Da "lontano" come si vede e si convive con la città

Citta Metropolitana, cintura, realtà cittadine a corona di Torino, una riflessione

Parole chiave: confini (6), torino (730), periferie (28), cintura (6), metropoli (7), piano (11)
Da "lontano" come si vede e si convive con la città

«Dove comincia e dove finisce una città?» Questa suggestiva domanda, formulata trent’anni fa da Arnaldo Bagnasco all’inizio del bel saggio «Torino», rimane di strettissima attualità. Dunque, quali sono oggi i confini di Torino?

E’ chiaro che si possono dare diverse risposte. Il perimetro comunale costituisce quella ovvia: Torino è indubbiamente un grande comune, quarto in Italia per popolazione (ma solo 364° per estensione, superato ad esempio da Asti e Alessandria). E’ però una risposta riduttiva alla luce delle molteplici relazioni economiche e dei flussi di pendolarismo che quotidianamente ridefiniscono una Torino più estesa, capace di proiettarsi anche oltre le due corone concentriche della prima e della seconda cintura. Un’altra risposta, sempre giusta, ma insoddisfacente per opposti motivi, chiama in causa la neonata Città metropolitana di Torino: non tutti ancora la conoscono, ma è l’ente territoriale di area vasta che dal 1° gennaio 2015 ha sostanzialmente preso il posto dell’abolita Provincia. In quanto sindaco del capoluogo la presiede Piero Fassino con la carica di «sindaco metropolitano».

Da Palazzo Cisterna (sede legale) la nuova metropoli si estende sul territorio, inerpicandosi lungo le valli fino a inglobare Prali o Ceresole Reale. Dunque un nome nuovo per vecchi confini: senza distinzioni tra urbano e rurale, metropolitano e montano. Un terzo modo per tentare di comprendere dove inizi e dove finisca Torino consiste nel distogliere lo sguardo dalla dimensione amministrativa per osservare le scelte residenziali dei cittadini e delle famiglie.

Come è noto, la città di Torino ha raggiunto il suo picco demografico durante gli anni Settanta, quando i residenti superarono quota 1.200.000, e da allora vede la propria popolazione diminuire; oggi sono circa 890.000. In compenso, è cresciuto il numero di persone che han deciso di risiedere non lontano da Torino: se nel 1961 il nucleo urbano centrale pesava tre volte la corona demografica circostante, oggi il rapporto è prossimo all’1:1.

E mentre il centro e la prima cintura si sono ormai stabilizzati, sono numerosi i comuni appartenenti a una vasta «terza cintura» che risultano tuttora in forte crescita; la loro dinamica positiva va ascritta ad apporti migratori – dalla città stessa, o anche dall’estero, ma sempre da mettere in relazione con la vicinanza al polo urbano – e non a condizioni eccezionali di elevata natalità o bassa mortalità. Ecco dunque emergere un’area metropolitana del XXI secolo, per così dire «rivelata» dalle scelte di insediamento e dalle nuove dinamiche migratorie: un grande triangolo di oltre cento comuni limitrofi, con i vertici che puntano a Nord verso il canavese, a Ovest verso Pinerolo e a Sud-Est verso Canale e San Damiano. Un’area che ingloba, tra gli altri, i comuni di Poirino, Carmagnola, Airasca, Giaveno, Avigliana, San Maurizio Canavese, e che sconfina nell’astigiano (Villanova d’Asti) e il cuneese (Montà).

Insieme ad altre trasformazioni in atto – pensiamo ad esempio alla moltiplicazione dei collegamenti ad alta velocità ferroviaria con Milano - quest’area metropolitana emergente dimostra quanto mutevole nel tempo possa essere il rapporto di una città con il proprio spazio di riferimento.

* Fondazione Giovanni Agnelli

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