Di Pol, una vita al servizio della scuola
La scomparsa del presidente della Fism, cordoglio in diocesi e nel mondo accademico
La chiesa del Santo Natale a Torino affollata da parenti, conoscenti, amici e colleghi di Università ha dato l’estremo saluto lunedì 28 agosto al prof. Redi Sante Di Pol, mancato venerdì 25 agosto dopo una lunga malattia vissuta con grande coraggio e determinazione. La celebrazione eucaristica è stata presieduta da don Aldo Basso, consulente ecclesiastico nazionale della Fism. Al termine della funzione il prof. Renato Grimaldi, direttore del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione, e l’on. Luigi Morgano, segretario nazionale della Fism, hanno ricordato la figura del prof. Di Pol rispettivamente come docente universitario e dirigente del sodalizio che riunisce le scuole paritarie dell’infanzia di cui Di Pol fu anche presidente nazionale.
La figura del prof. Redi Sante Di Pol appartiene alla vita culturale cattolica per molte ragioni: è stato un apprezzato studioso di questioni pedagogiche, ha contribuito a formare una generazione di giovani docenti nell’ateneo torinese, è stato un convinto fautore della libertà scolastica specialmente nel campo delle scuole dell’infanzia, ha partecipato a varie e importanti iniziative come parte molto attiva del Centro studi sulla Scuola cattolica. Questo breve ricordo steso a caldo ancora sotto la dolorosa impressione della scomparsa tratteggia solo alcuni aspetti principalmente biografici, ben consapevole che molte altre cose sarebbero da dire e ricordare.
Nato il 6 febbraio 1951 a Cavasso Nuovo (Pordenone) Redi giunse presto con i genitori a Torino, ma sempre rivendicò le sue origini friulane e friulano fu di temperamento per tenacia nel lavoro, chiarezza nel perseguimento degli obiettivi, fermezza nella difesa dei principi. Nel 1973 conseguì la laurea in pedagogia e ben presto il suo maestro, il prof. Remo Fornaca, intuendone le non comuni doti intellettuali, gli fece assegnare un contratto che, con il tempo, si trasformò in un posto stabile da ricercatore. Di lì in poi ininterrottamente per 44 anni fu docente nell’Università di Torino, dal 1998 come professore associato e, quindi, dal 2002, come professore ordinario. Negli ultimi anni ha insegnato anche nell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino.
Ben presto il prof. Di Pol orientò i suoi studi e i suoi interessi anche sociali verso il mondo della scuola. Nel 1979 uscì il suo primo libro, «Una scuola da riformare», sul dibattito in ordine alla riforma (già allora se ne parlava!) della scuola secondaria superiore cui fecero seguito numerosi saggi e scritti apparsi sulle più importanti riviste specializzate. Frattanto la sua competenza pedagogica e l’impegno di credente lo portarono a sostenere con una generosa partecipazione personale la prima stagione dei decreti delegati e l’ingresso delle famiglie alla vita della scuola. Oggi questo passaggio storico è un po’ dato per scontato, ma alla soglia degli anni ’80 si trattava di far crescere una sensibilità nuova e aprire la scuola, come si diceva allora, «alla società».
Questo duplice percorso, studi rigorosi per la carriera accademica e presenza impegnata nella vita sociale e cattolica in specie, fu il tratto caratteristico degli anni a venire quando, in particolare, il prof. Di Pol rivolse le sue attenzioni al mondo della scuola dell’infanzia (ancora si parlava di scuole materne) con le ricerche su Maria Montessori, gli studi sulle origini ottocentesche di tale tipologia scolastica e la formazione degli insegnanti sia della scuola primaria sia dell’istruzione infantile. Un suo testo sulla storia delle «scuole per i maestri» dall’Unità alla fine del Novecento è ormai entrato in tutte le bibliografie.
La sua preparazione fu molto preziosa per assicurare al Corso universitario per maestri elementari e insegnanti di scuola dell’infanzia (avviato anche a Torino nel 1999) la giusta dosatura di insegnamenti teorici ed esercitazioni pratiche. Nel 2005 assunse la presidenza del corso che tenne per circa un decennio con un impegno davvero senza risparmio. Frattanto crebbero anche le responsabilità nell’ambito della Federazione nazionale scuole materne fino alla presidenza nazionale, ma soprattutto con un’azione capillare svolta sul territorio piemontese per ‘salvare’ istituti in procinto di chiusura, promuovere nuove iniziative, stabilire contatti con gli enti locali, contatti sempre più difficili per la diminuzione delle risorse ma anche per diffidenza manifestata da taluni parti politiche (tuttora persistenti) verso quelle che impropriamente erano definite «scuole private». Accanto all’impegno ‘politico’ il prof. Di Pol operò per qualificare e migliorare la preparazione degli insegnanti, convinto che la scuola è buona solo se gli insegnanti sono preparati, impresa nella quale agì d’intesa con un altro esperto di valore come il prof. Walter Ferrarotti, anch’egli precocemente scomparso nel dicembre 2007.
Una vita bene spesa alla quale ben si attaglia la frase di san Paolo nella seconda lettera a Timoteo: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede».
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