Il Papa: «Il mondo ha bisogno di uomini e donne non chiusi ma ricolmi di Spirito Santo»

 Francesco la Pentecoste 2015 contro la corruzione, e il ricordo dei nuovi beati Romero, Irene Stefani e i profughi dell'Asia

Parole chiave: stefani (1), papi (4), santi (55), beati (21), romero (5)
Il Papa: «Il mondo ha bisogno di uomini e donne non chiusi ma ricolmi di Spirito Santo»

Viviamo in un mondo in cui domina la chiusura c'è «l’egoismo del proprio vantaggio», il «legalismo rigido» e l'«interesse personale». Lo ha detto Papa Francesco il 24 maggio nell'omelia di Pentecoste in San Pietro. Definisce il rispetto del creato «un'esigenza della nostra fede», tema che tratta nella prima enciclica ecologica, la cui pubblicazione è imminente.

Al «Regina coeli» parla dei due nuovi beati: l’arcivescovo martire Oscar Arnulfo Romero (1917-1980), assassinato «in odio alla fede» dagli «squadroni della morte» 35 anni fa a San Salvador il 24 marzo 1980; e suor Irene Stefani (1891-1930), chiamata dagli africani «nyaata, madre misericordiosa», la prima beata tra le Missionarie della Consolata, che raggiunge negli onori degli altari il fondatore, Giuseppe Allamano 25 anni dopo la beatificazione, avvenuta il 7 ottobre 1990.

I paramenti rossi simboleggiano il fuoco dello Spirito Santo che, cinquanta giorni dopola Pasqua, scende nel Cenacolo «in maniera fragorosa, come un vento che si abbatte impetuoso sulla casa e irrompe nelle menti e nei cuori degli apostoli». Gli apostoli «ricevono un’energia tale che li spinge ad annunciare nei diversi idiomi l’evento della risurrezione di Cristo». A essi «lo Spirito Santo darà una nuova chiave di lettura per introdurli alla verità e alla bellezza dell’evento della salvezza. Questi uomini, dapprima impauriti e bloccati, chiusi nel Cenacolo per evitare le ripercussioni del Venerdì Santo, non si vergogneranno di essere discepoli del Cristo, non tremeranno più davanti ai tribunali umani».

Ricorda che «il Padre ha mandato Cristo e insieme hanno mandato lo Spirito Creatore. Perciò il rispetto del creato è un’esigenza della nostra fede: il “giardino” in cui viviamo non ci è affidato perché lo sfruttiamo ma perché lo coltiviamo e lo custodiamo con rispetto».

Ricorda che «il mondo ha bisogno di uomini e donne non chiusi, ma ricolmi di Spirito Santo. La chiusura allo Spirito Santo è non soltanto mancanza di libertà, ma anche peccato. Ci sono tanti modi di chiudersi allo Spirito Santo: nell’egoismo del proprio vantaggio, nel legalismo rigido, nella mancanza di memoria per ciò che Gesù ha insegnato, nel vivere la vita cristiana non come servizio ma come interesse personale». Il mondo «ha bisogno del coraggio, della speranza, della fede e della perseveranza dei discepoli di Cristo; ha bisogno dei frutti dello Spirito Santo: amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé». Auspica che «diventiamo capaci di lottare senza compromessi contro il peccato e la corruzione che si allarga nel mondo di giorno in giorno di più, e di dedicarci con paziente perseveranza alle opere della giustizia e della pace». Al Regina coeli rammenta che cento anni fa «come oggi l’Italia è entrata nella Grande Guerra, quella “strage inutile”» come la definì Benedetto XV.

Sabato 23 maggio 2015 a San Salvador 300 mila persone hanno partecipato alla beatificazione dell’arcivescovo martire Romero e a Nyeri in Kenya è stata proclamata beata suor Irene (Aurelia Jacoba Mercede) Stefani, bresciana di nascita, torinese di formazione, coraggiosa missionaria della Consolata. Spiega il Pontefice: «Mons. Oscar Romero, ucciso in odio alla fede mentre stava celebrando l’Eucaristia. Questo zelante pastore, sull’esempio di Gesù, ha scelto di essere in mezzo al suo popolo, specialmente ai poveri e agli oppressi, anche a costo della vita. Suor Irene Stefani, delle Missionarie della Consolata, ha servito la popolazione keniota con gioia, misericordia e tenera compassione. L’esempio eroico di questi Beati susciti in ciascuno di noi il vivo desiderio di testimoniare il Vangelo con coraggio e abnegazione».  

In un’appassionata lettera a mons. José Luis Escobar Alas, arcivescovo di San Salvador, il Pontefice scrive: «La voce del nuovo beato ricorda chela Chiesanon può avere alcuna divisione. Uno dei migliori figli della Chiesa, seppe costruire la pace con la forza dell’amore fino al sacrificio della vita». Immagine di Cristo buon pastore «in tempi difficili, ha saputo guidare, difendere e proteggere il suo gregge, rimanendo fedele al Vangelo e in comunione conla Chiesa.Siè distinto per una particolare attenzione ai più poveri e agli emarginati. Mentre celebrava il Santo Sacrificio ha ricevuto la grazia di identificarsi pienamente con Colui che diede la vita per le pecore».

La Nazionesalvadoregna e i Paesi latinoamericani «rendano grazie a Dio perché ha concesso a Romero la capacità di vedere e udire la sofferenza del suo popolo e ha plasmato il suo cuore. La sua voce ci ricorda chela Chiesaè famiglia di Dio, dove non ci può essere alcuna divisione». Il nuovo beato «ci invita al buon senso e alla riflessione, al rispetto per la vita e alla concordia, a rinunciare alla violenza e all’odio. Con cuore di padre, si è preoccupato delle “maggioranze povere” e chiese ai potenti di trasformare “le armi in falci per il lavoro”. Tutti trovino in lui la forza e il coraggio per costruire il Regno di Dio e  impegnarsi per un ordine sociale più equo».

Non solo in Europa ci sono i profughi. Bergoglio segue «con viva preoccupazione e dolore le vicende dei numerosi profughi nel Golfo del Bengala e nel mare di Andamane». Le  cattoliche Filippine accolgono questi rifugiati musulmani. «Portatela Caritasper le strade» aveva esortato il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, neo presidente di Caritas internationalis. I profughi appartengono alla minoranza etnica rohingya e fuggono da Myanmar (già Birmania) che non li riconosce come cittadini e nega loro i diritti fondamentali perché musulmani in una Nazione a netta maggiorqanza buddista. Negli Anni Settanta del XX secolo le Filippine avevano accolto i «boat people» vietnamiti che fuggivano dalla guerra del Vietnam. 

Tutti i diritti riservati

Mondo

archivio notizie

19/10/2017

Cristiani sempre più perseguitati, il rapporto di "Aiuto alla Chiesa che soffre" 2015-2017

«Perseguitati e dimenticati» è il titolo del rapporto «sui cristiani oppressi per la loro fede tra il 2015 e il 2017» di Aiuto alla Chiesa che soffre: sempre peggiore la situazione. Lo studio è frutto di ricerche sul campo in 13 Paesi: Cina, India, Iraq, Pakistan, Siria, Sudan, Turchia, Egitto, Eritrea, Iran, Nigeria, Arabia Saudita e Corea del Nord 

24/03/2017

Nel 2016 uccisi nel mondo 28 missionari

XXV Giornata dei missionari martiri, 24 marzo 2017 - nell'anniversario dell'assassinio di mons. Romero la preghiera per la pace per laici e consacrati ammazzati in terra di missione 

09/02/2017

La svolta autoritaria del "sultano" Erdogan

La complessa situazione dello Stato che unisce il mondo arabo e islamico con l'Occidente

04/01/2017

Congo, la Chiesa strappa l’accordo: elezioni nel 2017

Cosa succede nel cuore dell'Africa