Per Mattia
Il ricordo di Mattia Maggiora. Un ragazzo, tante speranze, educatore, scout. Un giovane che amava l'impegno, gratuito e leale. Relazioni, famiglia, amici, progetti d'amore. Il mistero della morte e della vita
Mattia aveva 27 anni. Era un ragazzo, dagli ampi orizzonti. Aveva progetti, impegni, passioni. Un grande cuore. Come lo ricordano familiari e amici. Era un capo scout, amava la politica che si occupa delle persone, partendo dal basso: Si dedicava agli ultimi e le persone in difficoltà. Aveva ed ha una famiglia splendida, l’amore per una fidanzata Giulia, con la quale si preparava a condividere la vita. Una sera, una tragica notte di giugno, è caduto dalla moto, ed ha perso la vita.
La morte l’ha strappato alla vita, unico e irripetibile bene. La commozione, la preghiera, il funerale nella Comunità di Gesù Nazareno in Torino sono stati momenti di commozione e dolore senza fine. Le sequenze di un lacerante, invincibile, profondo abisso senza risposte. Oggi, domani e per sempre sarà nel cuore e nella mente dei genitori, del fratello, dei nonni, dei parenti e degli amici. Ma il dolore non si lenisce e non si può attenuare. Morire giovani, come Mattia, non è normale, è una realtà che distrugge ogni speranza, ogni pensiero, ogni razionale e umano convincimento.
La domanda perchè? angoscia chi resta e sconvolge il pensiero di cosa sia davvero degno e certo nella vita, di ogni creatura di Dio. La sua durata? La sua realizzazione? La sua umana felicità? Niente di tutto questo, ma altro, più profondo e incomprensibile alle categorie umane. La vita è dono e segno di un percorso che non finisce. "Siete del mondo ma non del mondo", dice Gesù ai suoi discepoli e lo dice ad ogni uomo, in ogni epoca e storia.
Il giovane Mattia, il fratello, il figlio non è scomparso, ma vive nella gloria di Dio, in quella comunione dei santi che è una realtà viva, dimensione spirituale e reale, essenza cristiana. Un giorno lo incontrerete. Un giorno ci incontreremo e ci saranno asciugate le lacrime e annullati i dolori della vita. La compresenza di morti e dei viventi ci parla di eternità, ricorda che l’intera esistenza è camminare verso un Oltre che ora possiamo solo intravedere da lontano ma non comprendere.
La nostalgia più profonda di Dio, la sua presenza nel mondo e il suo compimento, non sono una consolazione ai dolori umani, ma la realizzazione cristiana. La vita oltre la morte, la Pasqua dopo il venerdì santo, per tutti è il destino. La misericordia di un Dio, che è Padre ed morto e Risorto per noi. Non importa l’età, la condizione, la salute o la malattia, la gioventù o la vecchiaia, la ricchezza o la povertà, la fame o l’opulenza. La vita è una è dono durasse 100 anni o un minuto. Solo Dio e solo l’uomo, l’Amore che salva e accoglie nella sua pace e gloria, alla fine di ogni pellegrinaggio terreno.
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