Europa cristiana, un filo di profonda santità
Sulle orme dei padri spirituali
I sei santi patroni dell’Europa – tre uomini e tre donne - coprono la geografia, la storia, la cultura del Vecchio Continente. Sei campioni dell’anima cristiana. Dall’italiano Benedetto da Norcia, iniziatore del monachesimo occidentale, ai fratelli greci Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi; dalle quasi coetanee Brigida di Svezia e Caterina da Siena alla tedesca Edith Stein, carmelitana uccisa in campo di concentramento.
Benedetto (480 circa-547) – Secondo il suo biografo, Papa Gregorio Magno, Benedetto, spinto da santa inquietudine, cerca la via del servizio di Dio, del primato della preghiera liturgica, della vita armoniosa riassunta nell’«ora et labora». Tralascia le esasperate pratiche ascetiche del monachesimo orientale e avvia una forma di vita che non conosce barriere di razze e popoli. Delinea un modello che sancisce l’armonia del singolo, la pace tra i popoli, la ricerca di Dio. È l'ideale di vita che propone prima a Subiaco e poi a Montecassino e che codifica nella «Regola», la «forma vitae» che si impone in Occidente con le scuole monastiche che aprono la strada alle università. Paolo VI lo definisce «messaggero di pace, realizzatore di unione, maestro di civiltà, araldo della religione di Cristo». Lo proclama «patrono d’Europa» il 24 ottobre 1964 consacrando la basilica di Montecassino, distrutta dagli americani.
Cirillo (827-869) e Metodio (825-885) - Di nobile famigli, nati a Salonicco in Grecia, scelgono come compagna di vita Sofia (la Sapienza divina), «la più bella di tutte le giovani candidate al loro matrimonio». Filosofi amanti della conoscenza, aspirano alla vita monastica e allo studio ma, su designazione dell’imperatore di Bisanzio, svolgono incarichi diplomatici presso gli Arabi, nella Grande Moravia, a Samarra sul Tigri. Importantissima la spedizione nell'Europa centro-orientale dove pongono le basi del Cristianesimo e della cultura slavi. Il 14 febbraio 869 Cirillo muore a Roma. Il fratello Metodio, consacrato vescovo, in Moravia consolida l’evangelizzazione e nell'882 torna a Costantinopoli dall’imperatore Basilio I e dal patriarca Fozio.
Giovanni Paolo II il 31 dicembre 1980 li proclama compatroni d’Europa perché «araldi del Vangelo nell’Europa centro-orientale» e il 2giusgno 1985 dedica loro l’enciclica «Slavorum apostoli»
Brigida di Svezia (1303-1373) e Caterina da Siena (1347-1380) – Hanno in comune la consapevolezza della dignità femminile e il servizio alla sede di Pietro.
Brigida nasce in Svezia da nobile famiglia, è sposa felice e madre di otto figli. Istitutrice di re Magnus Il e della regina Bianca di Namur, ha un vivo interesse politico. Con il marito intraprende il pellegrinaggio a San Giacomo di Compostela: attraversando Germania, Francia e Spagna vede il malessere d'Europa, la divisione politica, il disagio sociale, la peste nera. Il marito Ulf si ammala e muore. Brigida fonda un Ordine monastico dedicato al Salvatore. Va a Roma per partecipare al Giubileo del 1350, per sollecitare l’approvazione del suo Ordine,per lavorare al ritorno del Papa da Avignone a Roma.
Di circa 40 anni più giovane, Caterina da Siena è figlia di un tintore. Fin da giovanissima ha un forte interesse religioso e lotta tenacemente per entrare nel Terz’Ordine domenicano. Anima mistica, è fautrice del rinnovamento religioso incentrato sul Vangelo, sulla povertà e sulla penitenza. Esercita un influsso crescente su Siena, sulla Toscana, sulle vicende italiane ed europee grazie a uno scambio epistolare sempre più esteso. Del 1376 è il viaggio ad Avignone, dove risiede Gregorio XI, per indurlo a ritornare a Roma. Anche se gli storici nutrono dubbi sull'efficacia dell'intervento cateriniano, con la preghiera, le penitenze e gli scritti la giovane senese continua ribadire il primato petrino. Nel 1379 trascorre gli ultimi mesi di vita a Roma e visitando Caterina di Svezia, figlia di Brigida, che vi si era stabilita nella capitale per perorare la canonizzazione della madre.
Molteplici i contatti tra Brigida e Caterina, unite dall’esperienza mistica, dalla di esercitare una sorta di magistero sui contemporanei, dalla percezione della crisi religiosa in Europa e dalla convinzione che solo il papato romano, liberato dalla mondanità, può porvi rimedio e può diventare centro ispiratore di pace e unità per l'Europa.
Teresa Benedetta della Croce (1891-1942) - La vicenda ell'ebrea Edith Stein è segnata dalle due guerre mondiali e dall'antisemitismo. Nata a Breslavia riceve una formazione di tutto rispetto. Tra le prime donne accede all'università, studia filosofia e diventa assistente di Edmund Husserl, il padre della fenomenologia. Ma è inquieta: abbandona la religione ebraica, per alcuni anni è atea, poi si converte al Cattolicesimo. Affascinata da Santa Teresa d'Avila, ammira e studia il rinnovamento liturgico che fiorisce nelle abbazie benedettine. Incerta per qualche tempo è incerta se diventare carmelitano oppure entrare nel monastero benedettino, alla fine sceglie il Carmelo. Il nome da religiosa, Teresa Benedetta della Croce, reca evidenti tracce del duplice amore a Teresa d’Avila e a Benedetto. Anche nelle sue opere è debitrice sia alla fenomenologia di Husserl e sia allo studio di san Tommaso d’Aquino. Fiera oppositrice del nazismo, per proteggerla è trasferita nel Carmelo di Echt nei Paesi Bassi. Dopo la lettera dei vescovi olandesi contro il razzismo nazista, si scatena la vendetta di Hitler. È deportata ad Auschwitz e ha piena coscienza di partecipare al destino di Israele: il 9 agosto è uccisa nella camera a gas.
Il 1° ottobre 1999 Giovanni Paolo II proclama compatrone d’Europa Brigida di Svezia, Caterina da Siena e Teresa Benedetta della Croce. Ciò «significa porre sull'orizzonte del Vecchio Continente un vessillo di rispetto, tolleranza e accoglienza, che invita uomini e donne a comprendersi e ad accettarsi al di là delle diversità etniche, culturali e religiose, per formare una società veramente fraterna».
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