Economia, la via nuova indicata da Luigino Bruni
Un convegno al Sermig per i venticinque anni dalla fondazione del progetto economico ispirato da Chiara Lubich
Nel sempre suggestivo scenario dell’ Arsenale della Pace, la fabbrica di guerra trasformata dal Sermig in casa di accoglienza, a Torino, nel quartiere multietnico di Porta Palazzo, a poca distanza dal più grande mercato aperto d’ Europa, giovedì 25 febbraio, si è svolto il convegno “Economia di Comunione, dall’ intuizione di Chiara Lubich alla realtà di oggi”, in occasione dei 25 anni di vita dell’iniziativa.
Il professore di economia Luigino Bruni, in questo progetto economico e sociale, per molti anni collaboratore della fondatrice del Movimento dei Focolari, scomparsa nel 2008, ed oggi uno dei suoi principali esponenti culturali, insieme al collega bolognese Stefano Zamagni, ha tenuto la relazione iniziale, a cui è poi seguito il dibattito col numeroso pubblico che affollava l’auditorium.
La Lubich, figura dalla spiritualità carismatica, “non era un’economista” – come ha ricordato Bruni-, ma trovandosi a sorvolare la città di San Paolo in Brasile, per un tempo inusuale, a causa di un disguido di un normale volo di linea, ed osservandone le numerose favelas che la circondano (ancora oggi) “come una corona di spine”, e si susseguono anche al suo interno, alternandosi senza netti confini a grattacieli e zone di benessere, ebbe l’intuizione, poi confermata dalla sua permanenza nel paese, che si dovesse tentare di risolvere la povertà di quante più persone possibile partendo dalle imprese produttive. Se è comprensibile la sua sensibilità verso i poveri, per i quali Chiara si adoperò fin dai primi tempi del suo movimento, arrivando a sostenerne circa 500 a Trento, negli anni della seconda guerra mondiale -ha continuato il relatore-, certamente fu inusuale che avesse l’intuizione di proporre un tentativo di soluzione, partendo dal lavoro e dall’imprenditoria. L’ “Economia di Comunione”, spesso abbreviata in Edc, promuove aziende attive nei normali mercati; normalmente i soci non sono solo di capitale, ma sono anche operativi; vengono condotte da imprenditori competenti e attenti a produrre in maniera legale ed ecologica; spesso hanno maestranze coinvolte e consapevoli; e i cui utili hanno una particolare destinazione: un terzo per gli investimenti aziendali, un terzo per la formazione di giovani e un terzo ai poveri: in sintesi lavoro, formazione e solidarietà.
Oggi, nel mondo, le aziende dell’ Edc sono circa un migliaio; in molti stati esistono associazioni di incontro tra gli imprenditori che vi aderiscono (in Italia c’è stata la prima in ordine di tempo, l’ Aipec), a Loppiano (FI) esiste la “Scuola di economia civile”; molte sono le tesi universitarie, gli studi e i corsi di formazione (a Torino il prossimo inizierà il 1° aprile).
Verso la fine della sua avventura terrena, Chiara Lubich ebbe due grandi intuizioni sociali: l’ economia di comunione e il movimento politico per l’unità, offrendo così un’ originale ed attuale visione di due dei tre grandi principi che sono a base delle moderne società, l’uguaglianza (che sottende all’ Edc) e la fraternità (che deve stare alla base di qualsiasi azione politica). E la libertà? A ciascuno la libera scelta di aderirvi o meno,…..
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