Universitari a Torino: il racconto di una settimana dedicata ai sogni...

Per 30 giovani, tra cui Camilla, a Torino l'anno accademico è iniziato con «Take off, fai decollare i tuoi sogni», una settimana comunitaria organizzata dalla pastorale universitaria 

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Universitari a Torino: il racconto di una settimana dedicata ai sogni...

Sono di nuovo alle prese con lezioni, esami, laboratori, con i problemi, le attese e le soddisfazioni della tradizionale vita dell’universitario, anche se per loro questo anno accademico è iniziato con una settimana «straordinaria»:  si tratta dei 30 giovani  che dal 9 al 15 novembre scorso hanno vissuto «Take off, fai decollare i tuoi sogni» (vedi fotogallery).Si è trattato di una settimana comunitaria per universitari organizzata dalla Pastorale universitaria e dal Centro diocesano Vocazioni che si è tenuta presso Casa Pier Giorgio in viale Thovez  a Torino.

Ecco la testimonianza di Camilla:

 "Basta, adesso mollo tutto! Faccio le valige, salgo su un aereo e me ne vado!". Per diverso tempo ho pronunciato questa frase senza nemmeno uscire di casa. Questa volta, invece, sono partita davvero. Mi sono imbarcata, insieme ad altri 30 giovani, nell'avventura della Settimana Comunitaria per universitari. Certo, i piedi sono rimasti saldi a terra, tra le mura accoglienti del seminario, ma il cuore ha sperimentato l'ebbrezza del "volare alto".

Si sa, ogni viaggio, anche quello deciso all'ultimo momento come nel mio caso, è sempre carico di aspettative e di qualche rischio. Tra la pioggia e il freddo, ho bussato alle porte del Minore con la valigia piena e il cuore un po' confuso.
Penso che a vent'anni sia naturale domandarsi circa l'esistenza di Dio, cercarLo, volerLo incontrare, ma credo anche sia difficile farlo quando ci sentiamo soli o quando siamo soffocati dagli impegni e dalle richieste che la nostra quotidianità comporta.
Ecco allora il senso dell'allontanarsi da casa, del prendersi dei giorni per riflettere su chi sono,  su quali sono i miei sogni, su cosa sto testimoniando con la mia vita.
In verità non mi ero mai soffermata sul fatto che l'università potesse essere un luogo, oltre che di studio, anche di crescita nella Fede. Sono sempre stata abituata a vedere il mio percorso da animatrice e quello di studentessa procedere su due strade parallele: abbastanza vicine per intravedersi, ma destinate a non incrociarsi mai per davvero.
Grazie alle discussioni serali con gli altri ragazzi e con i membri dell'equipe ho scoperto, invece, la possibilità di guardare il mondo universitario sotto una luce diversa: si tratta di un posto dove poter condividere non solo gli appunti, ma anche i propri pensieri, le proprie speranze e perfino qualcosa di ben più intimo e prezioso: l'Amore. 
Ammettiamolo: tutti siamo alla costante ricerca dell'Amore (quello con la "A" maiuscola, intendiamoci). Il problema è che, per trovarlo, dobbiamo prima di tutto porci una serie di domande.

Interrogarmi su come sia cambiata la mia vita adesso che frequento l'università o chiedermi cosa comporta seguire delle regole, ha aperto le porte a questioni molto più grandi e complesse: "cosa vuol dire essere cristiana in università? Quali sono le regole che scelgo di dare alla mia vita? " Rispondere non è stato semplice, anzi! Fortunatamente non ho dovuto farlo da sola. L'aspetto migliore del vivere con suore e sacerdoti e coppie di sposi è sicuramente quello di avere la certezza di poter sempre chiedere (e ricevere) aiuto. Che si tratti di dubbi di Fede, sogni per il futuro, problemi di coppia o litigi con i genitori, sanno ascoltare senza giudicare.
Attraverso le loro testimonianze di vita ho capito che non si smette mai di camminare verso Dio e che, talvolta, bisogna essere in grado cambiare la propria rotta, senza viaggiare con la convinzione di avere una meta certa. Non possiamo, infatti, conoscere la destinazione che Lui ha pensato per noi.

Sono partita senza sapere quanto questa esperienza mi avrebbe cambiata, ma il mio ritorno è stato animato da una nuova consapevolezza: non sono sola. Sono circondata da persone che mi vogliono bene e che, soprattutto, vogliono il mio Bene.
Prendendomi del tempo per pregare ho capito che, accantonate le scuse, è arrivato il momento di affidarmi davvero al Signore.
La settimana per me è stata un vero e proprio trampolino di lancio verso la persona che voglio diventare. I miei sogni sono finalmente decollati, avevano solo bisogno di una spinta.
E tu, cosa aspetti a partire?

Giovani

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