Mangia di più… e diventi grande

Il progetto dell'Ong Lvia contro la denutrizione in Burkina faso

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Mangia di più… e diventi grande

Il diritto al cibo si è celebrato il 16 ottobre, giorno in cui le Nazioni Unite hanno istituito la Giornata Mondiale dell’Alimentazione, a ricordarci un bisogno, che è anche un diritto di ogni essere umano, sebbene ancora negato a molti. L’associazione Lvia in occasione di questa giornata ha lanciato una Campagna di raccolta fondi che riprende la preoccupazione e l’augurio che accomuna le mamme di tutto il mondo: «Mangia, che diventi grande!» per aiutare le mamme del Burkina Faso a far crescere i propri bambini.

Con l’associazione Lvia, una giovane torinese, Giorgia Pianelli, è impegnata nel paese africano del Burkina Faso in un programma che aiuta le mamme a garantire una corretta nutrizione ai propri bimbi e che permette di curare tempestivamente i bambini denutriti nell’età più delicata, dai 6 mesi ai cinque anni.

Giorgia ha 29 anni e ha già un’importante esperienza e un ruolo di responsabilità in questo progetto di cooperazione internazionale. Il suo viaggio africano inizia nel 2012, quando ha colto l’occasione del servizio civile internazionale per sperimentarsi nella cooperazione. «Quell’anno è stato per me un banco di prova» – spiega Giorgia – «per capire se questo mio desiderio di lavorare in Africa fosse realmente la scelta giusta per me. E ho capito che lo era».

Durante il primo anno di attività in Burkina Faso, Giorgia ha collaborato con Lvia e con delle associazioni locali operando presso un Centro Giovani appena al di fuori della capitale Ouagadougou. Poi, quello stesso anno è arrivata una grave carestia. La crisi colpiva un contesto già molto fragile, paesi che risentivano ancora degli effetti della crisi alimentare del 2008, quando la speculazione finanziaria unita a cause ambientali fece quasi duplicare i prezzi del cibo. Le famiglie più povere non avevano avuto il tempo di ricostruire le loro attività e i loro risparmi. La crisi alimentare del 2012 ha colpito più di 18 milioni di persone in Africa Occidentale.

Tempestivamente, l’associazione Lvia è intervenuta in Burkina Faso grazie a finanziamenti internazionali, in particolare dell’Unione Europea, con un programma per rispondere all’emergenza della malnutrizione infantile. Giorgia inizia a lavorare in un primo progetto, con un ruolo di logista; i progetti continuano e nel 2015 ne diventa la coordinatrice. L’intervento sanitario è ancora necessario: 1 bimbo su 8 in Burkina Faso ancora rischia la malnutrizione acuta severa. Su questo aspetto, Lvia opera con un’equipe di nutrizionisti e medici, tutti burkinabè, oltre che con la collaborazione di un’altra ong italiana, Medicus Mundi (Mmi).  Nella Regione del Centre-Ouest, dove si concentrano i progetti di Lvia, il numero dei bimbi gravemente malnutriti è sceso da 15 mila a 11 mila. «Ogni trimestre i nostri operatori sanitari monitorano 500 mila bambini andando direttamente nei villaggi – Spiega Giorgia – Utilizziamo un apposito braccialetto per misurare la circonferenza del braccio che indica lo stato di salute del bimbo: rosso, ovvero circonferenza inferiore a 115 mm, si tratta di malnutrizione acuta severa; giallo, malnutrizione acuta moderata; verde, il bimbo è sano». I bimbi malnutriti vengono portati al più vicino ambulatorio, dove vengono nutriti e curati con un trattamento antibiotico e antiparassitario gratuito. I nutrizionisti preparano il personale sanitario a curare in modo tempestivo i casi di malnutrizione. «La tempestività della cura è fondamentale – aggiunge Giorgia – perché i bambini malnutriti se non curati avranno un ritardo nella crescita fisica e intellettuale ».

Giorgia ha contatti con le mamme e insieme ai nutrizionisti si interfaccia con loro: «Noi insegniamo alle mamme la preparazione di pappe fatte con cerali locali e arricchite da alimenti molto nutrienti.  A volte però ci sono famiglie che rifiutano le cure. A fronte di una patologia poco conosciuta nei suoi effetti, molti preferiscono portare i bimbi dai guaritori tradizionali, perché subentra la superstizione e perché le cure presso i centri sanitari sono costose. «È per questo che abbiamo lanciato la Campagna di raccolta fondi – spiega Giorgia, – per continuare a sostenere tutte le spese relative alle analisi, alle medicine e al ricovero dei bimbi più gravemente malnutriti». 

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