La scomparsa di Giorgio Gualerzi, critico di razza

E' mancato a Torino all'età di 86 anni, una lunga carriera nella professione. Uomo di alta cultura e passione per la vita. Firma prestigiosa de "Il Nostro Tempo"

Parole chiave: gualerzi (1), critico (1), giornalista (1), torino (730), giornali (47)
La scomparsa di Giorgio Gualerzi, critico di razza

                                 
Il compleanno? Lo festeggiava il 7 dicembre e, ça va sans dire, per lunghi decenni lo festeggiò assistendo alle inaugurazioni delle stagioni scaligere: da critico musicale e musicologo di lungo corso, decano dei musicologi italiani, in realtà di fama internazionale, avvezzo ad ascoltare le più grandi voci del gotha melodrammatico dirette dalle più illustri bacchette.

Grande esperto di opera e vocalità, studioso e conferenziere, Giorgio Gualerzi, classe 1930, se ne è andato quest’oggi 20 luglio 2016, in un’afosa giornata, e lo ha fatto in punta di piedi; da alcuni mesi era ricoverato in una struttura alla Crocetta, a due passi da casa sua. Sulla faccenda del compleanno alla Scala amava scherzare, con un pizzico di snobismo: quello stesso snobismo col quale aveva sempre rifiutato di conseguire la patente di guida. E allora dopo gli spettacoli si faceva a gara per ricondurlo a casa. Ed era una miniera di informazioni - memoria di ferro, mille episodi da narrare attingendo alla sua ultra decennale esperienza in teatro - e di acute osservazioni, specie sulla caratura delle voci. Aveva partecipato quale membro o presidente di giuria ad innumeri concorsi lirici, sempre intellettualmente onesto, non amava stroncare, e se lo faceva era per correttezza professionale. Arguto e pungente, ma anche schivo e riservato da buon piemontese (ci conoscevamo da oltre 35 anni eppure ci davamo rispettosamente del lei) riusciva a sintetizzare in una boutade un intero spettacolo, una regia errata, un’interpretazione eccellente o anche solo mediocre. Averlo vicino di poltrona al Regio o in sala da concerto era una vera lezione. Con un lieve tocco del gomito e un ammiccare, guardandoti di sottecchi, gli occhiali abbassati sul naso, come a dire «Sentito»? sapeva stigmatizzare un acuto fuori posto o una cadenza troppo lambiccata, un fraseggio errato, oppure sapeva intuire il valore di un cantante esordiente e te ne delineava le caratteristiche in poche parole con una lucidità ed una chiarezza che avevano del prodigioso.

Degli spettacoli scriveva cronache asciutte e pur partecipi, come partecipe era il suo informarsi dei giovani, del procedere delle ricerche in campo musicologico. Una personalità impastata di profonda humanitas la sua, da credente, con l’umiltà di chi non si vantava per aver scritto molti libri (e lo ha fatto) per aver collaborato con le più prestigiose testate internazionali, dizionari enciclopedici e con le principali istituzioni liriche (non solo italiane). La sua conversazione era brillante e incisiva. Per anni fu infaticabile animatore dei mitici ‘mercoledì del disco’, o audizioni discografiche presso il ‘suo Regio’ che sentiva come una seconda casa e invitava centinaia di firme ad avvicendarsi a quei microfoni.

A latere della sua enorme competenza sulla vocalità coltivava la passione per la storia ed è proprio di Storia contemporanea che scrisse per lunghissimo tempo sul «Nostro Tempo», firma prestigiosa e documentata nonché autorevole studioso. Affermare che con lui se ne va un pezzo della storia musicale torinese (e non solo musicale) degli ultimi sessant'anni - vero punto di riferimento ed esempio per tutti - può sembrare una frase di circostanza. Eppure è così. Ci mancherà la sua figura, ci mancheranno le sue cronache, i suoi sguardi benevoli e schivi al tempo stesso.
                                          

Tutti i diritti riservati

Attualità

archivio notizie

16/02/2018

La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin

La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita

16/02/2018

Meditazione sul Crocifisso

La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo

16/02/2018

Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria

Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione 

16/02/2018

Milioni di volti

Negli sguardi dei più disperati e poveri l'amore di Gesù Cristo