Una delle più lunghe esposizioni della Sindone
Anteprima in Duomo dell'Ostensione per i media e le autorità e Solenne apertura con la Santa Messa presieduta dall'Arcivescovo di Torino e custode della Sindone, monsignor Cesare Nosiglia
L'Ostensione 2015 è la seconda per lunghezza con 67 giorni (19 aprile-24 giugno 2015). Ecco la successione: 27 agosto-8 ottobre 1978 (44 giorni perché non si conta quello di apertura con la concelebrazione); 18 aprile-14 giugno 1998 (56); 12 agosto-22 ottobre 2000 (74, con una coda a causa delle abbondanti piogge che avevano impedito la presenza in alcuni giorni, ma la coda non conta); 10 aprile-23 maggio 2010 (44).
Il mondo ha bisogno di Amore più grande: l'amore che vince sul male e porta riconciliazione, più forte delle avversità e delle difficoltà. Sostare davanti alla Sindone significa accogliere i segni di questo Amore più grande che si è speso per l'umanità. Vorrei che i pellegrini portino questo dono nella loro vita quotidiana che deve risplendere di speranza».
Con queste parole l'Arcivescovo di Torino e Custode pontificio della Sindone monsignor Cesare Nosiglia ha inaugurato lo scorso 18 aprile nell'antreprima, il percorso di avvicinamento al Duomo che porterà i pellegrini davanti alla Sindone. Erano presenti il sindaco Piero Fassino, le autorità civili e militari di Torino e della Regione, i partner e i soci promotori del Comitato per l'Ostensione. Subito dopo lungo il percorso sono sfilati i 4.500 volontari che, da fino al 24 giugno, accoglieranno tutti i pellegrini.
«L'Ostensione è un evento di straordinaria importanza religiosa e sociale - ha dichiarato il sindaco di Torino, Piero Fassino - La nostra comunità attende i pellegrini della Sindone e, anche grazie all'aiuto di migliaia di volontari, è pronta ad accoglierli». Per coloro che si recheranno a Torino durante l'Ostensione è stato predisposto un fitto programma di iniziative culturali e turistiche che li aiuterà a conoscere la Torino città d'arte.
L'ostensione, la terza del nuovo millennio, si apre ufficialmente domani, domenica 19 aprile, con la solenne concelebrazione eucaristica alle 11 in Cattedrale, presieduta da monsignor Nosiglia con i vescovi del Piemonte. La Messa viene trasmessa in diretta su Rai1 dalle 11, nell'ambito della trasmissione “A sua immagine”. Data la capienza ridotta del Duomo, la celebrazione si potrà seguire anche dai maxi-schermi in piazza San Giovanni.
Nel pomeriggio si apre il percorso ai pellegrini, che cominceranno ad affluire davanti alla Sindone con partenza alle 16. Il percorso inizia da viale dei Partigiani (monumento al Carabiniere) presso i Giardini Reali e si snoda per 850 metri fino alla Cattedrale.
Per quanto riguarda le conoscenze storiche il prof. Zaccone afferma come il tema dell’«autenticità» non vada considerato come centrale in rapporto alla Sindone: proprio il magistero recente dei Papi, da Paolo VI a Francesco, ha chiarito che, per la Chiesa, il tema della Sindone è da affrontare prima di tutto nella dimensione pastorale. C’è una realtà, quella del pellegrinaggio, che propone il Telo non tanto come oggetto di curiosità scientifica ma piuttosto come opportunità di una indagine su se stessi, momento di ricerca esistenziale che può coinvolgere sia chi crede che chi non crede. Don Roberto Gottardo ha ribadito questo concetto per ricordare che l’ostensione è evento «aperto», pur essendo prima di tutto manifestazione religiosa ed ecclesiale.
Elide Tisi, vicesindaco e presidente del Comitato organizzatore, ha spiegato l’impegno e il coinvolgimento dei soci promotori e l’impegno dell’intero «sistema città» nella promozione e preparazione dell’ostensione. Maurizio Baradello, direttore generale, ha presentato al «app» della Seat, realizzata appositamente per l’ostensione sul modello di quella già esistente che fornisce tutte le informazioni utili sulla città di Torino. Le misure di sicurezza che sarà necessario prendere per l’accesso dei pellegrini, ha ricordato Baradello, sono strettamente coordinate con le disposizioni della Prefettura (e dunque del Governo) e che riguardano l’interro territorio nazionale. Si vuole che l’ostensione, pur svolgendosi nel massimo di sicurezza possibile, possa diventare quel «pellegrinaggio di pace» che deve essere: un pellegrinaggio che manifesta anche la precisa volontà di dire «no» a ogni forma di violenza, a ogni giustificazione della violenza.
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