Piemonte, in crisi il mercato del latte

In Piemonte si produce più latte di quello che si consuma. È quanto emerge da dati pubblicati da Confagricoltura Piemonte. Si fa sempre più difficile, quasi emergenziale la situazione del mercato lattiero piemontese. I consumi si sono contratti; la produzione è eccedente e di conseguenza i prezzi sono scesi a picco. Il prezzo alla stalla è arrivato a coprire poco più della metà dei costi di produzione sostenuti dalle aziende. Per di più, a molte di esse sono già pervenute, da parte delle industrie casearie, le disdette dei contratti di somministrazione a partire dall’inizio della prossima campagna di commercializzazione (1° aprile). Si teme perciò che in Piemonte alcune partite di latte rimarranno senza collocazione.

La Regione Piemonte è intervenuta presentando un marchio per identificare i prodotti tipici piemontesi. Le sorti del comparto lattiero caseario piemontese sono state affidate ad un marchio, Piemunto con lo scopo di identificare i prodotti realizzati con il latte piemontese. Non si tratta di un marchio di certificazione, bensì di un marchio di comunicazione. La Gdo, grande distribuzione organizzata lo utilizzerà, in base agli accordi con la Regione, per informare i consumatori sull’origine della materia prima. La sovrapproduzione ha generato uno squilibrio tra domanda e offerta: il prezzo del latte spot (Lodi) è in continua diminuzione, arrivando oggi a 29,38 centesimi al litro a fronte dei 36,09 centesimi dello scorso anno, quando già si stavano manifestando le prime difficoltà del comparto. Confagricoltura Piemonte prevede, inoltre, che si creeranno difficoltà per collocare dai 500 ai 1.000 quintali di latte al giorno (su una produzione quotidiana regionale di circa 25.000 quintali), con gravi conseguenze per gli allevatori. A causa della disdetta di alcune aziende alcune partite di latte dal primo aprile non saranno più ritirate.