Torino, l'ex Moi in cerca di identità

L'Ex Villaggio Olimpico di Torino 2006 risorto dopo lo spostamento dieci anni fa dei Mercati generali resta in una situazione di degrado e nella zona centrale inutilizzato

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Torino, l'ex Moi in cerca di identità

Chi e quante persone abitano le palazzine dell’ex Moi? È la prima domanda alla quale vuole dare risposta la Città di Torino. La seconda riguarda il futuro dell’area, un tempo occupata dai mercati generali del Lingotto che nel 2006 è stata  trasformata nel villaggio olimpico per i giochi invernali. Svaniti i fasti olimpici di Torino 2006, dal 2013 le palazzine sono occupate da senzatetto, la maggior parte dei quali migranti.

Il primo nucleo di persone che ha deciso di trasferirsi faceva parte del post emergenza Nord Africa, finite le risorse e i progetti, centinaia di persone hanno trovato riparo nelle palazzine olimpiche. E oggi? L’occupazione c’è ancora e il numero potrebbe oscillare tra le 1200 e le 1600 unità ma è una stima approssimativa. La prima azione da mettere in campo ora è censire gli occupanti e infatti questo è uno dei punti all’ordine del giorno per l’amministrazione torinese. Il neo sindaco Chiara Appendino lo aveva annunciato durante la campagna elettorale e lo ha ribadito in estate: «È necessario intervenire al più presto - ha dichiarato la prima cittadina in una diretta su facebook - partiremo con un censimento e proseguiremo nell’ottica di liberare gli spazi e permettere alla città di tornare a prenderne possesso». I tempi? Si parla di un mese circa come confermano gli incontri organizzati nei giorni scorsi in cui i vertici di Palazzo civico hanno incontrato alcuni rappresentanti dei rifugiati che vivono all’ex Moi, le associazioni e gli enti sociali ma anche i soggetti potenzialmente attori della «riqualificazione».

Riuscire a contare gli occupanti attuali non sarà cosa semplice. Sarà determinante l’aiuto di volontari e associazioni, mentre la definizione della nuova destinazione d’uso si presenta come una fase ancora meno scontata e sicuramente più complessa, perché lunga e probabilmente onerosa. Al momento si registra un passo indietro per il polo universitario che vedeva Università degli Studi di Torino e Politecnico come attori della rinascita dell’area e non si esclude un ritorno ad area mercatale.

Anche il nuovo prefetto di Torino, Renato Saccone, insediatosi quest’estate in piazza Castello, ha in agenda tra le altre emergenze l'emergenza immigrazione e le occupazioni abusive, con un riferimento specifico proprio all'ex Moi, le palazzine occupate in parte da migranti. «Torino è una città con un alto senso istituzionale e con voglia di fare bene. Mi ha sempre colpito per la sua straordinaria capacità di seminare valori - ha detto Saccone nel giorno del suo insediamento - Bisogna creare una rete e collaborare con la società civile per affrontare i problemi che si vivono quotidianamente. Ora bisogna organizzare l'agenda e capire quali sono le priorità».

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