Il cielo su Torino

L'inaugurazione del Grattacielo di Intesa Sanpaolo, il lancio del Piano strategico della città e il nostro difficile presente

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Il cielo su Torino

Nei giorni scorsi è stato inaugurato ufficialmente il grattacielo di Intesa-Sanpaolo. Il nuovo edificio modifica la linea del cielo della città, si affianca alla Mole come elemento architettonico e in attesa del secondo grattacielo della Regione Piemonte, in fase di avanzata di costruzione, descrive un risvolto del cambiamento. Sono stati giorni di diffuso orgoglio subalpino celebrato nelle cronache dei media cittadini con grande enfasi. Migliaia di torinesi sono accorsi per vedere la loro città dall’alto, in una nuova prospettiva e dall’alto si vedono Torino e il suo cielo che tra chiaroscuri come cantavano nel 1999 i Subsonica: «Un altro giorno un'altra ora e un momento perso nei miei sogni con lo stesso smarrimento il cielo su Torino sembrano ridere al tuo fianco, tu sei come me».

Sempre la scorsa settimana è stato presentato il piano strategico, il terzo per la città di Torino, costruito su 29 azioni con l’obiettivo di definire i principi della «governance» per l’area metropolitana – una quarantina di comuni in tutto – e rendere il territorio più amichevole e appetibile per lo sviluppo economico a livello internazionale.

Un processo di ascolto e consultazione durato tre anni, con 150 incontri, 230 enti coinvolti e 500 persone impegnate nei diversi gruppi di lavoro e nelle due commissioni. Insomma la città si muove. Bisogna però intendersi di quale città si parla, chi sono i soggetti inclusi in questo processo, le élite o il popolo? E’ la domanda essenziale, espressa anche, con forza dal progetto dell’Agorà del Sociale. Quando finiscono le feste e le inaugurazioni, si spengono i riflettori dalle sale convegno, allora i progetti devono prendere forma, lasciare il campo progettuale e passare alle realizzazioni concrete al servizio della comunità. Dall’alto, come l’angelo del cielo sopra Berlino, sarebbe bello sentire gli umori, i pensieri, le anime delle donne e degli uomini che vivono a Torino. Scoprire differenze e analogie, angosce e speranze, combattere contro disuguaglianze e ingiustizie, povertà e rassegnazione.

La città che è in affanno da tanti anni: quella dei giovani in cerca di lavoro, delle famiglie che faticano, dei malati e gli anziani troppo spesso soli, degli immigrati alla ricerca di una integrazione reale e condivisa. Non basta salire, è necessario scendere sulle strade della città. Oppure salendo, dall’alto, abbassando lo sguardo, si possono cogliere meglio le sfide alle quali la città è chiamata a rispondere nel sociale e nella proposta politica, sul terreno economico e del lavoro e nel contesto culturale. 

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