Addio a Mons. Mansueto Bianchi, assistente centrale dell'Azione Cattolica
L'annuncio della morte dell'Arcivescovo italiano dato dal successore alla guida della Chiesa di Pistoia. Una grave perdita per la chiesa italiana
Monsignor Mansueto Bianchi è morto oggi, dopo una malattia tumorale. Ne dà notizia monsignor Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia, con “profondo dolore e il cuore chiuso in un nodo di tristezza anche per l’amicizia personale che mi legava e lega ancora a lui”. “Soffriamo enormemente per questa perdita ma ci conforta la stupenda testimonianza di fede, di speranza e di carità dolcissima che ci ha dato in questi lunghi e interminabili mesi di ospedale”, prosegue il vescovo Tardelli: “È stato duramente provato, tra alti e bassi, piccole riprese e ricadute. Sempre sereno e con una grande pace nel cuore, affidato completamente a Gesù, pieno di amore per Lui e per le persone che sono passate attraverso la sua vita e che ha portato sempre con sé. Posso attestare di persona la sua fede rocciosa, la sua delicatezza d’animo, l’abbandono fiducioso nelle mani del Signore.
La diocesi di Pistoia gli deve tanto e anche in questi mesi di dura prova, l’amore per i pistoiesi è stato sempre molto forte in lui”. Ora, aggiunge mons. Tardelli, “sono certo, gli si sono spalancate le porte del paradiso per contemplare viso a viso quel Dio da cui si è lasciato conquistare e consumare. La nostra Chiesa ha così un suo altro grande patrono nel cielo che si va a unire a quei santi vescovi che l’hanno arricchita con i doni del Signore. A Dio, da cui in verità speravamo la guarigione del nostro fratello e vescovo, sia resa comunque la lode più grande perché Lui sa il come e il perché e soprattutto per il dono prezioso che ci ha fatto facendocelo incontrare e conoscere”.
Ordinato sacerdote il 29 giugno 1974, mons. Bianchi era nato a Santa Maria del Colle (Lucca) il 4 novembre 1949. È stato eletto vescovo di Pistoia all’età di 57 anni, il 4 novembre 2006, mentre dal 18 marzo 2000 era vescovo a Volterra. La “presa di possesso” della diocesi di Pistoia avvenne, con una cerimonia solenne e affollata nella Cattedrale di San Zeno, sabato 16 dicembre 2006: “Ascoltare la città – disse durante l’omelia – vuol dire guardare ai poveri, agli ammalati, ai precari, agli impauriti del domani, a quelli che non ce la fanno”. Vicepresidente della Conferenza episcopale toscana, era stato nominato assistente generale dell’Azione Cattolica Italiana dal 5 aprile 2014.
Il comunicato dell'Azione Cattolica Italiana
In questo tempo di malattia, il vescovo non ha mai perso lucidità e più volte ha affermato di voler offrire la sua sofferenza per il bene dell’Azione Cattolica Italiana che ha considerato un dono per il suo ministero episcopale”. È quanto si legge in una nota della Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica sulla morte di monsignor Mansueto Bianchi, al quale era stata diagnosticata nel mese di marzo una forma tumorale particolarmente aggressiva, nonostante un importante intervento chirurgico. In questi anni “la Presidenza nazionale, il Consiglio nazionale e gli aderenti che in varie e numerose circostanze hanno avuto la possibilità di incontrarlo, hanno trovato in mons. Bianchi un punto di riferimento discreto e rispettoso ma capace di offrire un contributo di grande significatività: per l’amore e il riferimento costante alla Parola di Dio; per la passione e la conoscenza della vita della realtà ecclesiale; per il desiderio di servire con coraggio la persona del Papa e il sogno di Chiesa che Egli ha delineato nella ‘Evangelii Gaudium’. Questo servizio – prosegue la nota – mons. Bianchi ha continuato a renderlo a tutte le persone che lo hanno avvicinato anche nel prolungato tempo di ricovero ospedaliero”. A tal proposito, “la Presidenza nazionale desidera esprimere una parola di grande riconoscenza anzitutto al Santo Padre, che in modo discreto e costante si è sempre informato delle condizioni di mons. Bianchi; e al Segretario di Stato S.Em. il Card. Pietro Parolin. Siamo grati al personale del Campus Biomedico di Roma, al prof. Coppola, al dott. La Vaccara e al dott. Caputo e a tutto il personale infermieristico per le amorevoli cure prestate. Grazie pure ai medici e agli operatori dell’associazione ‘Antea’ che hanno curato l’assistenza domiciliare in questo ultimo periodo”.
Un “particolare cenno di gratitudine”, aggiunge il comunicato, va “a don Robin Weatherill per l’amicizia – di lunga data – con la quale ha accolto, sostenuto e accompagnato mons. Bianchi al Campus. E a suor Leonita e suor Daniela (della Congregazione delle Serve del Signore) che, insieme a suor Eva fin dagli anni dell’episcopato a Volterra e a Pistoia, hanno avuto nei confronti di mons. Bianchi una dedizione encomiabile.Molte volte, nei più di quattro mesi durante i quali la malattia ha gradualmente rivelato la sua gravità, mons. Bianchi ha affermato di essersi sentito sorretto dalla preghiera di molte persone: gli aderenti e assistenti dell’associazione; i sacerdoti, religiosi e laici delle diocesi di Pistoia, Volterra e Lucca; un ampio numero di vescovi, sacerdoti e moltissimi laici con iquali mons. Bianchi ha vissuto rapporti di sincera amicizia. Lui stesso si è detto stupito e grato per la forza che da tale preghiera ha ricevuto”. “Siamo certi che tale comunione non si sia interrotta con la sua morte. La sua intercessione – conclude la nota – continuerà a rendere feconda la vita dell’Azione Cattolica. È guardando a Gesù Risorto che potremo, seppure in modo diverso, continuare a camminare insieme a lui. Grazie, Eccellenza!”.
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