Città Salute, nuovo accordo
Intervista al direttore Giampaolo Zanetta – L’ex vicesindaco Marco Calgaro ricorda le ragioni del progetto da cui si partì 12 anni fa. Al Lingotto l'ospedale d'eccellenza, via libera a un piano simile a quello che fu accantonato nel 2003
Città della Salute: Torino ha perso 12 anni, ma è finalmente pronta a lanciare il progetto. Il protocollo d’intesa firmato dagli Enti locali giovedì 26 marzo, per realizzare il nuovo polo ospedaliero fra il Lingotto e gli ex Mercati Generali di via Giordano Bruno, è un passo molto importante, interrompe anni di stallo, anche se segna il ritorno sostanziale a un accordo che era già stato abbozzato nel 2003 e messo da parte. Aveva lo stesso obiettivo: «realizzare nell'ambito del distretto olimpico Lingotto Mercati Generali – citiamo testualmente, gennaio 2003 - il nuovo Parco della Salute».
Rispetto al vecchio piano, questo nuovo del 2015 si presenta in edizione ridotta: immagina di destinare al «Parco della Salute, della ricerca e dell’innovazione» l’ex area Fiat Avio di via Nizza, gli ex Mercati Generali e alcuni terreni delle ferrovie; non più il villaggio olimpico né i vasti terreni ferroviari sul lato di via Giordano Bruno che il piano del 2003 aveva provato a inserire fra le aree ospedaliere. A suo tempo, quando venne appurato che i terreni chiesti in concessione alle ferrovie non erano tutti disponibili, il progetto venne ritirato. Oggi si recupera quell’idea.
Siamo tornati indietro di 12 anni. In questo lungo tempo, ad ogni cambio di bandiera, la Regione ha montato e smontato il piano ospedaliero ben quattro volte. Si è avuta talvolta l’impressione che le operazioni immobiliari contassero più di quelle ospedaliere. L’accordo del 2003 (Ghigo presidente della Regione, Chiamparino sindaco di Torino) fu revocato dall’Amministrazione Bresso nel 2007 con l’idea alternativa di edificare il Parco della Salute fra Collegno e Grugliasco. Il piano Bresso finì nel cassetto a sua volta, nel 2010, perché l’Amministrazione Cota voleva i nuovi ospedali nella medesima zona delle Molinette. Spunta ora il quarto progetto, e guarda alla medesima area dalla quale si era partiti all’inizio. La firma è sempre di Chiamparino, divenuto nel frattempo presidente della Regione Piemonte.
L’intesa della settimana scorsa fra Regione, Comune, Università e Ferrovie punta a costruire un nuovo centro ospedaliero ad alta complessità nell’ex Fiat Avio del Lingotto: 600-700 letto. L’accordo del 2003 immaginava un ospedale da 800-900 posti letto sempre nell’area Lingotto. C’era a quell’epoca, come oggi, l’idea di collocare nei vecchi Mercati Generali nuovi dipartimenti di ricerca medica. Si riteneva, nel 2003, di poter far bene e in fretta: «i lavori – comunicò la Giunta Regionale - potranno iniziare tra 2 anni e finire tra 5-6 anni». Nella nuova edizione del Parco della Salute è previsto l’ospedale ad alta complessità, un polo didattico, un polo per la ricerca clinica, uno per la ricerca di base e un bioincubatore.
L’accordo. I contenuti del nuovo progetto di Parco della Salute – firmato dall’assessore regionale Antonio Saitta - sono illustrati alla «Voce del Popolo» dal direttore generale dell’Azienda Città della Salute (Molinette, Cto – Maria Adelaide, Sant’Anna, Regina Margherita, San Lazzaro) Giampaolo Zanetta, giunto da un anno ai vertici di questo ente ospedaliero. «Presso l’ex era Fiat Avio del Lingotto – spiega Zanetta – sorgerà un ospedale ad alta complessità, nel quale far confluire le eccellenze degli attuali ospedali Molinette, Cto, Sant’Anna… Avrà 600-700 letti. Sarà affiancato da strutture di ricerca medica all’avanguardia, in modo da potenziare l’integrazione delle funzioni di cura e di ricerca lungo l’asse di via Nizza che ospita già le facoltà di Medicina alle Molinette e Biotecnologia. Nella vecchia sede dei Mercati Generali in via Giordano Bruno potranno sorgere ulteriori laboratori di ricerca e incubatori d’impresa. È poi ovvio che gli attuali ospedali della Città della Salute, che oggi contano 2.200 letti, dovranno restare almeno parzialmente in funzione: non sappiamo quali saranno conservati e come, lo si deciderà nei prossimi mesi».
Quasi tutti i dettagli dell’operazione devono ancora essere precisati, ma il direttore Zanetta pone l’accento sull’importanza dell’accordo politico finalmente raggiunto. «Si è costituita una Cabina di Regia – sottolinea - per dare impulso alla precisazione del progetto: la prima riunione operativa è già stata convocata per il prossimo giovedì 9 aprile». Tempi: si punta a un accordo dettagliato entro la fine del 2015. Costo dell’operazione: 500-600 milioni da chiedere al Governo.
Il progetto del 2003. Il chirurgo Marco Calgaro, ex vicesindaco di Torino che patrocinò la prima versione della Città della Salute nel 2003, ricorda «quel vecchio ambizioso progetto, pensato originariamente non solo per costruire nuovi ospedali ma come occasione di sviluppo e di rilancio della città. Muovevamo da tre considerazioni. Prima considerazione: la manutenzione di un ospedale vetusto come le Molinette è costosissima, quindi risulta molto meno oneroso costruire un nuovo ospedale che continuare a rattoppare le falle». Seconda considerazione: «Torino, dal punto di vista imprenditoriale, sta vivendo un declino lento ma inesorabile e se si vuole darle respiro bisogna iniziare a pensare a cose innovative; 12 anni fa la Città della Salute era stata pensata come un grande progetto non solo sanitario, ma di sviluppo di ricerca e di imprenditoria. Per fare sì che il progetto avesse questa valenza bisognava che si sviluppasse su aree vaste e possibilmente disponibili a costi competitivi. Tutti i progetti simili (e sottolineo tutti) in Europa e nel mondo, sono stati pensati su aree vaste, non centrali ma benissimo collegate con tangenziali, stazioni ferroviarie, aeroporti».
«Se si deve pensare ad un settore di ricerca nel quale Torino può essere immediatamente competitiva nel mondo – questa la terza considerazione - questo può essere quello tecnologico-ingegneristico; diventa quindi prioritario coinvolgere il Politecnico nell’accordo (nel 2003 era cofirmatario) e prevedere un campus medico-bioingegneristico che potrebbe avere in Torino un profilo di eccellenza».
Il giudizio dell’ex vicesindaco sulla nuova edizione del progetto è prudente, in parte scettico. «Se capisco bene – osserva - questo progetto verterà su un’area asfittica e non ampliabile se non a costi elevatissimi (quindi totalmente improponibili per collocarvi iniziative imprenditoriali e men che meno dei campus universitari e di ricerca compatibili con i migliori al mondo), non consentirebbe nemmeno la chiusura delle Molinette se non in parte e non si curerebbe affatto di dare alla Facoltà di Medicina un campus degno di questo nome (non è un mistero che, nella più parte delle nostre università, gli studenti siano l’ultima cosa di cui ci si preoccupa) progettando un nuovo ospedale che avrebbe le caratteristiche del policlinico. Se fosse davvero così il Parco della Salute, anziché essere, pur con 12 anni di ritardo, una occasione di ripresa e di sviluppo, rischierebbe di trasformarsi nel solito pastrocchio all’italiana. Speriamo in bene».
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