Torino – Medolla, 5 anni fa il terremoto ma il gemellaggio continua
Anniversario – il 29 maggio la scossa che devastò la bassa modenese, l'aiuto materiale e organizzativo delle nostre Caritas piemontesi
Dopo 5 anni di gemellaggio con i terremotati dell’Emilia perché continuare?. È la domanda che può nascere quando si pensa superficialmente che il terremoto dell’Emilia faccia parte di una emergenza superata e che gli aiuti fossero necessari solo alla ricostruzione. Invece il sostegno ai Medollesi prosegue e ancora in questi giorni Pier Luigi Dovis è in Emilia proprio per portar avanti il lavoro sul coordinamento delle Caritas. «Il continuare i rapporti», spiega, «è segno di uno stile Caritas che non si esprime tanto nell’emergenza, quanto nell’accompagnamento, nelle relazioni e nell’animazione della Carità in ogni ambito: nelle nostre parrocchie, come nelle comunità che il sisma ha fortemente messo alla prova…».
Oggi ancora in partenza per Medolla… gemellarsi è anche viaggiare, confrontarsi.
«Noi abbiamo fatto circa una settantina di viaggi a Medolla e anche loro sono stati qui, per la Sindone, per esperienze di condivisione: occasioni che hanno contribuito al dialogo e alla fiducia reciproca. Si sono stabiliti dei legami di amicizia che contribuiscono a trasmetterci reciprocamente il valore di sentirsi Chiesa in ogni parte del mondo».
Spesso dopo momenti che suscitano grande attenzione mediatica le persone lamentano un senso di abbandono.
«Anche sotto questo aspetto ha valore un gemellaggio che continua, magari con caratteristiche diverse, ma che non si interrompe da un giorno all’altro. Eroghi un aiuto materiale, lo consegni e il compito e finito, nel nostro caso non è così: all’inizio certamente contribuisci anche con denaro e materiali, ma l’aiuto più grosso passa poi attraverso le relazioni che come tali non si possono dare un tempo limite».
Ecco dunque un modello di aiuto a chi è in difficoltà che ora le Caritas parrocchiali della Bassa Modenese auspicano di replicare, anche in un coinvolgimento che non è solo reclutamento di persone.
«Anche sotto questo aspetto», conclude Dovis, il gemellaggio ci ha insegnato il valore di iniziative che non sono solo un ‘mettere insieme dei volontari’ come si potrebbero mettere insieme risorse economiche, ma che è compartecipazione, è azione condivisa con persone che si mettono a disposizione per progettare insieme, per cooperare. Le persone coinvolte non sono state ‘numeri’ ma giovani e adulti animati da uno spirito di fraternità e sostegno che vale nei casi di emergenza come nelle ordinarie situazioni di povertà».
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