Balcani: la ricostruzione a sei mesi dalle alluvioni
A 6 mesi all'alluvione che ha colpito i Balcani, la Caritas italiana fa un bilancio degli interventi resi possibili con i contributi italiani, tra cui quelli torinesi.
Nel maggio 2014, Bosnia Erzegovina e Serbia sono state investite dalle maggiori alluvioni della propria storia. Un disastro che è costato la vita ad almeno settanta persone (più di venti in Bosnia Erzegovina, 51 in Serbia) e provocando danni per miliardi di euro. Si è calcolato che in Serbia sono state più di un milione e mezzo le persone colpite con 32 mila evacuati, in Bosia un milione le persone colpite, 75 mila le case distrutte da inondazioni e frane, 90 mila le persone evacuate. L'intervento della Caritas internazionale ha affrontato la prima emergenza ma a distanza di mesi prosegue e rilancia in questi giorni una serie di progetti finalizzati a dare speranza di futuro a chi ha perso tutto
Grazie infatti ai fondi messi a disposizione dalla Conferenza Episcopale Italiana, dalla rete delle Caritas diocesane italiane, tra cui anche la Caritas di torino che aveva subito avviato una colletta di solidarietà per le popolazion colpite sono stati finanziati 9 progetti per un valore totale di 563.200 euro a supporto di 750 famiglie in 4 principali aree di intervento: la ristrutturazione delle case, la ripresa delle attività sociali ed economiche, il risanamento igienico-sanitario, e il sostegno al volontariato. Oltre agli aiuti economici non è mancato anche il contributo concreto attraverso volontari in loco: una cinquantina che nell'estate scorsa si sono impegnati in interventi di pulizia del fango ma anche di incontro con le famiglie.
Un primo resoconto del lavoro di Caritas è stato descritto nel Dossier “Emergenza Alluvione nei Balcani 2014 – sei mesi di solidarietà ”, per mantenere alta l’attenzione nei confronti di questa catastrofe e per rafforzare i legami di vicinanza e di solidarietà con le popolazioni di Bosnia Erzegovina e Serbia.
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