Dalla strada all'autonomia, in rete! Nosiglia a Sant'Anna con i senza dimora dell'Aipsd
L'Arcivescovo ha preso parte alla cena solidale organizzata dalla parrocchia torinese di Sant'Anna con l'Aipsd, la prima associazione di senza tetto nata dal basso per dialogare con istituzioni e servizi sociali. Gallery fotografica
«Vogliamo essere considerati una risorsa e non un peso per la nostra società». È questa la convinzione che ha portato un gruppo di senza dimora torinesi lo scorso 8 luglio a fondare la prima associazione di senza tetto che, dal basso, vuole parlare alle istituzioni e al mondo del terzo settore per tutelare le persone che si trovano a vivere in strada.
Si tratta dell’Aipsd (Associazione italiana persone senza dimora) che sabato 11 novembre è stata accolta in festa presso la parrocchia torinese di Sant’Anna, nel quartiere Campidoglio-Parella, per una cena solidale a cui hanno preso parte anche l’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia e il presidente della Circoscrizione 4 Claudio Cerrato.
Lo stesso mons. Nosiglia, all’indomani della costituzione del nuovo ente, aveva incontrato i soci incoraggiando a proseguire la propria opera in dialogo con istituzioni, servizi sociali e cittadini.
Tutta la comunità di Sant’Anna si è mobilitata per organizzare la cena e per raccogliere fondi destinati all’acquisto di sacchi a pelo termici a sostegno degli «irriducibili», i senza dimora che non hanno accesso o non vogliono passare la notte nei dormitori cittadini e che dunque rimangono a dormire sotto i portici o su una panchina. La Conferenza San Vincenzo, i giovani, i gruppi famiglia, tanti volontari, con le cuoche in prima linea, hanno permesso di raccogliere oltre 1.500 euro per le necessità dei senza tetto.
«Un percorso che non finisce qui», ha sottolineato il parroco di Sant’Anna don Davide Pavanello, «che vuole proseguire non solo attraverso la donazione di beni materiali, ma soprattutto con l’amicizia e il dialogo con queste persone nel nostro quartiere».
L’associazione, costituitasi grazie al sostegno della FioPsd (Federazione italiana organismi per le persone senza dimora) e della Casa del Quartiere di San Salvario, è impegnata nella scrittura di una carta dei diritti dei senza dimora.
«Abbiamo stilato un questionario», spiega Antonio De Prisco, presidente dell’Aipsd, «con 21 domande che distribuiremo ai senza dimora di 8 città metropolitane in tutta Italia, da Torino a Palermo». I dati raccolti verranno analizzati da una commissione super partes; due giudici costituzionalisti procederanno poi a redigere la carta.
Tra i punti centrali del documento si troveranno il diritto alla casa e alla salute, come punto di partenza e non di arrivo del percorso verso l’autonomia, in linea con il progetto «Housing first» avviato a Torino un anno fa dalla FioPsd.
«Chiediamo, in particolare», prosegue De Prisco, «di essere coinvolti nei progetti dei servizi sociali. La nostra associazione non nasce per imporre o battere i pugni sul tavolo, siamo collaborativi, intendiamo dialogare in rete con i soggetti che si occupano del terzo settore».
L’Arcivescovo ha lodato il cammino intrapreso dall’associazione e l’iniziativa della parrocchia Sant’Anna, invitando a fare squadra.
«Le persone senza fissa dimora non hanno solo bisogno di ricevere aiuto, possono donare qualcosa di sé, le proprie competenze», ha sottolineato mons. Nosiglia, «stando con loro ci si accorge della ricchezza di vita, segnata anche dalla sofferenza, che ci testimonia l’apertura al dialogo e all’accoglienza».
«Dobbiamo uscire come comunità», ha concluso l’Arcivescovo, «dalla dinamica che vede la carità in una sola direzione: ‘dono a chi non ha nulla’; la carità è prima di tutto condividere, dove al centro si pone la relazione».
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