Gli occhi grandi secondo Tim Barton
L'ultima opera del regista americano
Margaret Ulbrich mette la sua bimba nel sedile posteriore dell'automobile e parte, va incontro a una nuova vita dopo il divorzio, in un certo senso affronta l'ignoto con coraggio e determinazione. Per guadagnare qualche dollaro proverà a vendere i suoi quadri mettendoli in bancarella: è un'artista vera che dipinge da sempre, per lei la pittura è ragione di vita.
Così inizia l'ultimo film di Tim Burton che racconta una storia realmente accaduta, una delle più grandi frodi d'arte, una triste vicenda di sopraffazione e imbroglio, di umiliazione e riscatto. Margaret dipinge bimbi malinconici con occhi grandi e sproporzionati, che si rivolgono a chi guarda affascinato e catturato dalla loro espressione che, pare, una muta richiesta d'aiuto, di affetto e coccole, suscitano tenerezza e partecipazione.
I quadri di Margaret piacciono e qualcosa vende, se ne accorge il suo vicino di bancarella, Walter Keane, millantatore e cialtrone che si spaccia per artista incompreso e la incanta, riesce a farla innamorare, a sposarla. Margaret cade nella rete come un ingenuo pesciolino, d'altra parte siamo nell'America tra gli anni Cinquanta e Sessanta, una pittrice ha poca credibilità, poi è una donna sola con una figlia da crescere e, seppure con qualche dubbio, cede all'irruenza di Keane e arriva al punto di firmare i quadri con il nuovo cognome.
Keane, che nel frattempo ha tanto brigato da riuscire a organizzarsi una personale, espone anche i quadri dei bimbi con gli occhioni che subito vanno a ruba con un successo straordinario. Keane diventa il pittore del momento, l'artista di grido che fa soldi a palate e Margaret viene schiavizzata a dipingere in segreto, deve produrre tantissimo, il più possibile. Keane si monta la testa, diventa violento, si rivela per quello che è, uno sfruttatore bugiardo e spietato, un egocentrico ed egoista stratosferico, un istrione perfido e senza scrupoli.
Margaret sopporta e sopporta, ma poi si ribella, lo denuncia e rivela al mondo che l'artista è lei, che i bimbi dagli occhioni sono i suoi da sempre, sono il modo in cui esprime le sue emozioni. Sarà un processo a stabilire la verità, smascherando il farabutto.
Margaret Ulbrich Keane vince la sua battaglia in tempi in cui di femminismo non si parlava ancora, oggi è un'anziana artista che continua a dipingere ed è amica di Tim Burton che ha diretto la sua storia con mano leggera e solo apparente distacco, in un'ambientazione in cui abbondano i colori pastello, che lascia la sensazione di una caramella dolce ma con il ripieno amaro, molto amaro.
Un film da non perdere, soprattutto per le grandi interpretazioni di Amy Adams e Christoph Waltz.
BIG EYES (USA, 2014)
Regia: Tim Burton
con Amy Adams, Christoph Waltz, Krysten Ritter.
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