A Superga centinaia di giovani per la Notte dei Santi
Nel punto più alto di Torino i giovani si sono riuniti per la Veglia di preghiera guidata dall'Arcivescovo Nosiglia. Al centro la sfida di «abitare» le proprie città in tutti gli ambiti della vita sociale come hanno saputo fare i santi. Foto gallery
Lo sguardo dei giovani puntato sulla città ai propri piedi. Si è aperta così la tradizionale Notte dei Santi per centinaia di ragazzi che la sera del 31 ottobre si sono radunati nel punto più alto di Torino presso la basilica di Superga per la Veglia di preghiera, guidata dall’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia, organizzata alla vigilia della festa del 1 novembre dalla Pastorale giovanile della diocesi.
«Come ‘abitare’ Torino, le nostre città, il nostro mondo?». È la domanda che don Luca Ramello, direttore dell’Ufficio di Pastorale giovanile, ha rivolto ai ragazzi nell’aprire la Veglia davanti alla basilica invitandoli a voltarsi e guardare la vasta area della Città metropolitana: «Voi dove abitate?».
Una domanda, il tema dell’incontro, che richiama la Lettera Pastorale dell’Arcivescovo «Maestro dove abiti?» nel cammino della Chiesa universale verso il Sinodo dei vescovi sui giovani in programma nell’ottobre 2018 in cui mons. Nosiglia invita a costruire una pastorale capace di abbracciare tutti gli ambiti della vita giovanile: lo studio, il mondo del lavoro, gli affetti, la politica, la disabilità, la malattia.
Ebbene mentre i propri coetanei per le strade di Torino festeggiavano Halloween i giovani si sono interrogati sulla sfida di dare forma alla propria vita senza aspettare che altri decidano per sé.
Ed ecco che il sagrato e la scalinata della basilica, capolavoro di Filippo Juvarra, si sono illuminati con il mosaico dei volti di alcuni santi e beati che hanno saputo testimoniare la buona notizia del Vangelo in diversi ambiti della vita sociale. Alcuni giovani hanno portato i quadri con le immagini di questi testimoni davanti alla gioventù presente e alla città: il servo di Dio Carlo Acutis, legato al mondo dell'informatica, morto a soli 15 anni, Chiara Corbella Petrillo morta per salvare la vita del figlio in grembo, la beata Chiara Luce Badano, san Vincenzo De’ Paoli, a 400 anni dalla nascita del carisma vincenziano.
È poi partito un cammino di silenzio e riflessione, nei due piani del chiostro del convento, occasione per fare il punto sulla propria vita a partire dagli esempi concreti di alcuni testimoni di santità.
«Non accontentatevi di traguardi alla giornata, della mediocrità», ha esortato l’Arcivescovo nella preghiera finale in chiesa, «puntate sempre in alto verso mete impossibili, che con tenacia si possono raggiungere. Così, se si condivide nel servizio, la vita si raddoppia e diventa vita di gioia». Mons. Nosiglia ha dunque spronato l'assemblea «a mettere sempre forza e coraggio anche quando tutto sembra inutile, ogni difficoltà va considerata opportunità per superare se stessi».
Ed ecco la preghiera silenziosa davanti al Santissimo proseguita in basilica fin nel cuore della notte, mentre a gruppi i giovani sono saliti sulla Cupola per ammirare il panorama notturno della città.
stefano.dilullo@vocetempo.it
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