Aspetti amministrativi della Diocesi di Torino e delle parrocchie
Pubblichiamo la versione integrale della relazione tenuta all'Assemblea amministrativa del Clero della Diocesi di Torino da mons. Giuseppe Trucco, Vicario episcopale per l'amministrazione, svoltasi a Villa Lascaris il 12 novembre 2014
Le criticità amministrative delle parrocchie nell'attuale contesto socioeconomico:
spending review e possibili risorse
- 1. Anche noi subiamo gli effetti della famigerata crisi economica in corso. A testimonianza di un considerevole numero di parroci, le contribuzioni complessive alle parrocchie sono su un piano inclinato discendente che dal2008 a oggi ha prodotto una diminuzione di offerte che nel 2014 oscilla tra il 20 e il 30%.
Siamo allineati alla regola universale delle micro e macro società, dalle famiglie agli stati, che in caso di piatto che piange perseguono una doppia strada:
a - razionalizzazione dei consumi con azzeramento degli sprechi e eliminazione del possibile superfluo. Rilettura e ottimizzazione di spazi, impianti, erogazioni ...
b - creazione e reperimento di nuove risorse.
- 2. Analizzando, senza pretesa scientifica, lo stato di compartecipazione economica dei fedeli nelle nostre parrocchie, emergono alcuni fenomeni.
a - E' clamorosamente smentita la convinzione che i fedeli corrispondano al numero di abitanti di un territorio. Al 10% circa di non cattolici si aggiungono un numero sempre crescente di atei e agnostici sicché il numero di potenziali praticanti si ipotizza attorno al 75% degli abitanti.
Fa certamente pensare che al dato per il 2013 di 3.000 battezzati in Torino l'anagrafe ufficiale dà 7.518 nascite di cui 5.000 da genitori italiani e 2. 500 da coppie miste o straniere.(30% nati fuori matrimonio). Ci avviciniamo a un 50% di richieste di battesimi?
b - Dei sedicenti cattolici gli indifferenti e occasionali sono di gran lunga la maggioranza ed ecco che la frequentazione ordinaria domenicale delle nostre comunità, rispetto ai residenti del territorio, oscilla tra 5% nelle zone più depresse dell'area metropolitana al 10% nelle zone più floride, fino a percentuali decisamente più sostenute del 20 e fino al 30% in aree fortunate della provincia.
c - La calata a picco della massa dei frequentanti incide sostanzialmente sulle contribuzioni.
Elaborando i consuntivi consegnati della 280 parrocchie risulta che la contribuzione media annua per abitante è di 10 € contando tutti gli introiti: assemblee condominiali, feste, raccolte, manifestazioni varie... Evidentemente anche qui si oscilla da introiti nella città inferiori agli 8 €/anno per residente agli oltre 12 € in provincia.
d - Terzo fenomeno da considerare è il cambio di compartecipazione degli insediamenti giovani e in genere degli under 60. Fino agli anni '70 vigeva il sistema tariffario: anche se non in modo rigido a ogni richiesta o prestazione in ambito religioso corrispondeva una quota. Vigeva poi il 5° precetto generale della chiesa "Contribuire alle necessità della chiesa secondo le leggi e le usanze", che veniva recitato in coda alle preghiere del buon cristiano (fino alla espansione del mezzo televisivo nelle famiglie).
La mentalità comune era che se chiedevo qualcosa contribuivo. Alla eliminazione delle tariffe sostituite dalle offerte libere, nei primi anni, le offerte erano addirittura incrementate. Con il cambio generazionale è scomparsa la memoria del corrispettivo prestazione-offerta.
L'introduzione dell'8xmille e la sua pubblicità hanno diffuso la mentalità che la chiesa sia un prolungamento dello stato, da esso rimunerata non solo per i riti ma anche per il welfare (campo del sociale e della carità).
e - Per arricchire il capitolo, senza creare terrorismi, prendiamo atto che è al governo una proposta di legge che prevede l'opzione dell'8x1000 estesa alla sicurezza delle scuole. Una diminuzione del gettito attuale di circa il 25% è tra gli eventi possibili e probabili. Gioverà mettersi in tale prospettiva come chiesa e magari smagrire una serie di iniziative aspecifiche rispetto alla mission propria ed essenziale.
- 3. Torniamo al delicato capitolo: creazione e reperimento di nuove risorse.
Tra le tariffe di ieri e il nulla di oggi, come creare senso di compartecipazione e farsi carico?
a - La razionalizzazione e ottimizzazione degli spazi può permettere di mettere a reddito, con le dovute cautele, settori di immobili.
b - Problema principe però è la creazione del senso di compartecipazione e del farsi carico.
COME? Al gradito e attento pubblico la parola: l'argomento dovrà investire la diocesi e ogni comunità.
Vicario Episcopale per l’amministrazione
Mons. Giuseppe Trucco
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