L'era del digitale deve partire dall'umano
Il giorno del digitale celebrato dal premier Renzi alla Reggia di Venaria
Il primo Italian digital day si è svolto nello scenario della Reggia di Venaria il 21 novembre scorso, con la partecipazione del presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi. Un meeting che si pone al termine di un anno di preparazione in cui i digital champions, in testa Riccardo Luna, che ha moderato la giornata, hanno progettato un futuro digitale per l'Italia. «Dobbiamo evitare di far diventare il digitale solo un divertissement, qualcosa per addetti ai lavori – esordisce il premier – dobbiamo portare il digitale come la più grande occasione che ha l’Italia di essere se stessa». Una vera riforma digitale, continua, ha la possibilità di rendere l'Italia più semplice e più giusta. Oggi il digitale ci permette di rendere più semplici molte operazioni che dobbiamo fare ogni giorno – come pagare il biglietto del tram, o accedere al proprio cassetto fiscale. Ma per rendere il Paese anche più giusto, ad esempio, è necessario che tutti paghino le tasse e «una delle conseguenze della digitalizzazione è che l'evasione fiscale sarà ridotta a zero».
L'iniziativa dei digital champions, coordinati da Paolo Barberis, consigliere per l'innovazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, e da Antonio Samaritani, direttore dell'Agid (Agenzia per l'Italia digitale), va in questo senso: creare un progetto comune perché il digitale diventi una reale possibilità di sviluppo per il Paese. «Se in questi mesi abbiamo fatto ciò che doveva essere fatto in vent'anni di governo, ora con il digitale dobbiamo costruire il futuro» continua Renzi.
Nell'arco della giornata si sono susseguiti tanti esempi di «digitalizzazione» nella nostra quotidianità: dall'impresa e dal lavoro (con l’esempio delle Startup, della nuova frontiera della Fabbrica 4.0 e dell’imprenditoria agricola), alla comunicazione e alla lotta alla criminalità organizzata (come Corto circuito, il giornale di Reggio Emilia che ha contribuito con le sue video-inchieste all’indagine sulle infiltrazioni mafiose), all'amministrazione del territorio (come nella raccolta differenziata dei rifiuti e la costruzione delle Smart cities), passando attraverso i servizi essenziali, soprattutto in rapporto alle istituzioni. E proprio la pubblica amministrazione è interessata da una grande riforma digitale, illustrata da Paolo Barberis e da Antonio Samaritani, che dovrà in due anni rendere più semplici i rapporti del cittadino con la stessa amministrazione e nel contempo ridurre ed eliminare le irregolarità, così come la corruzione e l'evasione. Le priorità di «Italia login» – questa la denominazione del progetto – partono dallo Spid (il Sistema pubblico di identità digitale), una sorta di «codice fiscale digitale», che consenta ad ogni cittadino di avere un unico accesso per tutti i servizi e i rapporti con la pubblica amministrazione. Quindi anagrafe digitale unica attraverso l’unificazione delle banche dati e pagamenti più semplici, grazie all’accordo di Agid con le banche.
«Quando parliamo di pubblica amministrazione pensiamo ancora a qualcosa di lento e polveroso – afferma il ministro Maria Anna Madia, a conclusione della giornata – ma voi digital champions ci state dimostrando che si può cambiare pagina. Per una volta non è il pubblico che insegue il privato, ma il pubblico con un grande progetto all’avanguardia apre la strada e coinvolge anche il privato». Be social, è lo slogan che risuona: però «essere social non significa soltanto stare sui social network – avverte Matteo Renzi – ma farsi carico dei problemi della gente, prendersi cura degli altri. L’Italia è un Paese che ha espresso nei secoli una genialità straordinaria: abbiamo bisogno di ricordarci chi siamo e di continuare ad essere l’Italia, credere nella cultura e credere nel domani».
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