Dio ama i piccoli disprezzati dal mondo
All’Angelus Francesco ha presentato le figure di Maria e Giuseppe, modelli di disponibilità e fiducia. E la preghiera per il Congo
La Vergine Maria e il suo sposo Giuseppe, le due persone che più di ogni altra sono state coinvolte in questo mistero d’amore, sono al centro della riflessione del Papa: “Maria ci aiuta a metterci in atteggiamento di disponibilità per accogliere il Figlio di Dio nella nostra vita concreta; Giuseppe ci sprona a cercare sempre la volontà di Dio e a seguirla con piena fiducia. Tutti e due si sono lasciati avvicinare da Dio”.
Maria ci insegna ad accogliere Gesù
Maria è presentata alla luce della profezia che dice: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio». Così, in modo unico, Dio si è avvicinato all’essere umano prendendo la carne da una donna. Anche a noi, in modo diverso, Dio si avvicina con la sua grazia per entrare nella nostra vita e per offrirci in dono il suo Figlio. “E noi che cosa facciamo? Lo accogliamo, lo lasciamo avvicinarsi oppure lo rifiutiamo, lo cacciamo via? Come Maria, offrendo liberamente sé stessa al Signore della storia, gli ha permesso di cambiare il destino dell’umanità, così anche noi, accogliendo Gesù e cercando di seguirlo ogni giorno, possiamo cooperare al suo disegno di salvezza su noi stessi e sul mondo. Maria ci appare dunque come modello a cui guardare e sostegno su cui contare nella nostra ricerca di Dio, nella nostra vicinanza a Dio, in questo lasciare che Dio si avvicini a noi e nel nostro impegno per costruire la civiltà dell’amore”.
San Giuseppe ci insegna a lasciarci guidare da Lui
L’altro protagonista del Vangelo di oggi è san Giuseppe: egli si trova di fronte all’evento straordinario della gravidanza di Maria, che certamente suscita nel suo cuore tanti interrogativi. Ma “si fida totalmente di Dio che gli si avvicina” e, seguendo il suo invito, non ripudia la sua promessa sposa ma la prende con sé e sposa Maria. “Accogliendo Maria - ha osservato il Papa - Giuseppe accoglie consapevolmente e con amore Colui che in lei è stato concepito per opera mirabile di Dio, a cui nulla è impossibile”. Giuseppe, “uomo umile e giusto” (cfr v. 19), ci insegna a fidarci sempre di Dio, che ci si avvicina. Ci insegna a lasciarci guidare da Lui con volontaria obbedienza.
I tanti piccoli che il mondo disprezza
“E a Dio che si avvicina - domanda Francesco - io apro la porta al Signore quando sento una ispirazione interiore, quando sento che mi chiede di fare qualcosa di più per gli altri, quando mi chiama alla preghiera?”. Dio-con-noi, Dio che si avvicina: “Questo annuncio di speranza, che si compie a Natale, porti a compimento l’attesa di Dio anche in ciascuno di noi, in tutta la Chiesa, e in tanti piccoli che il mondo disprezza, ma che Dio ama e a cui Dio si avvicina”.
L’appello per la pace nel Congo
Al termine dell’Angelus, il Papa ha invitato tutti alla preghiera perché “il dialogo nella Repubblica Democratica del Congo si svolga con serenità per evitare qualsiasi tipo di violenza e per il bene di tutto il Paese”.
Cerchiamo di entrare nel vero Natale
Domenica prossima sarà Natale: “In questa settimana - ha raccomandato Francesco - cerchiamo di trovare qualche momento per fermarci, fare un po’ di silenzio, e immaginare la Madonna e san Giuseppe che stanno andando a Betlemme”.
Come è pratica diffusa negli Esercizi Spirituali Ignaziani, il Papa ha poi suggerito di guardare la scena “con gli occhi del cuore” e ci ha chiesto di “Immaginare come vanno”: “il cammino, la fatica, ma anche la gioia, la commozione, e poi l’ansia di trovare un posto, la preoccupazione…, e così via”. “In questo aiuta molto il presepe”.
“Cerchiamo di entrare nel vero Natale, quello di Gesù, che ci si avvicina – Dio-con-noi, vicino a noi – per ricevere la grazia di questa festa, che è una grazia di vicinanza, di amore, di umiltà e di tenerezza”. E in quei momenti, ha chiesto: “ricordatevi di pregare per me”. “Buon pranzo e arrivederci!”.
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