Una sera con Pier Giorgio Frassati davanti alla Sindone
"L'audacia delle beatitudini nel 25° anniversario della sua beatificazione", mercoledì 20 maggio i giovani lo hanno ricordato con una fiaccolata e marcia verso il Duomo, promossa dalla Pastorale Giovanile della Diocesi, l'Azione Cattolica e le associazioni legate al suo nome. La celebrazione eucaristica è stata officiata dal cardinale Severino Poletto, arcivescovo emerito di Torino
Venticinque anni dopo il beato dei giovani, sarà ricordato a Torino. Inizia con la celebrazione nel Duomo di Torino dove si trova la tomba di Pier Giorgio, l'anno frassatiano. Il programma prevede prima una fiaccolata, a partire dal Santuario della Consolata al Duomo e poi la messa.
Pier Giorgio Frassati nasce a Torino il 6 aprile 1901 da una ricca famiglia borghese di stampo liberale: la madre, Adelaide Ametis una nota pittrice; il padre, Alfredo Frassati, nel 1895, a poco più dì trentasei anni, ha fondato il quotidiano La Stampa; nel 1913 è il più giovane senatore del Regno e nel 1922 è ambasciatore d’Italia a Berlino. Insomma i Frassati sono allora una delle tre o quattro famiglie che contano in quella Torino che si va trasformando in metropoli ricca di industrie e soggetta a massicce immigrazioni operaie.
La famiglia gli trasmise soprattutto un sistema di regole e di doveri (il che in se stesso non è certo un male, ma può essere piuttosto triste), sistema che attraverso la madre si riallacciava a una comprensione genericamente cristiana della vita, mentre attraverso il padre si riallacciava a una bontà naturale, priva però di fede. La vita cristiana Pier Giorgio l’assorbì immergendosi spontaneamente e per scelta personale nelle acqua viva che la Chiesa di allora gli offriva: di quella Chiesa, nella quale non mancavano limiti e problemi, egli si sentì ” parte “, membro attivo, tralcio attaccato alla vite come dice il Vangelo, in cui sempre scorre buona linfa.
Si resterebbe sorpresi a elencare tutte le “associazioni” a cui Pier Giorgio volle iscriversi, spesso contro il parere dei suoi familiari, partecipandovi poi attivamente e assumendovi responsabilità. I nomi di queste associazioni possono sembrarci oggi desueti e pietistici, ma non devono farci dimenticare che allora essi indicavano i nuclei vivi di una Chiesa in fermento: Azione Cattolica, Fuci, San Vincenzo de Paoli, Apostolato della preghiera, Lega eucaristica, Associazione dei giovani adoratori universitari (con l’impegno dell’adorazione notturna ogni secondo sabato del mese), Congregazione mariana terz’ordine domenicano, e altre ancora. E queste sono soltanto alcune “appartenenze” attraverso le quali egli si educò soprattutto alla preghiera, cioè a possedete un cuore cristiano, una memoria, un desiderio, una “mendicanza” assoluta del suo essere.
Morto di poliomelite fulminante, all’età di 24 anni nel 1925. Pier Giorgio Frassati è descritto magistralmente dalle parole del teologo Karl Rahner: «Ecco improvvisamente di nuovo un cristiano, là dove l’ambiente induceva a pensare che una cosa del genere appartenesse ormai al passato».
Venerdì 23 ottobre 1987, mentre era in corso l’Anno Mariano e il Sinodo mondiale dei vescovi sulla vocazione e la missione dei laici, alla presenza di Giovanni Paolo II nella Congregazione per le cause dei Santi sono state riconosciute, con la promulgazione di uno speciale decreto, le virtù eroiche del Venerabile Pier Giorgio Frassati.
Il 21 dicembre 1989 – dopo aver accolto il parere favorevole delle commissioni di medici, teologi e cardinali – un decreto ha riconosciuto ufficialmente un miracolo dovuto all’intercessione di Pier Giorgio Frassati: la guarigione del friulano Domenico Sellari dal morbo di Pott, avvenuta nel 1933.
Pier Giorgio Frassati è stato solennemente proclamato beato il 20 maggio 1990 da Giovanni Paolo II, la sua festa si può celebrare ogni anno nel giorno della sua nascita al cielo, il 4 luglio. Il 16 settembre è avvenuta la traslazione delle sue reliquie dal cimitero di Pollone, nel biellese, alla Cattedrale di S. Giovanni Battista di Torino.
Giovani
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