Strage di Orlando: analisi delle contraddizioni della società americana
Il punto di vista dello storico italiano che lavora negli Stati Uniti Massimo Faggioli
«La strage di Orlando batte tutte le stragi precedenti perché la libera circolazione delle armi da fuoco ha moltiplicato gli altri fattori in gioco: l’omofobia, il radicalismo islamico e l’integrazione dell’immigrazione». Sono parole di Massimo Faggioli, storico e teologo, docente ordinario nel dipartimento di «Theology and Religious Studies» alla Villanova University, nello stato di Philadelphia, riferendosi alla strage di Omar Mateen, di origini afgane, ma nato a New York, che ha ucciso 49 persone e ferito 53. Tutto ciò è avvenuto in un locale gay.
Secondo lo storico quanto avvenuto verrà strumentalizzato da Donald Trump, candidato alla presidenza degli Stati Uniti d’America per i repubblicani. Sempre stando al pensiero di Massimo Faggioli, la strage coglie l’America in uno stato di transizione politica ed ecclesiale.
Dal punto di vista politico si è al tramonto della seconda presidenza Obama. Dal punto di vista ecclesiale la Chiesa cattolica statunitense non ha una guida visibile ed è divisa se recepire o meno il magistero di papa Francesco. Se la medesima si schiera contro la discriminazione dei gay e la libera circolazione delle armi, è altrettanto vero che pochi vescovi hanno affermato che i gay sono la reale vittima della strage.
La conclusione del teologo è che se in Usa non cambierà la legge sulle armi, la Chiesa americana vedrà la comunità gay come parte integrante della Chiesa.
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