Miami tra sogni, illusioni e deliri

Philippe Le Guay è un cantore dei sentimenti, meglio ancora un analista dei sentimenti, del loro potere e delle loro conseguenze, in particolare la complessità dei sentimenti dell'uomo non più giovane, maturo e con meno anni da vivere di quelli che son passati, dell'amore, della solitudine, dei rapporti con la famiglia.

Autore di altissimo livello, regista con stile elegante e grande senso della misura ha realizzato due capolavori del cinema francese: “Le donne del sesto piano”(2011) e “Molière in bicicletta” (2013), il terzo è il suo ultimo film “Florida” (2015), di recente uscito sui nostri schermi. Il titolo, tanto per la cronaca, fa riferimento al modello dell'adorata vecchia auto del protagonista e alla Florida dove c'è Miami, sua agognata meta.

Forse un terzo capitolo, forse no, comunque sia al centro di  “Florida” c'è l'ottantenne Claude Lherminier – uno straordinario Jean Rochefort -  che vive ad Annecy nella sua villa d'epoca con parco e vista lago, la casa di famiglia che ha conosciuto tempi migliori, tra ricordi e ossessioni, segnato dal progredire inarrestabile della demenza senile.

L'incerto vecchio Claude vive in bilico tra l'essere conscio della realtà del passato e del presente e le illusioni e i sogni, i deliri che sono scudo alle sue sofferenze.  Era un industriale, ma la sua cartiera è passata ad altri, anche se la figlia Carole la dirige ancora, è vedovo ma talvolta si confonde, ha avuto due figlie, una è morta in Florida, lui non lo sa o non ci crede e vive nel desiderio di andarla a trovare. Lo assiste in tutto Carole, con amore pazienza e dedizione, tuttavia Claude sempre amabile, ma a tratti irascibile e irresponsabile, finirà confinato e sorvegliato in una casa di riposo di lusso, senza rendersene conto.

Un film da non perdere che sa come far riflettere chiunque sia sensibile.