Isis polverizza l’antichissimo monastero cristiano Dair Mar Elijah
Il califfato del terrore continua la propria opera distruttrice in Medio-Oriente. Un altro patrimonio dell’Unesco scomparso dalla mappa del globo terrestre

“Quello che voi occidentali non potete capire: avete perso la voglia di combattere per la fede, la religione per voi funziona come per me il commercio, ma quello che è importante per me, per noi, è essere puri nel momento in cui ci si separa da questo mondo, avere una fine felice. […] Occorre essere uniti. I russi dici? Bombardano? Che importa. Noi combattiamo per una fede, loro no, perderanno». Questa la testimonianza lasciata al giornalista Domenico Quirico dal tunisino Abu Rahman, esperto combattente della jihad. Parole lampanti. Drammaticamente vere. Perdere infatti la memoria del passato non è sintomo di progresso e civiltà, quanto di smarrimento e debolezza. Historia Magistra Vitae.
E anche la nichilista bandiera nera non può che accettare questa verità del passato che rinnega così veementemente. Dopo aver distrutto le bellezze assire di Nimrud (risalenti a metà del 1200 a.C.), la pulizia dei jihadisti è proseguita con la distruzione dell’antico anfiteatro romano di Palmira, e infine il sito di Hatra, l’antica città fondata in età alessandrina. Ora tocca al più antico monastero cristiano in territorio iracheno. La badia di San Eljiah, a Mosul, aveva più di 1400 anni di storia. Guerre. Carestie.
Ogni crisi era stata superata. Non proprio tutte: ieri Isis ha deciso che l’eresia cristiana dovesse essere sradicata dall’area. Annichilita. Rasa al suolo. Coi bulldozer. Lo storico emblema della cristianità assira, patrimonio dell’Unesco, è tornato ad essere polvere. Il monastero, che era stato costruito nel 595 d.C. dal monaco assiro Mar Eljiah; che nel XVII secolo era stato ricostruito per diventare una meta di pellegrinaggio per tutti i cristiani; che nel 1743 aveva assistito al massacro di 150 monaci martiri, uccisi perché si rifiutarono di convertirsi all’Islam (la storia si ripete); che durante la seconda guerra in Iraq era stato sede del Quartier Generale dei militari Usa; che era stato restaurato per poi essere restituito alla popolazione civile nel 2008, non esiste più. E mai più potrà tornare ad essere.
La furia distruttrice dell’esercito di Maometto non ne ha lasciato traccia. Ha spianato tutto. Adesso ci rimane da vedere impotenti che cosa se ne farà. Magari un parcheggio con vista panoramica. O forse una moschea per sunniti. O perché no un aeroporto militare da dove far decollare i propri cacciabombardieri?
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