Serendipity

Francesca è una studentessa e una scout di Benevento, dove arriviamo nella seconda stagione di PasParTu: ci racconta la sua città vista con i suoi giovani occhi.

Irina è una anziana signora, cosmopolita di origine russa, che ora vive nella Puglia dei trulli, a Cisternino. Una poetessa, pittrice, artista a tutto tondo. Parla molte lingue, sprizza allegria. Passiamo a casa sua durante una giornata di cammino del PasParTu autunnale.

Francesca e Irina, così differenti, così lontane, quasi antitetiche. Ma entrambe ci donano la stessa parola: serendipity.

Da dove nasce questo termine? Lo coniò lo scrittore Walpole dopo aver letto "Tre prìncipi di Serendippo", fiaba persiana in cui si narrano le intuizioni, dovute in parte al caso, e in parte alla loro capacità di osservazione, di tre prìncipi. Walpole ne scrisse in una lettera, coniando il termine serendipity e spiegandolo come il casuale acume che permette scoperte insperate e non cercate.

Serendipity è, quindi, la capacità di avere un’intuizione sapendo leggere gli avvenimenti che ci accadono e la realtà in cui siamo avvolti. Far finta di cercare il nuovo sapendo già esattamente ciò che si sta cercando non è vera ricerca, ma è rincorrere la conferma della verità già prevista. La scoperta è cercare qualcosa e inaspettatamente trovare qualcos’altro.

E allora se vogliamo cambiare, proviamo a vivere con maggior serendipità perché, come fa dire Pennac al commissario Rabdomant ne La Prosivendola “C’è qualcosa di peggio dell’imprevisto, le certezze”.