I cristiani in Pakistan: limitazioni alla legge anti-blasfemia
Incontro tra il leader di governo e le autorità cristiane a riguardo della forte problematica delle persecuzioni nel paese: fedi unite per la risoluzione della crisi.

Le autorità pakistane hanno aperto un dialogo nei confronti della minoranza cristiana nel paese: mons. Sebastian Francis Shaw, arcivescovo di Lahore, ha incontrato, il 14 aprile scorso, il presidente Mamnoon Hussain a proposito di una limitazione all’uso della legge anti-blasfemia. Questa è stata infatti molto spesso utilizzata in casi di accusa contro esponenti di comunità cristiane o di altre minoranze locali, di cui il caso più noto degli ultimi mesi è quello di Asia Bibi.
L’iniziativa è stata promossa nell’ambito di numerosi incontri organizzati tra testimoni della Chiesa perseguitata, esponenti dell’Unione europea e membri del corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. “Un modo efficace per limitare l’abuso della legge anti-blasfemia” dichiara “potrebbe essere quello di punire chi formula false accuse” afferma mons Shaw. Ha poi aggiunto che: ” Bisogna promuovere il dialogo interreligioso ed esortare i pachistani di ogni religione a contribuire concretamente alla costruzione di una società più pacifica ed armoniosa”.
L’arcivescovo, positivo ed ottimista, ha inoltre sottolineato gli ottimi rapporti con numerosi leader islamici, anch’essi decisi a risolvere e migliorare la situazione partendo, ad esempio, dall’educazione dei giovani nelle scuole che “Sono il futuro del Pakistan”.
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