Take off: la testimonianza di chi c'era
Il racconto di uno degli studenti universitari che ha partecipato alla settimana comunitaria promossa dalla Pastorale Universitaria e dal CDV
«Take off» - una settimana per decollare. Questo il tema della settimana comunitaria per universitari che dal 6 al 12 ottobre ha impegnato una trentina di studenti universitari provenienti da viarie realtà, riuniti nel convento di Sant’Antonio da Padova. L’università come trampolino di lancio: ha attraversato la settimana una riflessione sul percorso universitario come possibilità di trovare sé stessi e formarsi umanamente, non solo in vista di una professione. Le giornate sono state scandite dal ritmo delle preghiere comunitarie – le lodi e il vespro, insieme alla comunità del convento –, mentre le serate sono state dedicate all’approfondimento di diversi aspetti della vita universitaria, attraverso testimonianze e giochi di ruolo. Durante il giorno invece ognuno dei partecipanti si è dedicato alle proprie attività (lezioni o studio personale), ad eccezione di almeno una mattinata dedicata al servizio della mensa dei poveri gestita dalla comunità di Sant’Antonio, parte essenziale dell’esperienza.
Quest’ultima attività ha colpito molti dei partecipanti, alcuni dei quali hanno scelto di dedicarvi diverse ore o si sono presi l’impegno di tornare durante l’anno per proseguire il servizio utilizzando la piattaforma servireconlode.it. «Avevo già fatto esperienze simili, ma il rapporto diretto con queste persone bisognose è stato ciò che mi è rimasto impresso, non solo dare da mangiare, ma dare tempo e attenzione a coloro che ne hanno più bisogno» ha detto Antonio, studente fuori sede, dopo l’esperienza.
L’equipe del Centro Diocesano Vocazioni, promotore del percorso insieme alla Pastorale Universitaria, ha scelto di utilizzare metodologie diverse per i momenti formativi comuni: è stato dedicato tempo alla condivisione dei percorsi universitari dei giovani tra loro e con i formatori, all’ascolto di testimonianze di vocazioni diverse sorte anche grazie agli studi, alla lectio divina, all’adorazione e alla preghiera personale.
Un ampio spazio è poi stato spontaneamente dedicato alle relazioni interpersonali – vero centro dell’esperienza - e ai colloqui personali con i formatori, momenti molto sentiti da tutti i partecipanti.
«Io mi sono sentita a casa quindi protetta e lontana dal giudizio del "mondo" esterno», Giulia ha descritto così l’esperienza appena trascorsa, mentre don Alessandro – parte dell’equipe formativa – si dice «fortunato ad avere intercettato per un pezzetto la vostra strada», parlando ai giovani che hanno partecipato. Infine Serena afferma di essersi «sentita accolta in questo convento che era casa d’altri e da oggi e anche un po’ casa mia». La proposta della settimana comunitaria ha dunque avuto un riscontro entusiastico, ha dato un’occasione ai tanti universitari che popolano la città di riflettere sul proprio cammino umano e di fede, di allacciare rapporti fraterni e condividere le gioie e le difficoltà del percorso di studi.
I volti degli studenti al momento della partenza ne sono testimonianza.
Giovani
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