Il Papa: Tutti risusciteremo e rimarremo per sempre con Gesù
L’ultima Catechesi sul ciclo della Misericordia: “Impegniamoci a pregare gli uni per gli altri” ed il racconto di un imprenditore che non vuole abbandonare 50 famiglie.
“Con la catechesi di oggi concludiamo il ciclo dedicato alla misericordia. Ma le catechesi finiscono, la misericordia deve continuare!”. Così Papa Francesco ha introdotto la sua riflessione all’Udienza Generale in Aula Paolo VI.
L’ultima opera di misericordia spirituale chiede di “pregare per i vivi e per i defunti”. “Ad essa possiamo affiancare anche l’ultima opera di misericordia corporale che invita a seppellire i morti”. Può sembrare una richiesta strana quest’ultima; e invece, in alcune zone del mondo che vivono sotto il flagello della guerra, con bombardamenti che giorno e notte seminano paura e vittime innocenti, questa opera è tristemente attuale.
Un atto di pietà, ma anche di grande fede
“Ci fa pensare a ciò che accadde il Venerdì Santo, quando la Vergine Maria, con Giovanni e alcune donne stavano presso la croce di Gesù”. Dopo la sua morte, venne Giuseppe di Arimatea, un uomo ricco, membro del Sinedrio ma diventato discepolo di Gesù, e offrì per lui il suo sepolcro nuovo, scavato nella roccia. Andò personalmente da Pilato e chiese il corpo di Gesù: “una vera opera di misericordia fatta con grande coraggio” (cfr Mt 27,57-60)! Per i cristiani, la sepoltura è “un atto di pietà”, ma anche “un atto di grande fede”. Deponiamo nella tomba il corpo dei nostri cari, con la speranza della loro risurrezione (cfr 1 Cor 15,1-34). È questo un rito che permane molto forte e sentito nel nostro popolo, e che trova risonanze speciali in questo mese di novembre dedicato in particolare al ricordo e alla preghiera per i defunti.
Tutti risusciteremo e rimarremo per sempre con Gesù
Pregare per i defunti è, anzitutto “un segno di riconoscenza per la testimonianza che ci hanno lasciato e il bene che hanno fatto”. È un ringraziamento al Signore “per averceli donati e per il loro amore e la loro amicizia”. La Chiesa prega per i defunti in modo particolare durante la Santa Messa. Dice il sacerdote: “Ricordati, Signore, dei tuoi fedeli, che ci hanno preceduto con il segno della fede e dormono il sonno della pace. Dona loro,Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo, la beatitudine, la luce e la pace” (Canone romano). Un ricordo semplice, efficace, carico di significato, perché affida i nostri cari alla misericordia di Dio. Preghiamo con speranza cristiana che siano con Lui in paradiso “nell’attesa di ritrovarci insieme in quel mistero di amore che non comprendiamo, ma che sappiamo essere vero perché è una promessa che Gesù ha fatto. Tutti risusciteremo e tutti rimarremo per sempre con Gesù, con Lui”.
Ma non dimentichiamo di pregare per i vivi
Il ricordo dei fedeli defunti non deve farci dimenticare anche di pregare per i vivi, che insieme con noi ogni giorno affrontano le prove della vita. “Quanti modi diversi ci sono per pregare per il nostro prossimo! Sono tutti validi e accetti a Dio se fatti con il cuore”. “Penso in modo particolare alle mamme e ai papà che benedicono i loro figli al mattino e alla sera. Ancora c’è questa abitudine in alcune famiglie: benedire il figlio è una preghiera; penso alla preghiera per le persone malate, quando andiamo a trovarli e preghiamo per loro; all’intercessione silenziosa, a volte con le lacrime, in tante situazioni difficili per cui pregare”.
Un bravo cristiano che prega con le opere
“Ieri è venuto a messa a Santa Marta un bravo uomo, un imprenditore. Quell’uomo giovane deve chiudere la sua fabbrica perché non ce la fa e piangeva dicendo: «Io non me la sento di lasciare senza lavoro più di 50 famiglie. Io potrei dichiarare il fallimento dell’impresa: me ne vado a casa con i miei soldi, ma il mio cuore piangerà tutta la vita per queste 50 famiglie».
“Ecco un bravo cristiano che prega con le opere: è venuto a messa a pregare perché il Signore gli dia una via di uscita, non solo per lui, ma per le 50 famiglie. Questo è un uomo che sa pregare, col cuore e con i fatti, sa pregare per il prossimo”. E’ in una situazione difficile. E non cerca la via di uscita più facile: “Che si arrangino loro”. “Questo è un cristiano. Mi ha fatto tanto bene sentirlo! E magari ce ne sono tanti così, oggi, in questo momento in cui tanta gente soffre per la mancanza di lavoro; penso anche al ringraziamento per una bella notizia che riguarda un amico, un parente, un collega…: «Grazie, Signore, per questa cosa bella!», anche quello è pregare per gli altri!. Ringraziare il Signore quando le cose vanno bene”.
E anche se non sappiamo come pregare...
A volte, come dice San Paolo, “non sappiamo come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili” (Rm 8,26). E’ lo Spirito che prega dentro di noi. “Apriamo, dunque, il nostro cuore - è l’invito del Papa - in modo che lo Spirito Santo, scrutando i desideri che sono nel più profondo, li possa purificare e portare a compimento. Comunque, per noi e per gli altri, chiediamo sempre che si faccia la volontà di Dio, come nel Padre Nostro, perché la sua volontà è sicuramente il bene più grande, il bene di un Padre che non ci abbandona mai: pregare e lasciare che lo Spirito Santo preghi in noi. E questo è bello nella vita: prega ringraziando, lodando Dio, chiedendo qualcosa, piangendo quando c’è qualche difficoltà, come quell’uomo. Ma il cuore sia sempre aperto allo Spirito perché preghi in noi, con noi e per noi”.
Gli appelli
Domani, 1° dicembre, ricorre la Giornata Mondiale contro l’AIDS, promossa delle Nazioni Unite: “Milioni di persone convivono con questa malattia e solo la metà di essi ha accesso a terapie salvavita. Invito a pregare per loro e per i loro cari e a promuovere la solidarietà perché anche i più poveri possano beneficiare di diagnosi e cure adeguate. Faccio appello infine affinché tutti adottino comportamenti responsabili per prevenire un’ulteriore diffusione di questa malattia”.
Su iniziativa della Francia e degli Emirati Arabi Uniti, con la collaborazione dell’UNESCO, si terrà ad Abu Dhabi, dal 2 al 3 dicembre prossimo, una Conferenza internazionale sulla protezione del patrimonio nelle zone in conflitto. Un tema che è purtroppo drammaticamente attuale: “Nella convinzione che la tutela delle ricchezze culturali costituisce una dimensione essenziale della difesa dell’essere umano, auguro che questo evento segni una nuova tappa nel processo di attuazione dei diritti umani”.
La festa di Sant’Andrea ed i saluti ecumenici
Al termine dell’Udienza il Santo Padre ha ricordato che oggi ricorre la “Festa dell’Apostolo Andrea, fratello di San Pietro”. “La sua corsa verso il sepolcro incontro al Signore, ricordi a voi, cari giovani, che la nostra vita è un pellegrinaggio verso la Casa del Padre; la sua forza nell’affrontare il martirio sostenga voi, cari ammalati, quando la sofferenza sembra insopportabile; e la sua appassionata sequela del Salvatore induca voi, cari sposi novelli, a cogliere l’importanza dell’amore nella vostra nuova famiglia”. Nella ricorrenza dell’apostolo Andrea, Patrono di Costantinopoli, il Papa ha salutato “l’amato patriarca Bartolomeo”: “Vorrei unirmi a lui e alla chiesa di Costantinopoli, in questa festa - a quella Chiesa sorella nel nome di Pietro e Andrea, tutti insieme - e augurarle tutto il bene possibile, tutte le benedizioni del Signore e un abbraccio grande”.
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