"Torniamo a guardare la messe abbondante", l'invito all'Assemblea missionaria
Il 23 settembre all'Istituto Missioni della Consolata lo start up per i gruppi missionari della diocesi invitati a riflettere sul tema della prossima Giornata missionaria mondiale "La messe è molta". Centrali le testimonianze dei giovani che lo scorso agosto si sono recati in Tanzania. Gallery fotografica
«Lo spirito tipicamente africano di condivisione e fratellanza è ciò che più mi è rimasto impresso nel viaggio missionario in Tanzania». Le parole di Luca, 18 anni, del gruppo giovani delle parrocchie di Carmagnola, hanno aperto l’annuale Assemblea missionaria diocesana che si è tenuta sabato 23 settembre all’Istituto Missioni della Consolata in via Cialdini.
Luca, insieme ad altri otto giovani di Carmagnola, Savigliano, Bra, Avigliana e Barge, ad agosto ha vissuto un’esperienza, coordinata dall’Ufficio missionario, in Tanzania dove opera padre Godfrey Msumange, superiore provinciale dei missionari della Consolata nel suo paese, che dal 2013 al 2016 guidò come parroco la comunità Maria Speranza Nostra in Barriera di Milano a Torino.
Uno «start up» per le realtà missionarie della diocesi in preparazione alla Giornata missionaria mondiale che si celebrerà domenica 22 ottobre sul tema «La messe è molta».
«Lo sguardo sulla quantità della messe e sulla sua qualità è di una semplicità e di una quotidianità che spiazzano», ha sottolineato don Alessio Toniolo, nuovo direttore designato dell’Ufficio missionario della diocesi nell’introdurre l’incontro, «semplice, perché lo sguardo dovrebbe essere senza filtri per vedere chiaramente; quotidiano, perché non esiste momento o luogo dove non sia possibile vedere questa messe, nella sua estensione e nella sua bellezza».
Ed ecco l’invito di don Toniolo a «guardare» in particolare ai giovani, messe abbondante, futuro e attenzione della Chiesa universale nel cammino del Sinodo dei Vescovi sui giovani che si terrà nell’ottobre 2018.
La teologa Laura Verrani commentando il brano di Vangelo di Giovanni 4, 1-54 ha messo in evidenza le parole con cui Gesù invita i discepoli ad «alzare gli occhi e guardare i campi che già biondeggiano per la mietitura». «Un’azione fondamentale», ha sottolineato, «prima di intraprendere una qualsiasi attività pastorale, come il nuovo anno che i gruppi missionari hanno davanti». «La fatica nel seminare, come sottolinea il brano evangelico», ha osservato la Verrani, «la compie il Signore, a noi tocca raccogliere e mietere ciò che per cui noi non abbiamo faticato».
Ed ecco allora il programma che si apre per i gruppi missionari con il nuovo anno che vuole focalizzare l’attenzione sulla «messe abbondante» più che sugli operai che sono pochi. Uno sguardo che vuole concentrarsi sulla vitalità di fede e sul fruttuoso impegno missionario presente in varie parti del mondo.
Centrale, infine, la testimonianza di Davide Lucchetta, 23 anni, della parrocchia di Valle Sauglio (Trofarello) che la scorsa estate ha partecipato, insieme a giovani di tutta Italia, ad un campo di servizio presso il centro di seconda accoglienza per minori a Canicattini Bagni (Sr) in Sicilia.
«‘Persone’. È questa una delle parole che ci dimentichiamo di usare quando trattiamo del delicato tema dell’immigrazione», ha condiviso il giovane, «immigrati, clandestini, profughi, richiedenti asilo, irregolari, extracomunitari, rifugiati, tutte categorie che, anche in maniera errata, utilizziamo per definirli ed etichettarli, dimenticandoci di ciò che sono prima di essere tutto ciò: ‘persone’. Ragazzi che hanno il diritto di godere del rispetto della loro dignità umana al pari di qualsiasi altro essere umano su questo pianeta».
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