Formazione all’essere comunità di Caritas diocesana e Pastorale universitaria
Un progetto che coinvolge le realtà di molte cittadine della periferia torinese per la creazione di Comunità generavite
Dopo Robassomero anche Fiano sceglie di dedicare uno spazio di formazione e confronto aperto a tutti nell’ambito della giornata della comunità, suggerita dall’Arcivescovo nella sua lettera pastorale. Mettendo insieme l’esperienza della Caritas diocesana, attenta per mandato e per tradizione alla comunità che deve essere protagonista dell’azione, e della Pastorale Universitaria che lavora affinchè un luogo dalle molte facce e dimensioni, come l’Università, sia effettivamente una comunità, ne è risultato un modulo formativo di cui stanno usufruendo le parrocchie e le unità pastorali.
Per don Ugo Borla, parroco di Robassomero, si tratta di “Un intervento efficace, un’occasione per riflettere sulle relazioni attraverso il linguaggio semplice e immediato delle immagini – il lavoro parte dalla lettura di due icone - un modo per attivare tutti i partecipanti attraverso il dialogo e il confronto”. A me ha colpito molto la frase: "La comunità non si può costruire se non se ne prende parte" sottolinea Diego di Fiano – uno dei giovani organizzatori dell’appuntamento, “Mi ha fatto tornare indietro di molti anni – continua - quando ero negli scout e un canto diceva entra nel gioco e gioca la tua parte, si sa non è ancora nato chi goda l'avventura guardando il mondo dietro il buco della serratura”.
Ivan Andreis – responsabile formazione Caritas diocesana - sottolinea come “Le comunità hanno bisogno di attrezzarsi perché le persone possano tra loro collaborare con efficacia e gioia, superando le modalità infruttuose e le frustrazioni che ne derivano”. Gli strumenti per farlo in effetti non mancano, si tratta soltanto di trovare le occasioni giuste per condividerli, affinché ogni territorio possa valorizzare il più possibile le proprie risorse, acquisire qualche competenza in più per gestire le difficoltà che derivano dal lavorare insieme e rilanciare le relazioni autentiche e generative. E’ stato un momento per concentrarsi sulla qualità delle relazioni interpersonali piuttosto che sulla quantità, e la qualità è condizione fondamentale per poter lavorare insieme.
Sottolinea don Ugo: “La giornata è stata anche l’occasione per una bella testimonianza di lavoro comune perché la conduzione è curata da due diversi uffici diocesani, segno di una pastorale che sa integrare le competenze e unire gli ambiti di lavoro che inevitabilmente si intrecciano nella comunità." Conclude Diego: “La gioia di vivere nel Signore è talmente contagiosa che non si può stare a guardare”.
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