L'Arcivescovo alla città: "Ascoltiamo i giovani, protagonisti dell'Agorà del Sociale"
Sabato 19 novembre secondo appuntamento nella sede della Città Metropolitana di Corso Inghilterra dalle ore 9. (l'invito della pastorale giovanile)
La conoscenza profonda e amorevole della realtà giovanile è nella storia del nostro territorio – nel DNA della nostra Chiesa. Da don Bosco al Murialdo, dalla Marchesa di Barolo a Frassati e fino ad oggi i santi sociali sono santi «giovanili» perché hanno ben compreso che i giovani non soltanto rappresentano la «speranza del futuro»: essi sono la realtà vera del nostro presente. Se i giovani «tacciono», se i con i giovani non riusciamo a entrare in sintonia e in reciproco ascolto, siamo noi, il mondo degli adulti, a risultare ciechi, sordi e muti.
Questo è l’orizzonte in cui si inserisce il cammino dell’Agorà che sabato 19 ci apre ad una nuova tappa, con l’assemblea che vedrà il confronto tra i giovani e i rappresentanti delle istituzioni. Inutile nascondersi che ci aspettiamo molto da questa assemblea. Sul piano del metodo prima di tutto: perché è necessario che la «voglia» di ascolto reciproco sia resa visibile, anche attraverso gesti e incontri pubblici. Una voglia che può diventare «virale», allargarsi a quel mondo di dialoghi, conoscenze, incontri che è la rete (Ed è evidente che la «novità» degli strumenti e delle tecnologie usate non cambia in nulla il valore dell’incontro vero tra le persone. Se ci fermiamo ai mezzi rischiamo di comprendere solo a metà i modi e il senso della comunicazione di oggi, dei giovani e non solo di loro).
Ci aspettiamo, anche, dei risultati che riguardino i «contenuti» del dialogo. In questi mesi, dal settembre 2014, con l’Agorà abbiamo fatto sul serio. Io ho potuto incontrare migliaia di persone, giovani e no, nelle assemblee che si sono tenute in tutto il territorio metropolitano. I primi ragionamenti sulle cose dette e le esperienze scambiate si trovano nel «libro bianco» che la Pastorale del Lavoro ha curato. La «cabina di regia» ha riflettuto su questo cammino, fornendo indicazioni e contributi preziosi, che sono andati a rafforzare quei tre pilastri che costituiscono la base del progetto di Agorà per un nuovo modello di welfare: il lavoro, la formazione, il patto fra le generazioni.
Vorrei dire, paradossalmente ma non troppo, che non di «nuove idee» abbiamo bisogno: da anni ormai abbiamo imparato ad affrontare la crisi del nostro territorio cercando le soluzioni innovative che hanno già contribuito a cambiare nel profondo il mercato del lavoro (e dunque il mondo della scuola – anche se molto resta ancora da fare). Abbiamo preso atto che il cambiamento introdotto dalla globalizzazione e dalle nuove tecnologie è radicale, e irreversibile. Abbiamo vasti campi in cui «applicare» intuizioni e ricette secondo un profilo ben chiaro, quello appunto della rete: che significa abbattere i muri dietro cui le istituzioni proteggono le loro burocrazie, evitando di mettere in comune informazioni ed esperienze, cercando di allontanare il momento della collaborazione reciproca.
Dunque non di nuove idee abbiamo bisogno: ma di una «spallata» che ci aiuti a catalizzare attenzioni e risorse in un progetto veramente comune. Tale spallata può venire solamente da una precisa volontà «politica», cioè da scelte di valori condivise e che si decide di portare avanti, liberamente, insieme. A due condizioni: prima di tutto non dimenticare che il compito della società intera, nei confronti di tutti i suoi membri (giovani, adulti, anziani), rimane quello di migliorare le condizioni di vita di tutti, e dunque di ridurre gli squilibri e combattere le ingiustizie, come papa Francesco non si stanca di ripeterci. E poi, altrettanto decisivo, che proprio nel mondo «adulto» - nei dirigenti, nei politici, nei vertici istituzionali - torni ad affermarsi il principio del «bene comune». La corruzione, dilagante anche nelle democrazie occidentali, è il sintomo di un malessere ancor più grave e profondo, la perdita del «senso dello Stato», del valore pubblico del nostro agire. Mentre invece i nostri santi sociali, per tornare a quanto si diceva all’inizio, avevano ben chiaro che bisogna essere «buoni cristiani e onesti cittadini».
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AGORA' DEL SOCIALE.SECONDA ASSEMBLEA, 19 NOVEMBRE,CON I GIOVANI[in allegato locandina. Clip di lancio dell'Agorà, con d. L. Ramello: https://youtu.be/_5ualE2qVZA ]------------------------------------------
L’Agorà, fatta con i giovani. Il cammino voluto dalla diocesi per costruire il futuro di Torino celebra la sua seconda Assemblea con un confronto diretto tra i giovani e i rappresentanti delle istituzioni e delle forze sociali. L’appuntamento è per
SABATO 19 NOVEMBRE, DALLE 9,30 ALLE 13
PRESSO LA SEDE DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI TORINO,
IN CORSO INGHILTERRA 7.
Partecipano, con l’arcivescovo Cesare Nosiglia, i rappresentanti degli enti locali, del mondo dell’educazione (scuola, università, formazione professionale), delle forze sociali (sindacato, terzo settore).
La mattinata inizia col saluto dell’arcivescovo e un intervento di Pierluigi Dovis, direttore della Caritas diocesana, che presenta il percorso compiuto per giungere a questa seconda Assemblea dell’Agorà.
Alle 10 Matteo Spicuglia, giornalista Rai, modera la tavola rotonda sui "temi caldi": giovani e lavoro, formazione, autonomia, continuità. Alla tavola rotonda partecipano:Enrico, ingegnere di 26 anni; Giulia, 29 anni, esperta di comunicazione; Prince, 30 anni, mediatore culturale; Giorgia, studentessa di 23 anni.
Dopo l’intervallo don Luca Ramello (direttore pastorale giovanile della diocesi di Torino) coordina il confronto diretto tra i giovani e i rappresentanti delle istituzioni, con domande e risposte "a tutto campo".
Le indicazioni di prospettiva per proseguire il lavoro sono fornite, alle 12.30, da don Gianfranco Sivera (direttore pastorale del Lavoro) e da Marco Canta, della Cabina di regia dell’Agorà. Conclude brevemente mons. Nosiglia.
NOTA PER I COLLEGHI – Molti rappresentanti delle istituzioni hanno già confermato la propria presenza, altri lo stanno facendo in questi giorni. Sarà possibile realizzare interviste e raccogliere commenti prima dell’inizio dei lavori, durante l’intervallo e alla conclusione.
Sui canali social potrete tenervi informati in tempo reale, grazie al team della Pastorale giovanile. Per info e contatti: maurizio.versaci@gmail.com
AGORÀ COS’È – Di fronte all’aggravarsi della crisi economica e sociale nel territorio torinese l’arcivescovo Nosiglia lancia, già pochi mesi dopo il suo arrivo a Torino, l’idea di un grande confronto fra tutti i soggetti coinvolti – imprenditori e sindacato, aziende del credito, istituzioni pubbliche, mondo dell’educazione. Un confronto liberto e aperto, come l’Agorà ateniese. Le adesioni raccolte portano ad aprire una ricerca che culmina con la I assemblea dell’Agorà, nel settembre 2014. Il progetto comune è di individuare un "nuovo modello di welfare" per l’area torinese. Vengono individuate tre grandi aree di riferimento: la formazione, l’occupazione, il "patto" fra le generazioni. Intorno a questi temi il lavoro è proseguito, nel 2015 e 2016, con incontri sul territorio e momenti collettivi di confronto, che hanno portato a valorizzare prima di tutto la presenza e il contributo dei giovani nel processo di cambiamento. Di qui la preparazione di questa II assemblea dell’Agorà.
Giovani
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