Piemontesi, i più tassati
Secondo la fotografia scattata dalla Cisl regionale del Piemonte in base ad una ricerca nazionale curata da Filippo Elba, docente dell'università di Firenze, i lavoratori e i pensionati piemontesi sarebbero i contribuenti più tassati d'Italia
Più ricchi rispetto alla media nazionale di circa 400 euro per reddito pro capite e in linea con le agevolazioni Irpef, ma con meno detrazioni per carichi familiari (-100 euro), per il recupero edilizio e il risparmio energetico (-50 euro) e più colpiti dalla tassazione locale: +80 euro di addizionale regionale e +10 euro di addizionale comunale.
È la fotografia scattata dalla Cisl regionale dei lavoratori e pensionati piemontesi, sulla base delle 188 mila dichiarazioni 730 elaborate dal Caf Cisl Piemonte nel 2015. Il rapporto è stato presentato la settimana scorsa nella sede regionale della Cisl nell’ambito dell’iniziativa «Un fisco per la crescita ma con poca equità – il caso Piemonte».
Dalla ricerca illustrata da Filippo Elba, docente dell’Università degli studi di Firenze, collaboratore della Cisl nazionale e curatore dello studio, emerge che i contribuenti piemontesi sono mediamente un po’ più ricchi della media nazionale, dichiarando circa 400 euro in più di reddito complessivo e in 59mila, su un totale di 188 mila, usufruiscono del bonus fiscale, che si attesta intorno a 572 euro di media. Molto elevato, invece, il carico delle addizionali locali: in Piemonte si pagano circa 80 euro in più di addizionali regionali e 10 euro in più di addizionali comunali. Il fisco locale, insomma, incide complessivamente con un’ aliquota media superiore dello 0,5% rispetto a quella media nazionale e la differenza tra reddito disponibile del Piemonte e quello riferito all’Italia si riduce di 100 euro attestandosi a circa 300 euro. «Il reddito disponibile dei lavoratori e dei pensionati piemontesi – ha commentato il segretario regionale Cisl, Sergio Melis – è sceso ultimamente in modo sensibile, e nell’ultimo anno l’aumento delle aliquote gli ha dato il colpo di grazia”. Il comune piemontese che presenta il livello medio più elevato del reddito complessivo è Novara, con quasi 24 mila 500 euro per contribuente, invece quello mediamente più povero è Verbania, con un reddito complessivo medio di poco sotto i 19 mila 300 euro.
Ma ciò che colpisce è che in Piemonte è particolarmente elevato l’importo delle addizionali regionali, pari a 371 euro: soltanto in altre due regioni l’importo medio delle addizionali regionali e più elevato: Lazio (393 euro) e Campania (377 euro). «Il fisco – ha evidenziato il segretario generale Cisl Piemonte, Alessio Ferraris – è un tema prioritario per la Cisl e per questo motivo vogliamo rilanciare fortemente la contrattazione sociale. Le 500 mila firme, raccolte per la nostra proposta di legge di iniziativa popolare e presentate in Parlamento allo scopo di ridurre il peso del fisco su lavoratori e pensionati, dimostrano che siamo sulla strada giusta. Qualche risultato lo abbiamo ottenuto anche nell’ultima legge di stabilità che ha bloccato le addizionali Irpef, eliminato la Tasi sulla prima casa, equiparato la no-tax area tra lavoratori dipendenti e pensionati e detassato il welfare contrattato in azienda. Per tutte queste ragioni, la nostra attenzione su questo tema resta massima».
Su 188 mila contribuenti piemontesi, sono 124 mila quelli che possiedono almeno una quota dell’abitazione in cui vivono, vale a dire quasi il 66% del totale. Nello specifico tra gli 87 mila pensionati piemontesi, sono più di 65 mila (75%) quelli che possiedono almeno una quota dell’abitazione principale, mentre tra i 95 mila lavoratori dipendenti sono proprietari 54 mila pari al 57% del totale. In particolare, saranno proprio i pensionati e i contribuenti proprietari di prima casa coloro che potranno avvalersi dell’abolizione della Tasi. Però questo provvedimento, secondo la Cisl, non riesce a colmare le disuguaglianze di trattamento prodotte dal bonus fiscale.
Infatti, da una parte «il bonus» per il 2016 coinvolgerà 10 milioni di contribuenti per una spesa statale di 10 miliardi di euro e dall’altra c’è l’abolizione della Tasi sulla prima casa dal costo molto più contenuto, 3,5 miliardi di euro, che coinvolgerà poco meno di 20 milioni di contribuenti. «Dobbiamo uscire dalla logica dei bonus – ha sottolineato il Maurizio Petriccioli, segretario confederale della Cisl – che ha generato disuguaglianze nel sistema tra pensionati e lavoratori dipendenti con lo stesso reddito e immaginare una riforma strutturale del fisco, a partire dalle aliquote. Con i 120 miliardi di euro di evasione fiscale si potrebbero fare tante cose».
Infine, il vicepresidente della regione Piemonte, Aldo Reschigna, tra i relatori della presentazione, ha sottolineato la difficile situazione finanziaria del Piemonte che nel 2011 ha subito un taglio di 1 miliardo di euro di trasferimenti da parte dello Stato centrale e ha ricordato che nel 2015, il disavanzo si è attestato a 3 miliardi e 800 milioni di euro, di cui circa 1 miliardo di euro sarà restituito in 10 anni e la differenza con un piano trentennale, e che il debito complessivo è di 10 miliardi. «Puntiamo ad abbattere il debito di 1 miliardo e 200 milioni entro la fine della legislatura - ha spiegato Reschigna - e nello stesso tempo di non aumentare più le tasse». Una rassicurazione che però dovrà fare i conti con un bilancio tutt’altro che facile da gestire e che conserva ancora quelle criticità che nel 2012 facevano parlare di una «Regione Piemonte tecnicamente fallita».
Attualità
archivio notizie
La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin
La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita
Meditazione sul Crocifisso
La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo
Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria
Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione