Belgio: preghiere, veglie e partecipazione nelle comunità ecclesiali del Paese

Il cordoglio dei vescovi europei e della commissione degli episcopati della Comunità europea

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Belgio: preghiere, veglie e partecipazione nelle comunità ecclesiali del Paese

Alle 12 di oggi le campane di tutte le Chiese e cappelle del Belgio hanno suonato a morto per  un minuto di silenzio chiesto dai vescovi del paese in memoria delle vittime degli attentati di ieri ma anche come segno di “speranza”. “Vogliamo fare nostre – scrivono i vescovi in un messaggio – le parole della preghiera di San Francesco di Assisi: ‘Fai di noi strumenti della tua pace'”. Già ieri, subito dopo gli attentati i vescovi del Belgio avevano detto di essere “scossi” e partecipi “all’angoscia di migliaia di viaggiatori e le loro famiglie, operatori dell’aviazione, cittadini e squadre di soccorso di nuovo in prima linea”, ma avevano subito rivolto un appello: “Che l’intero Paese possa vivere questi giorni con grande responsabilità civica”. Per motivi di sicurezza e anche come segno di lutto era stata annullata la Messa Crismale programmata per ieri, 22 marzo, nella cattedrale di Bruxelles.

Come “siamo invitati a stare con Maria ai piedi di ogni croce oggi” hanno scritto mons. Jozef de Kesel, e l’ausiliare mons. Jean Kockerols, così “con la nostra preghiera e amicizia, vogliamo rimanere vicini alle vittime e ai loro cari. Anche se le parole ci mancano, che lo Spirito Santo ci ispiri e ci guidi in un atteggiamento giusto e degno”. La condanna “ferma e senza riserve” contro questi “atti di una crudeltà estrema commessa contro cittadini innocenti” è arrivata subito dai musulmani del Belgio, attraverso le parole di Salah Echallaoui, presidente neo-eletto dell’Esecutivo dei musulmani in Belgio (EMB). Li ha definiti un attacco agli “sforzi della società, e dell’intera comunità musulmana in Belgio a favore della convivenza”. E ha chiesto “unità e coesione per far fronte a tutte le forme di violenza e terrorismo”, dichiarando anche “fiducia e sostegno alle autorità pubbliche belghe incaricate a garantire la sicurezza e la coesione sociale del paese”.

Cordoglio, dolore, ferma condanna e opposizione, invito alla preghiera e a contrastare l’odio con un rinnovato impegno alla convivenza pacifica si leggono nei messaggi e dichiarazioni che da ogni parte in Europa vescovi, Chiese, comunità religione hanno scritto nel giro di pochissime ore dopo gli eventi efferati di ieri. Il presidente dei vescovi francesi, monsignor Georges Pontier, ha subito scritto all’arcivescovo di Malines-Bruxelles un messaggio di cordoglio in cui rivolge il pensiero “a tutta la popolazione: con voi condanniamo questi vili attacchi e vi assicuriamo la nostra preghiera fervente perché continuiamo a essere, nonostante le difficoltà costruttori di ponti e artigiani del dialogo”. Bruxelles, oltre che casa delle istituzioni europee è anche sede della Conferenza delle Chiese europee (Cec): “gli attacchi violenti richiamando a dare risposte di pace nelle ore e nei giorni che seguiranno. Come abitanti di Bruxelles e dell’Europa, fratelli e sorelle in umanità, dobbiamo trovare di nuovo la nostra strada e contribuire tutti alla costruzione di una società in cui ognuno si sente sicuro e partecipa al bene comune” ha scritto Heikki Huttunen, segretario generale Cec.

A Bruxelles c’è anche il Segretariato della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), che si è pronunciata attraverso le parole del suo presidente, nonché presidente della Conferenza episcopale tedesca, card. Reinhard Marx,  che si è detto “turbato e rattristato” e vicino nella preghiera alle “vittime della violenza e le loro famiglie”. “I vescovi olandesi invitano a pregare per le vittime, per i feriti, le famiglie e gli amici di chi è stato colpito, ma anche per tutti i belgi che devono affrontare ora gli atti di odio e violenza dei terroristi” hanno scritto i vescovi dei Paesi Bassi. L’arcivescovo del Lussemburgo Jean Claude Hollerich ha subito chiesto alle comunità cattoliche del Granducato di inserire nei riti del venerdì santo una particolare intenzione di preghiera, pubblicata in sei lingue sul sito dell’arcidiocesi. Una preghiera comune ha proposto anche il vescovo finlandese Teemu Sippo, che in un messaggio di cordoglio ha “condannato fermamente l'uso della violenza in ogni forma di protesta o nel rivendicare un potere politico”. “L’odio non deve avere la vittoria” ha dichiarato il cardinale di Vienna, Christoph Schönborn.

Con Bruxelles, ha detto il Cardinale, “gli attentatori hanno colpito non solo gli abitanti di questa città, ma l'Europa nel suo insieme” e ha invitato alla “prudenza e alla determinazione” nel cercare in questa prova contro i valori della comunità europea, le giuste risposte al “male più abissale”, che si è manifestato negli attacchi. La Commissione liturgica austriaca ha pubblicato per il Venerdì Santo una speciale preghiera per i cristiani perseguitati e le vittime del terrorismo. “Nella Settimana Santa della preghiera cristiana e della misericordia – ha scritto il primate della Chiesa anglicana Justin Welby - gli attacchi di Bruxelles scuotono tutti coloro che cercano la pace e la giustizia attraverso la terribile crudeltà e la separazione totale da tutto ciò che è di Dio. Ancora una volta vediamo il contrasto tra i vani sforzi volti a terrorizzare attraverso l’omicidio indiscriminato e la chiamata di Dio a mostrare misericordia, cercare la pace e perseguirla”. Il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee), ha invece scritto: “In questo tempo tormentato, invito a non lasciarci sopraffare dalla paura e a pregare per la pace in Europa, in Medio Oriente e in tutto il mondo”.

 

 

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