giornalista e medico spagnolo. È stato il direttore  della Sala Stampa della Santa Sede dal 1984 al 2006, diventando una delle personalità più note del Vaticano durante il pontificato di
Papa Giovanni Paolo II. In questa intervista presenta i temi del convegno.

La sofferenza è uno stato della condizione umana. Non esiste uomo che non sia attraversato nella vita da questa dimensione. Come viverla nella visione  cristiana dell’esistenza? 

La sofferenza è la più universale delle esperienze umane. Prima o poi tutti abbiamo o avremmo un incontro con la sofferenza. Il mistero del dolore umano solo trova un senso nelle sofferenze di Gesù Cristo: in quel mistero
di Dio stesso che ha voluto soffrire così tanto. Soltanto per Gesù Cristo sappiamo che Dio ci ama. A Lui dicevano: «Scendi della Croce e crederemmo che sei figlio di Dio». Ma Giovanni Paolo II diceva una frase molto audace
e piena di fede: «Se Gesù fosse sceso della croce la verità che Dio ci ama, sarebbe rimasta in sospeso». Quando l’essere umano trova un senso ai suoi dolori – grandi o piccoli che siano – per lui o lei – il soffrire non è soltanto
soffrire. Può essere, per esempio co-redimere. O amare. 

Nella sua esperienza di portavoce di San Giovanni Paolo II, ha potuto accompagnare e con-dividere le gioie e le sofferenze del Santo Padre e quelle da lui assunte nel suo lungo viaggio nel mondo per annunciare il vangelo. Ha un ricordo in particolare che vuole raccontare?

Nella vita di Giovanni Paolo II, anzi nei soli anni del suo Pontificato, la sofferenza è stata frequente e intensa: un attentato brutale, 9 ricoveri in ospedale, 5 interventi chirurgici, una malattia debilitante e progressiva. Ma la allegria era in lui permanente, profondamente radicata perché diceva che la gioia proviene dalla scoperta del senso della sofferenza. Le racconto due piccoli aneddoti: una volta una visitatrice negli anni in cui il Parkinson era
già avanzato, gli manifestò il suo apprezzamento per come lo trovava bene. Giovanni Paolo II, abbozzando un sorriso e con indubbio realismo ironico le rispose: «Ma lei pensa che non mi vedo in televisione come sono combinato?». Un’altra volta gli ho domandato: «Santo Padre, come sta lei oggi». E lui, con magnifico buon umore mi ha risposto: «Non lo so; ancora non ho letto i giornali». Dolore e allegria possono essere l’uno il
supporto dell’altra. Così succede nella vita di chi ha fede. La Sindone: il Volto del Sofferente nell’immagine sindonica, nel mistero del Sacro Telo e la sofferenza dell’uomo dei dolori, i dolori della vita, ma anche
la Speranza e la fiducia dell’affidamento. Di fronte al dolore, soprattutto di qualcuno che amiamo, alle volte si riesce a dire: «Vorrei soffrire per lui o per lei». Ma questo non ci viene mai concesso. A uno soltanto
è stato concesso questo: all’uomo della Sindone che ha preso tutti gli orrori degli uomini su di se. La Sindone racconta la storia di questo Uomo che è anche Dio. Per questo la Sindone è la base della nostra fiducia. Per quella
immagine sappiamo, con certezza, che Dio ci ama. Abbandonarsi a Lui è la strada più umana e più vera che ci possa essere.

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