Il giorno perfetto

C'è stata una guerra feroce nell'ex Jugoslavia, solo vent'anni fa era un argomento all'ordine del giorno ma poi, uno strato di polvere dopo l'altro e l'avvento di altre tragedie hanno messo in un canto del dimenticatoio ciò che è accaduto in Europa, al tramonto del secolo scorso.

Molti allora avevano sentito parlare per la prima volta di Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia e poi Kossovo, Macedonia e, parecchio a lato, pure di Erzegovina e Montenegro. Le cronache avevano rispolverato ricordi della Prima Guerra Mondiale, fatti, personaggi entrati nella storia, nel bene e nel male. La guerra in Bosnia descritta pretestuosamente sugli scudi di etnie e fedi diverse è stata crudele, ha distrutto convivenze secolari, ha causato indicibili sofferenze alla gente, danni gravissimi e talvolta irreparabili.

A rinfrescare la memoria su questa guerra, assurda come tutte, ci ha pensato il documentarista e regista spagnolo Fernando León de Aranoa con il suo film Perfect Day, tratto dal romanzo Dejarse Llover di Paula Farias, tragicommedia satirica che racconta fatti e disavventure in un paio di giorni di missione umanitaria di un gruppetto internazionale di operatori, impegnati nell'aiuto alla gente locale che non li vede di buon occhio, alle prese con i militari intransigenti delle forze di pace e con i soldati “indigeni” dal mitra facile e, in più, non sempre in accordo tra loro per visuali diverse tra il disincanto e la morale, tra amori passati e illusioni future. Dietro a loro case distrutte, campi minati, cadaveri abbandonati, miseria e poca pietà.

Con un buon ritmo e un buon montaggio, con una regia di livello che ha un tocco leggero e uno sguardo abbastanza neutro e, soprattutto, con interpreti bravissimi come  Benicio del Toro e Tim Robbins, Perfect Day è un film da vedere con molta attenzione, preparandosi a diversi amari sorrisi.