Voci e La Parola una nuova rubrica. "Misericordia" un percorso biblico
I due brani: “Misericordia voglio e non sacrificio” (Os 6,6; Mt 9,13)
Perché l’Anno santo della Misericordia non sia stato un momento isolato della nostra vita, ma per noi momento di vera rottamazione di tante false immagini di Dio che ci portavamo con noi da tempo, e di conversione al vero Dio Amore rivelatoci da Gesù, inizio oggi una serie di riflessioni sul tema della Misericordia di Dio partendo dalla Sacra Scrittura, “regola suprema della nostra Fede” (Dei Verbum, n. 21).
Dio è Misericordia
Quando Dio si rivela a Mosè, si manifesta come “Il Signore, Dio misericordioso e pietoso” (Es 34,6-7; cfr 3,14; 33,19). “Il mistero della Fede cristiana trova nella Misericordia la sua sintesi” (Papa Francesco). La parola ebraica che meglio designa la misericordia è rehamin, che esprime le viscere, che per i semiti sono la sede delle emozioni, il nostro “cuore”: è una forma plurale di réhèm, il seno materno, l’utero femminile. Dio ci ama come una tenera Mamma, visceralmente, come il più appassionato degli innamorati: siamo la sua gioia (Is 62,5)!
Dio si sacrifica per noi
Sarebbe già un immenso frutto del Giubileo se riuscissimo ad uscire da quella “<<bestemmia>> che è la teologia della soddisfazione” (E. Bianchi) secondo cui il primordiale peccato dell’uomo, essendo offesa a Dio infinito, poteva essere espiato solo da un sacrificio infinito: ecco quindi la morte in croce del Figlio, nella quale Dio è finalmente placato da una vittima infinita. Il Dio giudice terribile e sanguinario che viene presentato in questa visione teologica non è il Dio “Padre” (Mt 6,9), anzi, “Papalino, “Papi” (Rm 8,15), rivelatoci da Gesù, il Dio che “prova più gioia... per un peccatore convertito, che per novantanove giusti” (Lc 15,7), il “Dio Amore” (1 Gv 4,8).
Invece Dio crea l’uomo solo per amore, per avere, come dice la Bibbia, una Fidanzata, una Sposa. Ma l’uomo, essendo “altro” da Dio, che è infinito ed eterno, è creatura, finita e mortale. Perciò, nel momento stesso in cui Dio fa l’uomo, pensa all’Incarnazione del Figlio, per la quale egli stesso si farà finito, per prendere su di sé il limite creaturale e trasfigurarlo nell’infinito divino (Gv 1). La croce non è il perfido strumento di un Dio vendicativo, ma la somma rivelazione dell’amore di un Dio che prende su di sé ogni sofferenza, ogni malattia, ogni morte, per divinizzare tutto il creato. Il sangue del Figlio non è pagamento di un debito, ma azione di liberazione di Dio verso gli uomini. Il nostro Dio non vuole sacrifici, ma è Colui che si sacrifica per noi: a tanto giunge il suo Amore!
Carlo Miglietta
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