SOSTEGNO AI SENZA FISSA DIMORA
Torino, approvato il "Piano Freddo". La Diocesi cercherà i posti che mancano
La Giunta Appendino ha dato il via libera al "Piano emergenza freddo 2017-2018". Per reperire maggiori posti letto in strutture cittadine, ed evitare di ricorrere a soluzioni emergenziali come i moduli abitativi allestiti nei parchi, si procederà ad un protocollo d’intesa tra Comune, Diocesi di Torino e Città della Salute
Con l’arrivo della stagione fredda si mette in moto la rete cittadina per offrire sostegno ai senza fissa dimora. L’assessorato alle Politiche sociali della Città di Torino ha messo a punto il «Piano emergenza freddo 2017-2018», che sarà in vigore dal 15 novembre a fine marzo, realizzato in sinergia con la Protezione civile, la Polizia Municipale, la Città della Salute, l’Asl e la diocesi torinese.
La Giunta Appendino il 10 ottobre ha, infatti, approvato la delibera sul Piano e dato il via libera al bando per la presentazione di specifici progetti da parte di associazioni e realtà del privato sociale (disponibile su www.comune.torino.it).
Il pacchetto di interventi straordinari prevede la disponibilità di 800 posti letto, attraverso l’incremento di quelli nei centri comunali e nelle associazioni del privato sociale aperti tutto l’anno, e all’allestimento di strutture temporanee di accoglienza, come il ricovero presso il Parco della Pellerina, i cui posti nei moduli abitativi vengono diminuiti da 150 a 60.
«Una scelta che va nella direzione di garantire luoghi di ospitalità con dimensioni più contenute», ha sottolineato l’assessore al Welfare Sonia Schellino, «maggiormente distribuiti sul territorio cittadino, più idonei alle necessità delle persone in modo da garantire la dignità». Per reperire maggiori posti letto in strutture cittadine, ed evitare di ricorrere a soluzioni emergenziali come i moduli abitativi allestiti nei parchi, si procederà ad un protocollo d’intesa tra Comune, Diocesi di Torino, attraverso la Caritas diocesana, e Città della Salute, che sarà firmato nei prossimi giorni.
Il Piano offre, inoltre, la possibilità ad associazioni e onlus di presentare progetti di ospitalità temporanea della durata massima di dodici mesi che prevedano l’accoglienza in strutture residenziali, in alloggi di proprietà dei propri enti o anche di privati cittadini, sempre sotto il coordinamento delle singole organizzazioni del terzo settore.
Alle associazioni è previsto un rimborso spese forfettario di 300 euro mensili nel caso di ospitalità di una persona e fino ad un tetto massimo di 700 euro al mese se l’accoglienza riguarda interi nuclei familiari.
Welfare
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