Al Sermig, dopo la Sindone e Maria Ausiliatrice, conclusa la giornata torinese di Mattarella
Si è conclusa con i giovani del Sermig la giornata torinese del presidente della Repubblica Mattarella. Dopo l'inaugurazione del Salone del Libro il presidente ha vistato la Sindone in Duomo, ha reso omaggio a Don Bosco nella Basilica di Maria Ausilatrice, ha celebrato la prima Giornata del Perdono con 2 mila giovani all'Arsenale della Pace (fotogallery)
“Non tiratevi indietro. Non rinunciate ai vostri ideali di umanità e di giustizia”. Con queste parole di incoraggiamento rivolte ai 2 mila giovani che hanno gremito l'Arsenale della Pace, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concluso la sua visita a Torino in una giornata, il 14 maggio, fitta di appuntamenti. Iniziata con l'inaugurazione del Salone del Libro è stata segnata da diverse tappe, tra cui la visita alla Sindone, l'omaggio a Don Bosco nella Basilica di Maria Ausilatrice e un lungo momento di incontro e dialogo con i giovani del Sermig dove ha salutato la prima “Giornata del Perdono” che Ernesto Olivero ha voluto istituire il 14 maggio.
Dopo la visita al Salone del Libro, nel pomeriggio il capo dello Stato è stato accolto da mons. Nosiglia a Palazzo Reale, ha poi assistito alla proiezione del filmato di preletturae ha compiuto l’ultimo tratto del percorso verso il Duomo con i gruppi di pellegrini che si trovavano sul cammino.
Davanti alla Sindone mons. Nosiglia gli ha brevemente illustrato le caratteristiche del Telo e, dopo l’ascolto della preghiera, Presidente e Arcivescovo sono usciti dalla porta centrale del Duomo, accolti dalla folla che aveva atteso il passaggio del Presidente.
“La visita del Capo dello Stato alla Sindone – ha sottolineato l'Arcivescovo - segna un momento di gioia per la Chiesa di Torino. I pellegrini italiani rappresentano oltre il 90% dei visitatori dell’ostensione; il passaggio del Presidente è un incoraggiamento importante, e un riconoscimento di come la devozione alla Sindone sia radicata e diffusa nel nostro Paese”.
Gioia anche per quella grande porzione di Chiesa Torinese che appartiene al mondo Salesiano che ha visto la sosta del presidente a Maria Ausiliatrice. Ad accogliere Mattarellail Vicario del Rettor Maggiore, don Francesco Cereda, e il Superiore dei Salesiani in Piemonte e Valle d’Aosta, don Enrico Stasi che lo hanno accompagnato presso la cappella dove è custodita l’Urna di Don Bosco per un momento di preghiera personale, cui è seguito il saluto ai giovani nel cortile di Valdocco
“Siamo onorati – ha sottolineato don Stasi - in questo anno di festeggiamenti e ricorrenze in cui celebriamo il nostro amatissimo Santo, di ricevere il Presidente Mattarella, nei luoghi in cui Don Bosco ha realizzato il suo grande sogno, ha fondato la sua congregazione e ha aiutato i giovani a diventare protagonisti del loro futuro. Ringraziamo il Presidente per aver più volte sottolineato l’importanza dei giovani nella nostra società, e aver dichiarato che non possiamo fare a meno di loro e che i giovani ‘devono entrare nel sistema da protagonisti’”.
E protagonisti i giovani lo sono stati nel dialogo con il presidente che si è svolto nella chiesa del Sermig. Un dialogo costruito a partire da tre domande: su come rispondere al male con il bene, su come vivere “un'accoglienza seria e matura” dei tanti migranti che approdano nel nostro paese, e su come combattere la corruzione.
Domande alle quali Mattarella ha risposto raccogliendo più volte applausi per le esortazioni alla speranza e all'impegno richiamando anche vari ricordi personali. “I corruttori – ha sottolineato - sono i peggiori peccatori, lo ha scritto Papa Francesco prima di diventare arcivescovo di Buenos Aires e sono parole di fuoco che condivido”. E ancora: “Fatevi sentire, imponete i vostri temi agli adulti. Fate sentire il vostro punto di vista. Fatevi sentire”. “Non ascoltate le sirene di coloro che considerano il denaro come misura unica del successo personale. Il vero successo è costruire un mondo segnato da pace e giustizia”
Ideali che si fondano su quel perdono per il quale Ernesto Olivero ha scelto il 14 maggio come Giornata da celebrare ogni anno.
“Lei caro Presidente – ha sottolineato Olivero – nella sua vita ha saputo ascoltare la sua coscienza e rispondere con coerenza, per questo vorremmo condividere con lei il nostro sogno di riconciliazione per l'Italia e il mondo. La riconciliazione tra stati e nazioni, tra popoli, ma anche tra giovani e adulti, tra le generazioni, per farlo dobbiamo chiedere perdono, invocare una riconciliazione che entri nella nostra carne, nella nostra vita”.
Parole pronunciate con commozione e siglate al termine dell'incontro dal suono di 5 rintocchi della campana del perdono donata al Sermig dalla diocesi de L'Aquila. 5 suoni associati a 5 intenzioni pronunciate rispettivamente dal Presidente, da un bambino, dall'Arcivescovo Nosiglia, da un giovane e da Olivero.
“Questa campana – ha concluso Mattarella – risuona perchè il potere sia sempre un'occasione di servizio per costruire insieme, ognuno nel proprio ruolo il bene comune”.
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