Gli occhi dello straniero sono i nostri, convegno a Torino
Accoglienza e diritti il tema dell'incontro in Consiglio Regionale del Piemonte promosso dall'Ente regionale in collaborazione con il Comitato regionale umani e il movimento Noi siamo con voi, aggregazione interreligiosa
"Accoglienza e garanzia dei diritti umani non possono mai essere disgiunti. Il repentino e forzato mutamento delle geografie dei popoli rende necessario affrontare il dialogo tra le culture, trovare modalità di confronto che trascendano quelle abituali anche attraverso lo sforzo, non solo linguistico, di arrichire i modelli interpretativi per comprendere il mondo dell'altro e rendere il nostro comprensibilie allo straniero. Un processo che ci impegna e ci obbliga ad allargare progressivamente le definizioni di uomo, di mondo, di Dio, di cultura, di famiglia e d'identità nazionale". Con queste parole il presidente dell'Assemblea legislativa e del Comitato regionale per i diritti umani Mauro Laus ha accolto, mercoledì 22 marzo nell'Aula di Palazzo Lascaris, i partecipanti al convegno Lo straniero, realizzato in occasione della Giornata internazionale contro il razzismo, che si è celebrata ieri, 21 marzo.
L'iniziativa, realizzata dal Comitato in collaborazione con il coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”, ha rappresentato un'occasione di approfondimento e di riflessione con le istituzioni.
"Una tappa importante di un percorso - ha sottolineato il vicepresidente del Comitato e e portavoce di "Noi siamo con voi" Giampiero Leo - per dire no a chi strumentalizza ed esaspera i temi e i problemi che l'immigrazione porta con sé attraverso un approccio che vada oltre il populismo razzista e il buonismo per non dimenticare che, se esiste il sacrosanto dovere dell'accoglienza, esiste anche quello a non emigrare per forza, dal momento che le migrazioni, se non governate, destabilizzano sia i paesi di partenza sia quelli di arrivo".
La direttrice del Servizio centrale Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) Daniela Di Capua, sottolineando che Torino è stato uno dei primi Comuni, nel 1999, ad aderire ai progetti Sprar, ha evidenziato che "nell'ultimo triennio i richiedenti asilo sono passati da 150mila a 170 mila l'anno ma i 190mila posti disponibili per l'accoglienza non vengono aumentati perché sono molti i richiedenti asilo che lasciano il territorio italiano di propria spontanea volontà. Il tema dell'accoglienza è molto strumentalizzato, a cominciare dal fatto che i circa 35 euro giornalieri a persona non vanno, come si fa credere, nelle tasche degli stranieri ma in quelle di chi opera con loro e provvede alla loro sistemazione".
Il sociologo Massimo Introvigne, direttore del Centro studi sulle nuove religioni, ha rilevato che "come c'è una temperatura reale e una percepita, così c'è un'immigrazione reale e una che ci costruiamo nell'immaginario sociale. Un'indagine condotta in Piemonte mostra che più della metà degli intervistati pensa che gli immigrati nella regione siano più del 20%, esattamente il doppio di quanti sono in realtà, 10%. Più interessante ancora è che oltre l'80% degli intervistati pensa che in Italia la maggioranza degli immigrati sia di religione musulmana, mentre in realtà gli immigrati musulmani sono il 32% contro un 54% di cristiani. L'immigrazione percepita ha importanti conseguenze sociali e politiche ed è alimentata da un massiccio fenomeno di fake news che forniscono informazioni errate".
Per il prefetto di Torino Renato Saccone "accogliere non è un atto più o meno gratuito di bontà ma una previsione di legge, a cominciare dai principi costituzionali, che tutelano la libertà della persona e della collettività. La laicità, che considera la libertà religiosa come un bene di civiltà, s'impegna a rimuovere ogni ostacolo che possa impedirla: per questo non consentire la libertà religiosa deve rappresentare un vulnus della democrazia anche per i non credenti. Bisogna inoltre sottolineare che tutti i richiedenti asilo accolti nei centri Sprar sono regolari dal momento che nessun clandestino può essere ospite di un centro".
"L'unico elemento che può salvare il mondo - ha concluso il presidente Laus - è la consapevolezza. Noi politici abbiamo il dovere di governare i processi, compreso il sentimento della paura, e non di subirli. Non è una questione di buonismo ma di realismo e di ottemperanza alle norme, pensando agli articoli della Costituzione e della Carta europea".
Nel corso dell'evento, cui hanno preso parte - tra gli altri - i consiglieri regionali Enrica Baricco, vicepresidente del Comitato, Silvana Accossato, Paolo Alemanno, Stefania Batzella, Gian Paolo Andrissi e Mario Giaccone e l'assessore alle Pari opportunità della Città di Torino Marco Giusta, sono state proiettate alcune sequenze del film documentario Redemption Song della regista Cristina Mantis.
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