Marco Allara dopo lo scandalo cimiteri: "La persona è sacra in vita come nella morte"
Ai predoni dei cimiteri, senza cuore alla ricerca di qualche gioiello o monile, si risponde con l'intervento della magistratura, e con una rinnovata cultura del rispetto, della dignità dei defunti e della protezione dei luoghi di sepoltura

La notizia pubblicata dal quotidiano "La Stampa" che racconta come dal 2006 nei cimiteri di Torino i predoni del cimitero “spogliavano” i cadaveri, nel corso delle esumazioni, portandosi via i gioielli, le collane, i bracciali e anche le protesi dentarie in oro, sconcerta e angoscia e pone degli interrogativi morale oltre che una situazione di reati penali gravissimi.
Vilipendio di cadavere, furto e truffa aggravata sono i reati che la procura contesta a una decina di indagati nell’ultimo filone dell’inchiesta coordinata dal pm Laura Longo. L’indagine, secondo quanto riportato dal quotidiano di via Lugaro, i cui atti sono stati in parte depositati in un altro fascicolo, nasce nel 2015 per accertare la regolarità dei bilanci di Afc, la società che gestisce i cimiteri, e dei rimborsi spese ad alcuni dirigenti. Ora che volge al termine, investe alcuni necrofori e funzionari dopo un esposto presentato dalla stessa Afc su mandato del presidente Michela Favaro, nominata a febbraio dello scorso anno dalla giunta Fassino e confermata da Appendino.
Marco Allara, diacono della Diocesi di Torino, racconta a Vocetempo.it come il rispetto e la dignità dei morti sia uguale a quello dei vivi. Nei cimiteri cittadini operano centinaia di addetti che con scrupolo, rigore e pietà intervengono nell'opera di esumazione di molti cadaveri che per ragioni di tempo e scandenze temporale devono essere ricollocati i piccoli loculi.
La follia e il delitto, grave e senza appello, di alcuni getta discredito sulla maggioranza di chi compie il pietoso e necessario lavoro tutti i giorni. Inoltre Allara non dimentica che la benedizione e il silenzio, l'accompagnamento delle famiglia per lenire il dolore profondo di una morte si estende a tutta la realtà del territorio cimiteriale che in fondo e non per caso o per devozione i cristiani chiamano campo santo.
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