Chiesa italiana verso Firenze

Dal Sinodo al convegno decennale della comunità cattolica in Italia due mesi intensi che parte con l'Assemblea dei vescovi

Parole chiave: decennio (1), chiesa (665), convegno (43), sinodo (46), italia (221)
Chiesa italiana verso Firenze

«Abbiamo una grande necessità di far vedere la bellezza della famiglia che è in Italia. La nostra forza è rimanere ancorati alla realtà con la consapevolezza che la realtà è superiore all’idea: la realtà è la famiglia». Ne è convinto mons. Nunzio Galatino, segretario della Conferenza episcopale italiana. La famiglia ancora e sempre al centro della Chiesa. La famiglia è stata all’origine del viaggio di Papa Francesco a cuba e negli Stati Uniti (19-28 settembre); della famiglia si occuperà il Sinodo (4-25 ottobre); la famiglia è al centro delle preoccupazioni della Chiesa italiana, che si prepara al convegno di Firenze (9-13 novembre). Poi la Chiesa spalancherà le porte al «Giubileo della misericordia» nel 50° della chiusura del Concilio Vaticano II: la misericordia è il cuore del papato bergogliano.                                                                                                                            

Nel capoluogo toscano da mercoledì 30 settembre a venerdì 2 ottobre si svolge la sessione autunnale del Consiglio episcopale permanente, aperto dalla prolusione del presidente, cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova. All’ordine del giorno, gli ultimi preparativi del convegno nazionale, l’elezione dei membri delle Commissioni episcopali e del Consiglio per gli affari giuridici, le indicazioni alle diocesi italiane sull’accoglienza dei profughi in risposta all’appello di Papa Francesco del 6 settembre.                                                                                                                    

Due altri temi si aggiungono. La riforma introdotta dai due «motu proprio» di Papa Francesco intitolati «Mitis iudex Dominus Iesus» e «Mitis et misericors Iesus» sulla riforma del processo canonico nelle cause di nullità, rispettivamente del Codice di diritto canonico (Chiese occidentali) e nel Codice dei canoni (Chiese orientali cattoliche). Entrerà in vigore dall’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione e inizio del Giubileo straordinario della misericordia (8 dicembre 2015-22 novembre 2016) nel 50° della conclusione del Concilio Vaticano II (1965-2015). La riforma, richiesta con forza dal Sinodo straordinario di un anno fa «Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto  dell’evangelizzazione» (5-19 ottobre 2014), arriva alla vigilia del Sinodo ordinario «Vocazione e missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo» (4-25 ottobre 2015). Sabato 3 settembre in piazza San Pietro migliaia di famiglie, convocate dall’episcopato, pregheranno con Papa Francesco per il Sinodo.         

 L’altro tema rimane sotto traccia, ma ormai è ineludibile, anche se ufficialmente la Cei non ne parla: è la riduzione del numero delle diocesi. Sono troppe. Lo diceva Paolo VI, lo diceva Giovanni Paolo II, lo diceva Benedetto XVI. Francesco affronta  la questione di petto. Il 23 maggio 2013 nel primo incontro con la Cei riunita i assemblea, disse chiaramente: «Io so che c’è una Commissione per ridurre un po’ il numero delle diocesi tanto pesanti. Non è facile, ma c’è una Commissione per questo». Pressato dai giornalisti, alla fine della 65ª assemblea del 2013, il presidente Bagnasco informò che la Commissione aveva trasmesso i risultati alla Congregazione per i vescovi, che deve decidere. E indicò alcuni «criteri» segnalati: 1) un’estensione territoriale adeguata; 2) una consistenza demografica significativa come numero di abitanti, il numero degli abitanti in rapporto all’estensione del territorio; 3) una dotazione idonea di clero e di opere, cioè di personale pastorale e di strutture adeguate sul territorio; 4) un’organizzazione diocesana funzionale in grado di sostenere e sviluppare un’attività pastorale efficace e unitaria; 5) il radicamento storico, culturale e religioso.     

 

Il problema si è fatto drammatico per la carenza di sacerdoti e religiosi, da cui sono afflitte tutte le diocesi. Al 30 settembre 1986 le diocesi italiane erano 325, ridotte a 226 in forza del nuovo Concordato del 1984. Pare di capire che il capitolo-riduzione passerà per le 16 Conferenze episcopali regionali prima delle decisioni definitive. Se la riduzione fosse stata fatta cinquant’anni fa a metà degli Anni Sessanta – come ordinava il Concilio - sarebbe stata un’altra cosa.                                                                                       

Il convegno fiorentino è ormai definito. Attorno alla pre­senza del Papa ruota­no gli altri momenti. Contrariamente a Roma 1976, Loreto 1985, Palermo 1995, Verona 2005, Bergoglio parla all’inizio indirizzando i lavori e non costringendo a inversioni di rotta come accadde a Loreto. I delegati sono 2.500, gli invitati e gli ospiti 2.000.                                                              

Lunedì 9 novembre pomeriggio - Dalle quattro basiliche - Santa Croce, Santa Maria No­vella, Santo Spirito, Santissima Annun­ziata - i partecipanti confluiscono nel­la Cattedrale di Santa Maria del Fiore per la celebrazione inaugurale, presieduta dall'arcivescovo di Firenze cardinale Giuseppe Betori con pro­lusione di mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e presidente del Comitato preparatorio.                                                                                                                

Martedì 10 novembre – In Cattedrale preghiera, riflessione spirituale, incontro con Papa Francesco; alle 15,30 allo Stadio comunale «Artemio Franchi» Concelebrazione presieduta dal Papa per i partecipanti al convegno e per la città; a sera eventi spirituali e culturali in vari luoghi.                                                                                         

Mercoledì 11 novembre mattina – Relazioni introduttive sul tema «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo»: la prospettiva teologica è af­fidata a don Giuseppe Lorizio, foggiano, docente di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Lateranense; la prospettiva sociologico-culturale a Mauro Magatti, sociologo ed economista, docente all’Università Cattolica di Milano.                                                                                             

Mercoledì 11 pomeriggio e giovedì 12 – Per un giorno e mezzo gruppi articolati sulle 5 vie della traccia: «Uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigu­rare». Le 5 aree hanno 500 partecipanti ognuna, suddivisi in 5 gruppi da 100 partecipanti, distribuiti in tavoli da 10. Le 5 vie hanno un relatore e un ani­matore; le stanze un mo­deratore; i tavoli un facilitatore. Le sintesi confluiscono nelle 5 sintesi complessive. Relatore di «Uscire» don Duilio Albarello, animatore mons. Gian Carlo Perego; «Annunciare» dom Bernardo Gianni, ani­matore mons. Paolo Sartor; «Abi­tare», mons. Luca Bressan, animatore don Paolo Gentili; «Educare» suor Giuseppina Del Core, animatore Ernesto Diaco; «Trasfigurare» fratel Goffredo Boschi, animatore mons. An­gelo Lameri. Un laico è davvero troppo poco.                                                                                                                 

Venerdì 13 novembre - Plenaria conclusiva con le relazioni sulle 5 «vie», messaggio e conclu­sioni del presidente Bagnasco. Nonostante gli sforzi è difficile immaginare che emer­ga un quadro realistico della Chiesa in Italia.                                                                                                           

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