Cuorgnè: "Investire sui giovani per uscire dalla crisi"

Focus sui centri della Diocesi - La ricetta del sindaco Beppe Pezzetto: "Più formazione e innovazione, meno burocrazia. Il coraggio di percorrere strade nuove"

Parole chiave: cuorgnè (3), torino (730), comunità (43), cittadini (4), progetto (35)
Cuorgnè: "Investire sui giovani per uscire dalla crisi"

Giuseppe Pezzetto è alla guida del Comune di Cuorgnè dal 2011. È oggi al suo secondo mandato in un paese che, erede di una fiorente tradizione manufatturiera, ha subito pesantemente gli effetti della crisi.

Si sente sul territorio qualche segnale di ripresa?

È indubbio che prima che i timidi segnali di una ripresa economica che tutti speriamo sia strutturale si scarichino a terra e rimettano in moto un’economia locale servirà ancora del tempo. Qualche segnale positivo concreto dobbiamo però onestamente sottolinearlo. Mi si consenta di guardare la parte mezza piena del bicchiere, senza ovviamente sottostimare quella mezza vuota. Le aziende del settore metalmeccanico, che hanno superato la crisi, stanno fornendo dei segnali positivi. La multinazionale Federal Mogul, che insiste sul nostro territorio, ha operato diverse assunzioni nell’ultimo periodo. Certo, dobbiamo tutti essere consapevoli che non si ritornerà al punto di partenza da cui la crisi è partita. I mercati sono cambiati, e restare competitivi vuol anche dire trovare strade e modalità nuove. È indispensabile anche per chi è già nel mondo del lavoro rimettersi in discussione, investire nella formazione, cambiare mentalità e paradigmi. Capisco che la cosa non sarà facile, ma credo sia l’unica strada perseguibile.

Essere sindaco oggi è diverso dal passato?

Anche il ruolo del sindaco è profondamente cambiato in questi anni di crisi. È più complicato progettare il futuro non solo per le oggettive minori risorse economiche disponibili, ma anche perché si è trascinati nella gestione delle criticità quotidiane in cui il sindaco viene visto come il soggetto in grado di dare soluzione a problemi spesso complessi su cui il Comune non ha competenza. L’indigenza di molti ha evidenziato realtà che nel periodo di pre-crisi erano significativamente minori se non nulli. La mancanza di un minimo reddito per vivere dignitosamente, del lavoro, di una casa (casi di sfratto da gestire) sono situazioni che spesso accentuano il conflitto famigliare con una difficoltà maggiore da parte di alcuni a sentirsi parte di una comunità.

Non è preoccupato per la tenuta del sistema sociale?

Ovviamente il tempo non è un fattore di secondaria importanza e, quindi, speriamo che quanto prima la curva della crisi giri verso il basso. Ma in questo contesto voglio ancora sottolineare comunque la necessità di lavorare con prospettive di medio-lungo periodo pur continuando ad assistere e gestire le differenti, puntuali emergenze. Dall’altro lato, non posso non evidenziare il lavoro delle tante associazioni di volontariato che a diverso titolo operano sul nostro territorio. Fortunatamente la solidarietà è ancora ben presente e senza questa rete di volontariato che sta costantemente supportando le oggettive lacune delle istituzioni ai diversi livelli, forse non avremmo retto all’onda d’urto. Ecco, se posso dare un suggerimento a chi politicamente può legiferare, occorre non disperdere ma anzi di valorizzare queste forme di solidarietà, il volontariato in senso lato, certo, senza demandare i compiti e le responsabilità che devono essere in capo alle istituzioni. Meno populismo, meno demagogia, questo periodo richiede concretezza senza perdere l’orizzonte del futuro. Servono tanti muratori, ma anche dei filosofi.

Come si può agire per sentirsi più Comunità?

Abbiamo provato a creare nuovi luoghi d’incontro per i giovani, qualcosa si sta muovendo. Abbiamo giovani preparati che, dovendo farsi strada in una foresta di debiti e di pochi riferimenti, si stanno inventando cose nuove. Anzi stanno reinventando il passato con i nuovi strumenti e le dinamiche della nostra epoca. Vi è un ritorno ad una rinnovata agricoltura di montagna, per citare un esempio. Dobbiamo sostenerli, cercando di limitare al massimo i vincoli alla loro creatività, ma mettendo a disposizione, con discrezione, esperienza e relazioni. Così come dobbiamo mirare a limitare burocrazie e bizantinismi che soffocano la loro voglia di fare.

FOTO 6A2

Su cosa puntare?

Abbiamo delle risorse naturali (penso al Parco Nazionale del Gran Paradiso) da riscoprire e rivitalizzare con rispetto e professionalità (penso al turismo e agli sport outdoor), alla già citata agricoltura di montagna. Abbiamo un tessuto fatto di aziende manifatturiere che dopo la «resistenza» sta lavorando sullo «sviluppo» e sulla «innovazione». Come Città, ma direi come territorio, abbiamo la necessità di sviluppare una maggiore connessione con la vera area metropolitana, con Torino. Da tempo insisto nell’identificare nel potenziamento della rete ferroviaria metropolitana già esistente una leva indispensabile per lo sviluppo del nostro territorio. Connessione fisica e connessione virtuale delle nostre Valli possono realmente diventare un fattore attrattivo per nuove attività e residenti, conservando e potenziando quanto già esistente. Non chiediamo la luna, vogliamo solo essere parte attiva del cambiamento, mettendo sul piatto la nostra storia, la nostra natura, la nostra cultura industriale e le nostre risorse naturali a partire dall’acqua e dall’aria. In sintesi con fatica, ma ne sono certo, riusciremo a rialzare la testa, perché fa più rumore una pianta che cade che una foresta che cresce, e fortunatamente Cuorgnè si trova nel verde Canavese.

Tutti i diritti riservati

Attualità

archivio notizie

16/02/2018

La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin

La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita

16/02/2018

Meditazione sul Crocifisso

La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo

16/02/2018

Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria

Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione 

16/02/2018

Milioni di volti

Negli sguardi dei più disperati e poveri l'amore di Gesù Cristo