Le parole chiare e profonde di Francesco
Cosa ha detto al Congresso degli Stati Uniti d'America il Santo Padre
La politica come servizio al bene comune. Abolite la pena di morte. Abolite il commercio delle armi: «Quei potenti che parlano di pace e sottobanco vendono le armi che uccidono». Basta con l’economia che uccide.
Il discorso che Papa Francesco ha tenuto giovedì 24 settembre 2015 al Congresso degli Stati Uniti d’America – Senato e Camera dei rappresentanti in seduta comune – è stato davvero storico, non solo perché era la prima volta che un Vescovo di Roma parlava a Capitol Hill, ma soprattutto per i contenuti. Il «figlio di questo grande continente» rivolge a tutti gli americani un lungo discorso più volte applaudito dai 435 rappresentanti del popolo. Esorta all’accoglienza, al dialogo, al bene comune; condanna ogni violenza, la pena di morte, il commercio di armi, l’economia che prevale sull’uomo. Migliaia di americani lo salutano all’arrivo a Capitol Hill e, dopo il discorso, quando si affaccia dal balcone che guarda l’area monumentale del National Mall, da dove saluta e benedice la folla.
TERRA DEI LIBERI E CASA DEI VALOROSI - «Sono un figlio di questo grande continente» dice parlando delle sfide che la politica pone agli eletti dal popolo. Traccia un parallelismo tra Mosè, patriarca e legislatore del popolo d’Israele, e i parlamentari ai quali è richiesto «di proteggere, con gli strumenti della legge, l’immagine e la somiglianza modellate da Dio su ogni volto umano. Vorrei rivolgermi non solo a voi, ma, attraverso di voi, all’intero popolo degli Stati Uniti». Uomini e donne che «non si preoccupano semplicemente di pagare le tasse ma sostengono la vita della società dando una mano a chi ha più bisogno».
LE RADICI DEGLI STATI UNITI – Il Papa argentino lega la realtà di oggi ai sacrifici di sempre per un futuro migliore e per un bene condiviso. Cita quattro americani: il padre della Nazione Abraham Lincoln (18091-1865); il profeta nero Martin Luther King (1929-1968); l’attivista Dorothy Day (1897-1980) impegnata nella difesa dei poveri e il monaco cistercense-trappista Thomas Merton (1815-1968), autore della celeberrima «Montagna delle sette balze» (1948): per questi due ultimi sono in corso le cause di beatificazione. Osserva Bergoglio: «Un popolo con questo spirito può attraversare molte crisi, tensioni e conflitti, mentre sempre sarà in grado di trovare la forza per andare avanti e farlo con dignità». Nel 150° dell’assassinio del custode della libertà Abraham Lincoln (1865-15 aprile-2015) il Papa sottolinea che un futuro di libertà «richiede amore per il bene comune e collaborazione in uno spirito di sussidiarietà e solidarietà. Il nostro mondo è sempre più un luogo di violenti conflitti, odi e brutali atrocità, commesse perfino in nome di Dio e della religione. Sappiamo che nessuna religione è immune da forme di inganno individuale o estremismo ideologico».
TUTLARE LA LIBERTÀ RELIGIOSA- Centrale è la libertà religiosa, la libertà intellettuale e le libertà individuali, ma senza cadere nelle polarizzazioni, «solo bene solo male, giusti e peccatori. Imitare l’odio e la violenza dei tiranni e degli assassini è il modo migliore di prendere il loro posto e questo è qualcosa che voi, come popolo, rifiutate. La nostra deve essere una risposta di speranza e di guarigione, di pace e di giustizia per risolvere le molte crisi economiche e geopolitiche». Gli sforzi «devono puntare a restaurare la pace, rimediare agli errori, mantenere gli impegni, e così promuovere il benessere degli individui e dei popoli». La fede «cerca di far emergere il meglio in ogni persona e in ogni società». E contribuisce a eliminare le nuove forme di schiavitù «nate da gravi ingiustizie che possono essere superate con nuove politiche e nuove forme di consenso sociale».
NON ABBIAMO PAURA DEGLI STRANIERI – Cinquant’anni fa il 7 marzo 1965 Martin Luther King guidò la prima marcia da Selma a Montgomery in Alabama per i diritti civili e politici degli afro-americani. Francesco parla di un «sogno» che continua: «Noi, gente di questo continente, non abbiamo paura degli stranieri, perché molti di noi una volta eravamo stranieri. Vi dico questo come figlio di immigrati, sapendo che anche tanti di voi sono discendenti di immigrati. Educhiamo le nuove generazioni a non voltare le spalle al loro “prossimo”» anche se i flussi di rifugiati sono di proporzioni che non si vedevano dai tempi della seconda guerra mondiale. Insomma «fai agli altri ciò che vorresti che gli altri facessero a te. In una parola, se vogliamo sicurezza, diamo sicurezza; se vogliamo vita, diamo vita; se vogliamo opportunità, provvediamo opportunità».
NO ALLA PENA DI MORTE - Un no secco, un no netto alla pena di morte: «Ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di inalienabile dignità, la società può solo beneficiare dalla riabilitazione di coloro che sono condannati per crimini». Poi menziona la serva di Dio Dorothy Day che fondò il Catholic Worker Movement «per far uscire la gente dalla povertà estrema». In tempi di difficoltà economica «non si deve perdere lo spirito di solidarietà globale». Bisogna invece portare speranza a chi intrappolato «nel cerchio della povertà e della fame». Per spezzare questa catena serve «un’economia che cerca di essere moderna, inclusiva e sostenibile, al servizio al bene comune, rispettosa del creato». Cita più volte l’enciclica «Laudato si’»: «Ora è il momento di azioni coraggiose e strategie dirette a implementare una “cultura della cura”».
NO ALLA VENDITA DI ARMI - Tratteggiando la figura del monaco cistercense Thomas Merton, uomo di preghiera, pensatore che promuove la pace tra i popoli e le religioni, esorta a costruire ponti, come deve fare un buon politico «che deve iniziare processi più che possedere spazi. Essere al servizio del dialogo e della pace significa anche essere veramente determinati a ridurre e, nel lungo termine, a porre fine ai molti conflitti armati in tutto il mondo». Condanna la vendita di armi e i profitti derivanti dalla vendita di armi: «Un denaro intriso di sangue, spesso innocente. Davanti a questo vergognoso e colpevole silenzio, è nostro dovere affrontare il problema e fermare il commercio di armi».
LA FAMIGLIA CENTRALE NELLA SOCIETÀ – Sabato e domenica concluderà l’VIII Incontro mondiale delle famiglie a Philadelphia: «La famiglia è centrale nella costruzione di questo Paese! Io posso solo riproporre l’importanza, la ricchezza e la bellezza della vita familiare» Ma nuove minacce verso «la assediano dall’interno e dall’esterno: relazioni fondamentali sono state messe in discussione, come anche la base stessa del matrimonio e della famiglia».Cita ancora Lincoln, King, Day, Merton «che hanno testimoniato che la grandezza di una nazione è tale quando difende la libertà, consente alla gente di “sognare” pieni diritti per tutti, quando lotta per la giustizia e la causa degli oppressi, il dialogo e semina pace. Il mio auspicio è che questo spirito continui a svilupparsi e a crescere, in modo che il maggior numero possibile di giovani possa ereditare e dimorare in una terra che ha ispirato così tante persone a sognare».
LE BRUTALI ATROCITÀ DEL FONDAMENTALISMO RELIGIOSO - Bergoglio non si nasconde la minaccia del fondamentalismo religioso con le sue «brutali atrocità», ma attenti al «semplicistico riduzionismo»: «Il mondo contemporaneo, con le sue ferite aperte che toccano tanti dei nostri fratelli e sorelle richiede che affrontiamo ogni forma di polarizzazione che potrebbe dividerlo tra questi due campi. Sappiamo che nel tentativo di essere liberati dal nemico esterno, possiamo essere tentati di alimentare il nemico interno. Imitare l’odio e la violenza dei tiranni e degli assassini è il modo migliore di prendere il loro posto. Questo è qualcosa che voi, come popolo, rifiutate».
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