Colletta per i terremotati
Affidato alla Caritas il coordinamento degli aiuti e del volontariato - Messa dell'Arcivescovo domenica 4 settembre alla Consolata
Si è già messa in moto la solidarietà della Chiesa torinese in aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto che la notte del 24 agosto ha squassato le province di Rieti, Ascoli Piceno, di Perugia e di Fermo, causando quasi 300 morti e numerosi feriti e sfollati, danni ingenti e il crollo di numerose abitazioni e di alcune chiese in modo particolare nei centri di Accumoli (Rieti), Arquata e Pescara del Tronto (Ascoli Piceno) ed Amatrice (Rieti). All'appello dell'Arcivescovo a sostenere attraverso la Caritas diocesana - e in particolare con la colletta nazionale di domenica 18 settembre - le Caritas locali, in tanti hanno già risposto con contributi, rendendosi disponibili a raccogliere materiali o ad andare sul posto. Diverse comunità parrocchiali hanno testimoniato vicinanza non solo con aiuti economici, ma anche con celebrazioni e preghiere. Molti parteciperanno alla Messa in suffragio che mons. Nosiglia presiede domenica 4 settembre alle 18 al Santuario della Consolata rilanciando l'invito di papa Francesco all'Angelus di domenica scorsa: « Vi chiedo di unirvi a me nella preghiera, affinché il Signore Gesù, che si è sempre commosso dinanzi al dolore umano, consoli questi cuori addolorati e doni loro la pace per l’intercessione della Beata Vergine Maria».
«La situazione – spiega Pier Luigi Dovis, direttore della Caritas diocesana, in contatto con i direttori delle Caritas locali per concertare gli aiuti – purtroppo è ancora in evoluzione, la terra trema, ci sono dispersi... per questo non si è ancora formulato un vero e proprio piano di azione post-emergenza che presumibilmente verrà messo in campo agli inizi di ottobre: quei gemellaggi tra diocesi e comunità che hanno ad esempio ha portato preziosi frutti di condivisione, fraternità e aiuto concreto a Medolla colpita dal terremoto 4 anni fa. Anche perchè lo stile dell'intervento Caritas è quello di sostenere sì le popolazioni nell'emergenza, ma sopratutto di accompagnarle nella fase di ricostruzione quando non saranno più sotto i riflettori dei media, ma le necessità saranno ancora tante. Ci si impegnerà per la realizzazione di centri di comunità, nel sostegno al lavoro di quei piccoli imprenditori che hanno perso la loro fonte di reddito e si aiuteranno le famiglie particolarmente bisognose che vivevano situazioni difficili già prima del sisma».
Per l'emergenza la nostra diocesi ha già destinato 100 mila euro, la Caritas Italiana 100 mila, la Cei un milione di euro, ma importante sarà il contributo della colletta del 18: «Il piano di aiuti verrà dettagliato nelle prossime settimane – prosegue Dovis – ed è importante che le offerte ci arrivino entro il 25 settembre (tutte le modalità nel box a lato) in modo da poter progettare in modo puntuale. Così come – preferibilmente via mail – chi fosse disponibile ad un intervento di volontariato è utile che lo segnali subito con la consapevolezza che però gli interventi saranno in tempi successivi perchè ora sono necessari solo 'aiuti altamente specializzati' che Caritas nazionale o associazioni specifiche hanno già inviato. Analogamente la raccolta di alimentari, vestiario o prodotti per l'igiene ora non viene effettuata dalla nostra Caritas per agire poi su esigenze mirate, in collegamento con quanto richiesto in loco. Lo spirito resta infatti quello della fraternità, non dell'azione isolata, e della vicinanza alla sofferenza con la prospettiva di restituire un po' di speranza e di futuro a chi ha perso tutto».
Oltre alla nostra diocesi tante le manifestazioni di solidarietà che anche le istituzioni civili del territorio e associazioni hanno sponsorizzato e promosso: spaghettate, incassi devoluti, oggetti messi all'asta.
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